HomeAttrezzatureCelli, le lavorazioni del terreno non vanno in pensione Celli, le lavorazioni del terreno non vanno in pensione Attrezzature 06/12/2018 - meccagri I terreni vanno lavorati. Andrea Magni, direttore di Celli, non ha dubbi: l’agricoltura conservativa e la conseguente riduzione delle lavorazioni del suolo – minime lavorazioni, zero tillage – non si adatta a tutti i contesti e pertanto, se mal interpretata, rischia di diventare una moda dannosa per chi la pratica tout court, senza approfondirne gli (eventuali) vantaggi e svantaggi. Si tratta di un parere tanto controcorrente, quanto autorevole: stiamo parlando del direttore di una azienda dalla comprovata esperienza nella progettazione, realizzazione e distribuzione di macchine professionali per la lavorazione del terreno, un’azienda che da sempre è impegnata nel trovare soluzioni “sartoriali” e innovative a seconda del contesto in cui la macchina deve operare. Basti pensare che sono oltre 100 i modelli in gamma. Dunque per erpici, vangatrici, baulatrici, fresatrici c’è una buona notizia: non è ancora giunto il momento di andare in pensione. Al contrario, secondo Celli, questi attrezzi hanno ancora lunga vita, a patto che siano progettati ed interpretati in chiave innovativa. Tutto quanto è stato detto finora era ben evidente sullo stand di Eima International 2018: i nuovi modelli e i nuovi sviluppi pensati per rendere più agevole e funzionale il lavoro nei campi vanno esattamente nella direzione di cui sopra. MODULARITÀ, LA PAROLA D’ORDINE Volendo riassumere in un unico concetto la presenza bolognese del costruttore emiliano, la parola d’ordine per Eima 2018 è senza dubbio modularità. Il che significa, in estrema sintesi, effettuare differenti tipi di lavorazione con un’unica macchina, grazie a particolari accorgimenti tecnici studiati in fase di progettazione. Progettazione che, al pari della produzione, avviene solo in Italia, segnatamente nello stabilimento di Forlì. Ciò non significa però che non si tratti di un’azienda dal respiro internazionale: il 68 per cento del fatturato viene realizzato fuori confine, sono circa 70 i Paesi in cui Celli lavora. SUPER TIGER 360 P, IN VERSIONE FRESATRICE O IN VERSIONE FRANGOR Ma torniamo alla modularità. Per esplicare il concetto, un esempio per tutti è Super Tiger 360 P (nelle foto sopra e sotto), la fresatrice pieghevole (l’ingombro trasversale da chiusa è di 264 centimetri) che può essere utilizzata, appunto, in versione fresatrice, oppure in versione frangor, con rotori a coltelli diritti oppure a denti per la preparazione del letto di semina o per la coltivazione di terreno particolarmente duro e sassoso. Super Tiger 360 P è adatta a trattori di potenza fino a 360 cavalli ed è stata costruita accoppiando 2 unità Tiger 190: come ha spiegato Magni, grande attenzione è stata posta nel rendere le regolazioni immediate, grazie all’aiuto di azionamenti idraulici attivabili dalla cabina del trattore. Il valore aggiunto sono i tempi “lampo” con cui possono essere modificati la profondità di lavoro e il grado di raffinamento delle zolle: non è nemmeno necessario interrompere il lavoro. TIGER 190 BIO, PER L’AGRICOLTURA BIOLOGICA A proposito di Tiger 190, merita di essere menzionata la versione “Bio” (nella foto sopra), modello che testimonia l’attenzione di Celli per l’agricoltura biologica. Rispetto alla versione tradizionale, un’apertura della ventola appositamente ideata consente una lavorazione minimale del terreno e, al contempo, l’utilizzo del residuo colturale come compost, evitando così il ricorso al diserbo chimico. PIONEER 140 DD, LA FRESATRICE CON DOPPIA TRASMISSIONE Restando in tema di fresatrici, la grande novità di questa edizione di Eima è stata sicuramente Pioneer 140 DD (nelle foto sopra e sotto), la fresatrice con doppia trasmissione pensata, progettata e costruita specificatamente per le carciofaie: due lavorazioni esterne indipendenti con interposto lasciano infatti il giusto spazio per la coltura. UNA VERSIONE SPECIALE DI RHINO Infine, per chiudere il capitolo fresatrici, dopo il lancio all’edizione 2016 Celli ha proposto, a Eima 2018, una versione di Rhino 4 metri in dotata di seminatrice e di un innovativo sistema telematico di raccolta dati che permette all’operatore di monitorare in tempo reale i parametri della macchina (nelle foto sopra e sotto). Rhino è principalmente pensata per i mercati esteri. LE SOLUZIONI MESSE A PUNTO PER IL MERCATO ITALIA: L’ERPICE RANGER E LA TRINCIATRICE MIZAR S Tra le novità proposte per il mercato Italia, sullo stand di Celli l’erpice Ranger (nella foto sopra) con spostamento laterale pensato per la lavorazione del terreno dei frutteti del Sud Italia, degli agrumeti siciliani in particolare. Ideale per operare con trattori di oltre 190 cavalli di potenza, ben si presta per lavorare terreni pesanti, argillosi, sassosi. È possibile variare il grado di finitura del terreno secondo le necessità. Sempre per il mercato Italia, e sempre restando in tema di frutteti e vigneti, la trinciatrice Mizar S (nella foto sopra), spostabile idraulicamente che, oltre al disco tagliafilo, può essere equipaggiata a scelta con un trincino o un erpicino che la rendono una macchina polifunzionale nella lavorazione interfilare e nel sottofila. BAULATRICI E VANGATRICI In tema di baulatrici, Celli ha proposto la loro prima applicazione sull’erpice pieghevole Maxi P da 7 metri (nella foto sopra), il che dimostra che l’azienda prosegue nello sviluppo di innovazioni tecniche (come lo studio sui bauli e vomeri posteriori e sulle loro regolazioni idrauliche) che rendono le baulatrici adatte ai diversi tipi di terreni e di coltivazioni. Anche le vangatrici Celli sono interessate dall’ampliamento di gamma: a dimostrarlo, sullo stand bolognese, la nuova G190 280 con assi smontabili (nella foto sotto). Il modello più piccolo della sua categoria, le cui dimensioni la rendono perfetta per i terreni più pesanti. © Emanuela Stìfano Attrezzature lavorazione terreno | Celli | Eima International 2018