HomeMercatiExport macchine agricole: la Cina “può essere” vicina Export macchine agricole: la Cina “può essere” vicina Mercati 13/03/2025 - meccagri La Cina è uno dei più importanti mercati a livello globale, un player ammirato e temuto al tempo stesso per la sua capacità produttiva e commerciale, ma anche un importatore di merci che, sempre più orientato a prodotti tecnologici di elevata qualità indirizzati a precisi segmenti, può offrire interessanti opportunità all’agromeccanica made in Italy. È questo, in estrema sintesi, lo scenario delineato durante il webinar dal titolo “Agroindustria Italiana in Cina – focus sulle opportunità per le macchine agricole italiane nel mercato cinese” organizzato lo scorso 26 febbraio da ITA-Italian Trade Agency Ufficio ICE di Pechino, con la partecipazione di rappresentanti di ICE/ITA, di FederUnacoma, della Camera di Commercio italiana in Cina e di SDF Group. Un incontro di particolare interesse che, oltre a illustrare la situazione cinese degli ultimi anni dal punto di vista dell’import-export, ha delineato la direzione verso cui sta muovendo la domanda cinese di macchinario agricolo, fornendo anche importanti consigli alle imprese italiane su come approcciare il mercato locale salvaguardando i marchi e i brevetti registrati in Italia. IL MERCATO CINESE DELLE MACCHINE AGRICOLE: 80 MILIARDI DI EURO DI VALORE, CON UNA CRESCITA ANNUA DEL 7-8 PER CENTO Un mercato, quello cinese delle macchine agricole, caratterizzato dal valore di circa 80 miliardi di euro e da una crescita media annua del 7-8 per cento. Come illustrato da Francesco Pensabene (nella foto sotto), Trade Commissioner all’Ufficio di Pechino e Coordinatore degli Uffici ICE/ITA in Cina e Mongolia, dopo il 2024 che ha fatto segnare un +8% rispetto all’anno precedente, il trend è quello di un ulteriore crescita. Il Governo, infatti, sta spingendo fortemente verso l’elettrificazione delle macchine agricole, l’economia verde e la sicurezza alimentare, incentivando gli agricoltori con sussidi governativi finalizzati a valorizzare i prodotti nazionali, a scapito di quelli importati. Quattro fattori che rappresentano la “locomotiva” che sta trainando l’industria nazionale cinese, chiamata nei prossimi tre anni a rispondere all’obiettivo di dotare almeno il 75 per cento delle macchine per l’aratura, la semina e la raccolta di sistemi di elettrificazione e delle più recenti tecnologie. Leggi anche >>> CIAME 2024: macchine ibride ed extra large al centro di un’edizione record, dallo sguardo globale UN APPROCCIO GRADUALE E MIRATO, ORIENTATO ALLA QUALITÀ: L’ATTEGGIAMENTO VINCENTE PER FARSI STRADA NELMERCATO CINESE Il consiglio di Pensabene è quello di mantenere un approccio “graduale” verso questo mercato, osservando la richiesta: il fabbisogno cinese si concentra infatti in tre province ad alto coefficiente tecnologico, Xinjiang, Henan e Anhui. Qui vengono segnalati importanti tassi di incremento nell’acquisizione di macchine agricole, comparto dove la qualità made in Italy può dire la sua. EXPORT TOTALE DELL’ITALIA VERSO LA CINA IN AUMENTO NEL 2024, CON FONDATE POTENZIALITÀ PER UNA CRESCITA FUTURA Sul fronte dell’interscambio complessivo, stando ai dati forniti da China Customs che, come è stato fatto presente dai relatori del webinar, spesso sono discordanti rispetto a quelli di fonte euroepa, l’Italia è il diciottesimo mercato di destinazione dell’export cinese – che cresce ad un ritmo superiore al 7% annuo e si rivolge in particolare a Stati Uniti, Russia e India– ed è tra le prime dieci destinazioni delle nostre esportazioni a livello globale. Nei primi 11 mesi del 2024 le esportazioni totali italiane dirette verso il Paese del Dragone sono cresciute del 21 per cento, a differenza di quelle di altri Paesi abituali clienti della Cina e concorrenti dell’Italia, come Germania, Francia e Stati Uniti, che hanno accusato forti decrementi, compresi tra il 7 e il 12 per cento. «Questo – ha fatto presente Pensabene – deve farci riflettere sulla necessità di inserirci in questa fase nel processo di internazionalizzazione per quanto riguarda la meccanizzazione agricola, così da incrementare il trend positivo del nostro export in un mercato “imprenscindibile” come quello cinese». Nonostante, infatti, la flessione in corso dell’economia cinese, che cresce a un tasso destagionalizzato del 4,7% ,e la domanda in sofferenza, la Cina si conferma un mercato assolutamente strategico e la crescita al 4,2% della produzione industriale cinese avvalora questa tesi. DOPO LA CRESCITA A DUE CIFRE DEL 2023, CON “MADE IN CHINA 2025” È