Fendt 939 Vario S4, il re dei re

Trattori 03/10/2017 -
Fendt 939 Vario S4, il re dei re

La gamma 900 Vario di Fendt, del quale il 939 Vario S4 Profiline è il modello capostipite, è probabilmente quella più venduta in Europa, nonché la più ambita nel segmento dell’alta potenza, ovvero degli “over 270 cavalli”.

Trae la sua origine dal 926 Vario, presentato nell’ormai remoto 1995, il primo trattore di altissima potenza (per quei tempi) dotato di trasmissione a variazione continua. Da allora le evoluzioni sono state davvero tante…

Anche solo considerando la potenza, la gamma 900 attuale parte dal modello 927, che offre già 275 CV (202 kW), ed arriva appunto al 939 che sfiora la soglia dei 400 CV. Per la precisione, eroga all’albero motore ben 396 CV (cioè 291 kW, misurati secondo la ECE R 120).

Il cavallo da tiro, ovvero l’effige del marchio che fa bella mostra di sé sul cofano (nella foto sotto), è proprio azzeccato su una macchina che è stata esplicitamente progettata per esprimere grandi doti in termini di trazione, grazie ai 305 CV (224 kW) misurati al gancio di traino durante alcuni test svolti in Germania dalla ben nota DLG.

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Questa grande capacità di “scaricare a terra la potenza” è garantita anche dall’elevata capacità in termini di zavorratura, che su questa gamma raggiunge ben 7,2 t (ben 72 quintali, per dirla in termini agresti…).

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Sulla gamma 900 Vario, la zavorratura può arrivare a 7200 kg complessivi.

 

Quando serve, i 900 Vario di Fendt sanno anche essere leggeri (in relazione alla stazza) e maneggevoli, grazie al passo, contenuto in 3,05 m, alla massa a vuoto di 10.900 kg e alla massa massima ammissibile (a 40 km/h) che raggiunge il ragguardevole valore di 18.000 kg.

D’altra parte, tutta la produzione trattoristica di Fendt, a partire dai “piccoli” della gamma 200 Vario, è un concentrato di tecnologia elettronica, per ottimizzare le prestazioni delle macchine.

E proprio sui 900 Vario, dove la potenza da gestire è davvero tanta, l’elettronica garantisce un supporto fondamentale all’operatore, specialmente nelle manovre ripetitive, grazie alle ampie opzioni di impostazione di sequenze di operazioni predefinite.

MOTORE

Nel sottocofano dei Fendt 900 lavora instancabile l’ormai celeberrimo 6 cilindri Deutz TCD7.8L6 (nella foto sopra) da 7.750 cm³, un common rail ad alta pressione (2.000 bar) e 4 valvole per cilindro, dotato di doppio turbocompressore.

Per la versione tarata a 390 CV (ECE R24), il costruttore dichiara un valore di consumo specifico minimo di soli 192 g/kWh, equivalente ad un’efficienza del 44,2%, al top dell’attuale classifica dei motori diesel ad uso agricolo. E grazie al TMS, il 939 Vario mantiene i consumi di gasolio a valori davvero contenuti in un ampio range di condizioni di funzionamento.

Ragguardevole anche la coppia massima di 1538 Nm, che rimane pressoché costante tra 1.400 e 1.600 giri/min. È invece poco significativa la riserva di coppia (18%), la cui importanza è notevolmente ridimensionata se il propulsore lavora accoppiato, come in questo caso, ad una trasmissione CVT.

Il regime nominale di rotazione è di soli 2.100 giri/min, mentre il minimo si attesta a 800 giri/min. I due turbocompressori lavorano in serie, coadiuvati da un intercooler intermedio: in pratica, la prima turbina, che ha un diametro più piccolo e lavora a bassa pressione, comprime l’aria che viene raffreddata dall’intercooler, per passare poi ad una turbina ad alta pressione, di diametro maggiore.

Il tutto si traduce in un contenuto più elevato di ossigeno (il comburente), a tutto vantaggio di una combustione ottimale del gasolio.

