Il mercato mondiale delle macchine agricole ha raggiunto volumi molto elevati, ed è ormai localizzato soprattutto nei paesi emergenti. Tuttavia, lo snodo per le transazioni commerciali è in Europa.
«Degli oltre 2 milioni e 130 mila trattrici vendute nel 2014 nei principali paesi del mondo, quasi il 60% è stato collocato in quattro mercati emergenti – India, Cina, Brasile e Turchia – ma le grandi piazze in cui si trattano le partite di macchinario agricolo sono quelle del ‘vecchio continente’, con le rassegne storiche di Hannover, Bologna, Parigi e Saragozza. Tra queste, l’Eima di Bologna (1.800 espositori nell’edizione 2014, con 235 mila visitatori) è quella che vanta e il più alto livello di internazionalità, avendo operatori economici che arrivano da 124 Paesi, e che scelgono la rassegna italiana per conoscere le novità di prodotto e per confrontare l’offerta di tecnologie oggi disponibile a livello globale».
Così Massimo Goldoni, presidente di FederUnacoma, la federazione dei costruttori italiani di macchine agricole organizzatrice di Eima International, commenta i dati sul mercato delle trattrici diffusi da Agrievolution, l’associazione mondiale dei paesi produttori.
«Nessun evento ha la dimensione e l’attrattiva che hanno le grandi rassegne europee – ha detto Goldoni – e nessuno la collocazione strategica di Bologna».
LUOGO D’INCONTRO PRIVILEGIATO
Negli anni prossimi – secondo le stime degli organismi internazionali di settore – il mercato della meccanizzazione continuerà a crescere in modo consistente, e gradualmente coinvolgerà anche il continente africano, con le sue enormi potenzialità; è quindi fondamentale – secondo FederUnacoma – che l’Eima resti il luogo d’incontro privilegiato per gli operatori del settore, collocandosi come crocevia tra il Nord e il Sud, tra l’Oriente e l’Occidente del Mondo.
«Questa è la sfida che dobbiamo oggi fronteggiare, e che sta impegnando insieme la nostra Federazione e BolognaFiere che è nostro partner storico – ha aggiunto Goldoni – e siamo tutti convinti che, se la città vuole mantenere questo ruolo centrale per i flussi commerciali della meccanica agricola, occorrono investimenti e un progetto d’ampio respiro che coinvolga anche gli enti locali».
Fonte: FederUnacoma