PREVISTO UN CROLLO DELLE IMPORTAZIONI CINESI DI TRATTORI E MACCHINE AGRICOLE Fonte: FederUnacoma, dati Istat Fabio Ricci (nella foto sotto), vice direttore generale di FederUnacoma, ha fatto il punto sulla situazione sull’industria italiana nel settore della meccanizzazione agricola: la produzione nazionale ha subito un calo del 19,5% nel 2024, con un fatturato stimato di 13,2 miliardi di euro (dati stimati). Nonostante anche l’export sia stato complessivamente negativo nei primi 11 mesi del 2024, con una flessione del 15,7% che ha fermato l’asticella a quota 5,6 miliardi di euro (dati provvisori), bisogna segnalare l’incremento dell’export italiano di trattrici e macchine agricole verso la Cina, che figura tra i primi 20 Paesi di destinazione delle esportazioni italiane e che, insieme alla Grecia e al Portogallo, registra un significativo incremento nell’acquisto delle nostre merci. Cifre alla mano, nel 2023 le importazioni di trattrici e macchine agricole in Cina hanno raggiunto un valore di 1,2 miliardi di euro (+18,1% rispetto al 2022) e l’Italia risultava essere il 4° Paese fornitore della Cina, dopo Stati Uniti, Germania e Francia, detenendo una quota di mercato del 5,6%. Secondo alcune pre-stime, nel 2024 le importazioni cinesi di macchinario agricolo dovrebbero attestarsi su un valore complessivo di 743 milioni di euro, in calo del 37,8 percento. Questo dato non è però un fulmine a ciel sereno: nel periodo 2025-2028 il tasso di variazione medio annuo in euro correnti delle importazioni cinesi è stimato intorno al -7,5%. Tale stima è da ricondurre al piano “Made in China 2025” varato nel 2015 che interessa anche il comparto delle macchine agricole e mira a trasformare il Paese orientale in una potenza tecnologica avanzata all’avanguardia in ambiti come l’Intelligenza Artificiale, l’Internet of Things, la robotica e la sensoristica. I TOSAERBA TRAINANO L’IMPORT ITALIANO DI MACCHINARIO AGRICOLO DALLA CINA Fonte: FederUnacoma, dati Istat Sul fronte delle importazioni italiane di macchine agricole dalla Cina, secondo fonte Istat cè stata una costante crescita nel corso degli anni, che ha determinato un disavanzo del saldo commerciale con il Paese asiatico del 30%. dovuto soprattutto a tosaerba (27%), macchine per la raccolta (15%), attrezzature per la semina, il trapianto e la concimazione (13%), macchinari per l’allevamento (5%) e per la movimentazione e il trasporto (4%). AGENZIA ICE E FEDERUNACOMA: UNA COLLABORAZIONE DI LUNGA DATA PER PROMUOVERE L’AGROMECCANICA ITALIANA IN CINA Per promuovere l’industria italiana in Cina, dal 2013 l’Agenzia ICE in collaborazione con FederUnacoma organizza una partecipazione collettiva alla fiera annuale di settore Ciame, il principale evento fieristico per il continente asiatico. Leggi anche >>> CIAME 2024: collettiva di aziende italiane alla fiera per la meccanica agricola in Cina Nel 2019, inoltre, FederUnacoma ha commissionato all’Ufficio ICE di Pechino uno studio di settore per capire meglio quali siano le opportunità nel settore della meccanizzazione agricola per le culture ortofrutticole, ambito nel quale l’Italia vanta una leadership a livello mondiale, oggetto di uno specifico seminario di presentazione dei risultati. Infine, è stato siglato un accordo con Camda (Chinese Agricultural Machinery Distribution Association), l’associazione dei distributori di macchine agricole cinesi nonché ente organizzatore del CIAME, per favorire le relazioni tra le rispettive imprese associate, condividere i dati di mercato interni sulle macchine agricole e promuovere gli eventi fieristici CIAME ed EIMA International. FederUnacoma ha poi preso parte a diversi eventi istituzionali – non ultimo il Business forum Italia-Cina, tenutosi l’anno scorso a Verona – nei quali l’Agritech rientrava tra i settori focus. LE OPPORTUNITÀ PER IL MADE IN ITALY IN CINA LEGATE SOPRATTUTTO ALLE MACCHINE PER LE COLTURE SPECIALIZZATE, A QUELLE ALTAMENTE TECNOLOGICHE PER L’AGRICOLTURA DI PRECISIONE E ALLA COMPONENTISTICA Quali sono, dunque, i settori del mercato dove le aziende italiane possono ottenere risultati migliori? Come anticipato, il comparto delle macchine agricole per le colture specializzate (frutta e ortaggi) è ancora poco sviluppato in Cina, essendo la produzione locale maggiormente orientata a sviluppare tecnologie per le colture a campo aperto. L’industria italiana, che vanta invece una solida tradizione in questo specifico settore, potrebbe pertanto ritagliarsi delle promettenti nicchie di mercato. Brillanti prospettive si possono individuare anche per le tecnologie