Che cosa cambierà nella prossima Pac? Quali saranno i riflessi sul sistema agricolo italiano ed europeo? Confai ne parlerà a Fieragricola, 110ª rassegna internazionale dedicata al settore primario, con un convegno su «Le nuove regole della Pac. Le ricadute per l’agricoltura e le imprese agromeccaniche».
L’appuntamento è per sabato 4 febbraio alle 10,30 in Sala Salieri (Centro Congressi Europa). Il convegno è realizzato in collaborazione con Unacoma (l’Unione dei costruttori di macchine agricole, aderente a Confindustria) e L’Informatore Agrario. Dopo i saluti del presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani, Leonardo Bolis, e del presidente di Unacoma, Massimo Goldoni, interverranno il prof. Angelo Frascarelli (Università di Perugia) con una relazione incentrata sui pagamenti diretti agli agricoltori, e il prof. Ermanno Comegna (economista agrario) sulle misure dello sviluppo rurale. Moderatore sarà Marco Limina, direttore di Mad-L’Informatore Agrario.
Il fenomeno del contoterzismo è in una fase di consolidamento, tenuto conto che l’agricoltura è sempre più un’attività in outsourcing. «E con la proposta di riforma della Pac post 2013 e l’introduzione del greening – calcola Sandro Cappellini, coordinatore nazionale di Confai – sarà necessario implementare di almeno il 20 per cento gli occupati». L’obbligo del cosiddetto inverdimento e delle rotazioni colturali, infatti, comporterà per le imprese di meccanizzazione agricola di implementare il parco macchine e di aumentare sensibilmente i dipendenti e i collaboratori. Tanto che, stima Confai, «nel giro di tre/quattro anni potremmo incrementare gli occupati del settore anche fino a 9-10mila addetti in più». Molto dipenderà anche dalla possibilità di integrazione nel comparto agricolo e di poter accedere alle misure legate ai Programmi di sviluppo rurale. Un’apertura significativa, in tal senso, è arrivata nei mesi scorsi dalla Regione Sardegna, che sulle misure legate all’innovazione ha ammesso al bando anche le imprese di meccanizzazione agricola.
Nella foto: Leonardo Bolis, presidente di Confai Fonte: Confai