Una leggera battuta d’arresto per il gruppo Agco che nel periodo gennaio-marzo 2019 ha visto diminuire le vendite nette di circa lo 0,6 per cento (+6,5% a cambi costanti) rispetto allo stesso periodo del 2018, scendendo da 2007,5 a 1.995,8 milioni di dollari.
REDDITIVITÀ IN CRESCITA
Lo slow down, dovuto in larga parte ai poco brillanti risultati commerciali ottenuti in Nordamerica e soprattutto in Sudamerica, non ha però frenato gli entusiasmi della corporation di Duluth che conta comunque di chiudere l’anno in maniera positiva.
«Il primo trimestre ha segnato un ulteriore step in vista dei nostri obiettivi di miglioramento del margine per il 2019 – ha dichiarato Martin Richenhagen, presidente del Consiglio di amministrazione, presidente e amministratore delegato di Agco –. Grazie soprattutto alle performance ottenute in Europa e in Medio Oriente, il nostro margine operativo rettificato del primo trimestre 2019 è migliorato di 190 punti base rispetto al primo trimestre del 2018. Un risultato da ascrivere alla crescita organica delle vendite, al generale miglioramento dei prezzi e ad iniziative volte a ridurre i costi dei materiali e a migliorare la produttività. L’innalzamento del nostro outlook per l’intero anno riflette la nostra fiducia nel mantenimento di elevate performance e nella ripresa del mercato».
IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO GENERALE
Illustrando il contesto socio-economico generale, Richenhagen ha sottolineato come le tensioni commerciali in atto su scala globale continuino a pesare sulla predisposizione degli agricoltori ad effettuare investimenti.
Per quanto riguarda in particolare il Nordamerica, il numero uno di Agco ha menzionato le semine ritardate in gran parte della “farm belt” statunitense a causa del freddo, del tempo piovoso e delle inondazioni che si sono verificate in alcune zone del Midwest, le preoccupazioni degli agricoltori per le persistenti controversie commerciali con la Cina e il conseguente aumento delle scorte di soia che hanno ridotto la domanda di sostituzione da parte degli agricoltori.
«Conseguentemente – ha precisato – le vendite al dettaglio dell’industria nordamericana hanno fatto registrare un calo nei primi tre mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018. Nel corso dell’anno prevediamo rispetto al 2018 un leggero incremento delle vendite di trattori per il segmento delle colture a fila e una sostanziale stabilità per i modelli di piccole dimensioni».
Sempre nei primi tre mesi del 2019 le vendite al dettaglio sono diminuite anche in Sud America, con trend differenziati in Argentina, dove c’è stato un calo significativo da collegare a quello della produzione e dei redditi agricoli, e in Brasile, dove si è assistito invece ad un leggero aumento della domanda.
La produzione di grano in Sud America, ha fatto presente Richenhagen, è in anticipo rispetto al ritmo dell’anno scorso e la domanda dell’industria dovrebbe aumentare leggermente rispetto al 2018.
Passando al Vecchio Continente, le vendite al dettaglio dell’industria nell’Europa occidentale sono aumentate in misura modesta nel primo trimestre 2019, dopo un anno di risultati misti per il comparto dei seminativi. La crescita delle vendite in Francia e Germania è stata parzialmente compensata dal calo registrato nel Regno Unito e in Italia. Per l’intero anno 2019 la domanda, sempre riferita all’Europa occidentale, dovrebbe mantenersi stazionaria rispetto al 2018.
«Guardando al futuro – ha concluso Richenhagen – , siamo ottimisti riguardo alle previsioni di lungo termine per l’industria globale delle macchine agricole grazie a fondamentali sani per quel che riguarda i prezzi delle commodities e i redditi agricoli».
BENE IN EUROPA E MEDIO ORIENTE, MALE IN AMERICA (NORD E SUD), ASIA ED AFRICA
In Nord America le vendite nette di Agco sono diminuite nel primo trimestre 2018 dello 0,6 per cento, esclusi gli effetti negativi della conversione valutaria.
Un trend sfavorevole ha caratterizzato anche il Sud America (-2,6%) – complici i bassi livelli stagionali della domanda e i cambiamenti tecnologici introdotti negli stabilimenti brasiliani per la fabbricazione di nuovi prodotti – e la regione Asia/Pacifico/Africa (-9,6%), dove le responsabilità del calo vanno attribuite soprattutto ad Asia e Australia.,
Si è comportata invece decisamente bene la regione Eme (Europa-Medio Oriente), dove le vendite nette sono aumentate del 13,2 per cento, esclusi gli effetti favorevoli delle differenze cambio, con significativi contributi da parte di Francia, Regno Unito e Spagna.
FATTURATO 2019 PREVISTO A QUOTA 9,5 MILIARDI DI DOLLARI
La domanda proveniente dall’industria è attesa in leggero miglioramento nel corso dell’anno che per Agco dovrebbe chiudersi con ricavi complessivi di 9,5 miliardi di dollari, grazie ad un incremento dei volumi di vendita e all’andamento favorevole dei prezzi, controbilanciati da sfavorevoli tassi di cambio.
Anche i margini lordi ed operativi dovrebbero migliorare rispetto ai livelli del 2018 riflettendo l’impatto positivo dei prezzi e gli sforzi rivolti alla riduzione dei costi.
Sulla base di questi presupposti, l’utile 2019 per azione dovrebbe attestarsi a circa 4,90 dollari su base rettificata che esclude le spese di ristrutturazione.
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