all’avanguardia in materia di precision farming e smart farming (guida assistita, all’applicazione di fertilizzanti e prodotti fitosanitari con rateo variabile ecc.) e irrigazione intelligente, abbinate anche alle pratiche agronomiche sostenibili come l’agricoltura conservativa, con il conseguente utilizzo di macchinari per la minima lavorazione del terreno e per il diserbo meccanico. Tutte soluzioni che permettono di fronteggiare gli effetti sul territorio cinese dei cambiamenti climatici e delle pratiche agricole intensive. LA GUERRA COMMERCIALE IN ATTO TRA USA E CINA POTREBBE FAVORIRE L’INDUSTRIA ITALIANA Come è stato illustrato nel corso del webinar da Federico Gaiazzi, CEO di Deutz-Fahr Machinery China, il gruppo italiano SDF possiede uno stabilimento produttivo in Cina, a Linshu, nella provincia dello Shandong, dove vengono prodotti trattori da 50 a 280 CV e mietitrebbie da 32 a 260 CV Un altro importante fattore da considerare è la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, che potrebbe favorire una maggiore presenza dell’industria italiana nel Paese orientale. Alcune pre-stime indicano, come anticipato, un sensibile calo delle importazioni cinesi di macchine americane nel 2024 (si tenga presente che nel 2023 circa il 40% delle importazioni di macchinari agricoli erano di provenienza americana), e l’Italia ha tutte le carte in regola per sostituirsi agli USA soprattutto nel settore dei macchinari da campo aperto ad alto contenuto tecnologico. L’ultimo settore chiave riguarda la componentistica, tra i prodotti maggiormente richiesti dai costruttori cinesi. Le imprese locali stanno sempre più ricercando componenti di qualità per offrire su mercati esteri macchinari made in China con un elevato contenuto tecnologico, in conformità con gli obiettivi del programma strategico “Made in China 2025”. L’Italia, ancora una volta, potrebbe ricoprire un ruolo da protagonista grazie ai suoi prodotti di alta qualità e ai diversi insediamenti produttivi e filiali presenti da anni nel territorio cinese. IL DESK ICE PECHINO A FIANCO DELLE AZIENDE PER PROTEGGERE I MARCHI E I BREVETTI IN CINA Durante il webinar sono stati forniti anche importanti consigli su come registrare il marchio di un’azienda e i suoi brevetti in Cina affinché risultino protetti. Nel corso del webinar l’avvocato Carlo Diego D’Andrea, responsabile del Desk ICE Pechino, ha delineato il percorso che le imprese devono seguire per poter commerciare in maniera sicura e protetta nella Repubblica Popolare Cinese. Agenzia ICE ha costituito infatti, presso il proprio Ufficio di Pechino, il Desk “Assistenza e tutela per la proprietà intellettuale e ostacoli al commercio”, con l’obiettivo di fornire attività di prima assistenza, informazione, formazione e monitoraggio delle normative in materia di Proprietà Intellettuale e di Accesso al Mercato in Cina. Screenshot Tra le varie attività svolte riguardo alla proprietà intellettuale, sono particolarmente importanti i chiarimenti e le indicazioni sulla procedura per la registrazione del Marchio e del deposito della domanda di concessione di Brevetto: infatti, i marchi e i brevetti registrati in Paesi esteri come l’Italia non sono riconosciuti dall’ordinamento cinese e il pre-uso non è tutelato giuridicamente in quanto vige il principio del deposito antecedente (first to file, first to use) che dà prevalenza al primo depositante. PRIMA DI INTRODURRE I PROPRI PRODOTTI O SERVIZI IN CINA È FONDAMENTALE PROVVEDERE IN VIA PRELIMINARE AL DEPOSITO NELLA RPC DELLA DOMANDA DI REGISTRAZIONE DEI MARCHI COMMERCIALI E DEI BREVETTI AZIENDALI Qualora si utilizzasse il proprio marchio commerciale senza registrazione, sarebbe impossibile ricorrere agli strumenti di tutela previsti in caso di usurpazione o contraffazione, con il rischio di dover effettuare dei risarcimenti o di vedere la propria merce sequestrata. Prima di depositare la domanda di registrazione di un nuovo marchio è quindi importante effettuare la “ricerca di anteriorità” per verificare l’esistenza di preesistenti marchi similari o identici nelle classi merceologiche di interesse. In alternativa al procedimento di registrazione di un Marchio in Cina, si può procedere con il procedimento per la registrazione internazionale, nella quale si dichiarano gli Stati di interesse ai fini dell’estensione. © Barbara Mengozzi Francesco Ponti Fonte immagini: Le immagini in ambito fieristico si riferiscono all’edizione 2024 di CIAME (fonte CIAME), International Poverty Reduction Center in China. Fonte tabelle: FederUnacoma, dati Istat. Cina | macchine agricole