Adeguamento trattori “stretti”: serve una proroga

News 20/11/2014 -
Adeguamento trattori “stretti”: serve una proroga

Non poteva mancare alla ribalta di Eima International una delle problematiche più scottanti del momento: l’adeguamento dei trattori specializzati alle normative per il controllo delle emissioni.

Il tema è stato sollevato in occasione della visita alla rassegna bolognese degli europarlamentari italiani Marco Zullo, della Commissione Agricoltura, e David Borrelli, della Commissione Industria, dopo che a fine settembre una delegazione di FederUnacoma aveva presentato la tematica nel corso di un’audizione presso il Parlamento Europeo con una nutrita rappresentanza di parlamentari italiani.

 

DIFFICOLTÀ TECNICHE E FINANZIARIE

Com’è noto, la direttiva 97/68/CE, con gli emendamenti successivi, ha imposto una limitazione delle emissioni inquinanti in atmosfera che ha costretto i costruttori di macchine mobili non-stradali ad una riprogettazione di questa tipologia di mezzi, impegnandoli in una sfida tecnica che ha richiesto oltretutto un ingente esborso finanziario,  particolarmente gravoso per un settore caratterizzato da volumi decisamente inferiori rispetto a quelli dell'”automotive” (circa 1 trattore agricolo ogni 100 autovetture circolanti).

Per i trattori “stretti”, però, vale a dire per le categorie T2 e C2 secondo la definizione del Regolamento n. 167/2013, la questione si fa particolarmente spinosa, al punto che se dovessero essere confermati nei provvedimenti comunitari i tempi di attuazione indicati nelle prime formulazioni (2017 per la fase IV e 2019-2020 per la fase V), le industrie non sarebbero in condizioni di adeguare la produzione nei tempi richiesti, con gravi ripercussioni sulla tenuta del comparto stesso.

 

LA LEADERSHIP ITALIANA NEGLI SPECIALIZZATI

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Un comparto nel quale il nostro Paese detiene una indiscussa  leadership con 20 mila trattori venduti nel mercato europeo, che complessivamente ammonta a 180 mila unità (dato 2013).

«L’entrata in vigore di nuovi limiti più restrittivi anche di quelli fissati dalla normativa Usa-Epa causerà, in questa fase di mercato debole e senza soluzioni tecnologiche adeguate, la perdita di 2mila dipendenti diretti e l’inefficacia dell’accordo di Transatlantic Trade and Investment Partnership in via di definizione tra Stati Uniti ed Unione Europea», si legge in una nota diffusa da FederUnacoma.

Nel corso dell’incontro all’Eima e della visita ai padiglioni dei due deputati, il presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni, oltre a sottolineare quanto le industrie hanno già fatto per la riduzione delle emissioni e di come insostenibile sarebbe per le stesse un’ulteriore stretta normativa in tempi così rapidi, ha posto l’accento sulla mancanza di valide soluzione tecniche per l’adeguamento dei trattori da vigneto e frutteto, poiché i dispositivi di post-trattamento dei gas combusti risultano troppo ingombranti per le caratteristiche tecniche, operative e dimensionali di questa determinata tipologia di macchina.

 

LA MANCANZA DI SOLUZIONI

In altre parole, l’adeguamento alla fase normativa vigente ha comportato uno stravolgimento dei requisiti dei trattori “stretti” al punto che è concreta la possibilità che essi non rispondano alle esigenze dell’utilizzatore finale, con l’effetto paradossale che le nuove macchine conformi rimangano invendute e che le macchine di tecnologia obsoleta siano sfruttate ben oltre i loro limiti, vanificando di fatto gli obiettivi della direttiva 97/68/CE.

 

L’ESIGENZA DI UN RINVIO

«FederUnacoma, tenuto conto del fatto che i trattori “stretti” già oggi producono un impatto ambientale minimo – ha fatto presente Goldoni – tiene a ribadire, nelle sedi politiche comunitarie e presso gli organi tecnici competenti, come la tecnologia disponibile per il controllo delle emissioni non consenta l’ulteriore adeguamento dei trattori “stretti”, a meno della perdita delle loro specificità, e pertanto richiede che siano svolte delle valutazioni approfondite sull’applicabilità della normativa in discussione entro le date previste».

Con l’occasione il presidente della federazione dei costruttori di macchine agricole ha consegnato ai parlamentari un documento che richiama gli aspetti tecnici ed economici della questione e che potrà costituire una sorta di promemoria per le discussioni delle prossime settimane.

Si tenga presente, infine, come  le istanze di FederUnacoma siano portate avante dal Cema, il Comitato europeo dei costruttori di macchine per l’agricoltura, che ha richiesto di posticipare di tre anni i termini fissati per l’adeguamento dei i trattori delle categorie T2, C2 e T4.1 (vedi link).

 

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