I requisiti richiesti dalla normativa anti-inquinamento Stage 4 (Tier 4 Final) sono soddisfatti con la combinazione del ricircolo esterno e raffreddato dei gas di scarico (EGR, denominato AgrEX da Fendt), dall’SCR con Ad-Blue e da un filtro antiparticolato di tipo passivo (CSF, Coated Soot Filter). Quest’ultimo, in particolare, viene rigenerato durante il normale funzionamento del trattore, e non richiede un’ulteriore iniezione attiva di gasolio nel condotto di scarico.

Oltreché con il ricircolo esterno e raffreddato dei gas di scarico (EGR), i requisiti richiesti dallo Stage 4 (Tier 4 Final) in tema di emissioni antinquinamento sono soddisfatti con la combinazione di un SCR (a destra) e un filtro antiparticolato di tipo passivo (CSF, Coated Soot Filter, in alto a sinistra).

 

Da segnalare anche il ventilatore reversibile, in grado di invertire automaticamente al bisogno il flusso d’aria, in modo da tenere efficacemente puliti gli elementi dei radiatori.

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Il ventilatore dei radiatori è reversibile, in modo da tenere efficacemente puliti gli elementi dei radiatori.

 

TRASMISSIONE

Dal 1995, l’intera produzione trattoristica di Fendt è stata caratterizzata dall’applicazione di trasmissioni a variazione continua. Da allora, il CVT è stato adottato (anche se non in esclusiva) da molti concorrenti, ed è oggi la tipologia di trasmissione più frequentemente riscontrabile nei modelli del segmento di alta potenza.

In sostanza, si tratta di uno “split-power idromeccanico”, dove grazie ad un meccanismo epicicloidale la potenza fornita dal motore viene suddivisa in due rami, uno meccanico e l’altro idraulico, per poi essere riunita in uscita per mezzo di un altro epicicloidale. In tal modo, è possibile trasmettere la maggior parte della potenza per via meccanica (quindi con un rendimento elevato), e sfruttare la quota parte che viene trasferita per via idraulica per modulare la velocità in uscita dal cambio, accelerando o rallentando il moto proveniente dalla via puramente meccanica, in funzione delle esigenze del momento.

La versione attuale della trasmissione ML260 Vario è un’evoluzione di quella originale, debitamente irrobustita e dotata ora di un cuscinetto a rulli cilindrici che scorrono sull’albero della pompa idraulica deputata ad alimentare i due idrostati, con pressioni fino a 550 bar.

Inoltre, la ML 260 della gamma 900 Vario si avvale di funzioni elettroniche di controllo che migliorano ulteriormente il coordinamento tra motore e cambio. Tra queste, è inclusa la limitazione automatica del calo di regime motore (denominata “2.0”), che permette al trattorista di impostare il limite di carico del motore a seconda della severità delle lavorazioni da svolgere, in modo da selezionare in continuo il rapporto di trasmissione più adatto al contenimento dei consumi di combustibile.

La versione attuale ML260 del Vario di Fendt è ora dotata di un cuscinetto a rulli cilindrici che scorrono sull’albero della pompa idraulica deputata ad alimentare i due idrostati, con pressioni fino a 550 bar.

 

Anche le velocità di lavoro impostabili con il Tempomat sono facilmente modificabili tramite il terminale Vario, così come le velocità massima che il trattore deve raggiunge ad inversore di marcia inserito. Ad ogni modo, si tratta di una trasmissione le cui prestazioni sono di elevato livello in campo, ma che mostra il meglio di sé nei trasporti su strada; è infatti progettata per far lavorare il motore a regime motore ridotto a 60 km/h (una velocità possibile da raggiungere in Germania, in determinate condizioni), e che pertanto a 40 km/h fa funzionare il propulsore a soli 1.200 giri/min!

 IMPIANTO IDRAULICO
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Sui 900 Vario Fendt offre come opzione base una pompa da 110 l/min, ma in opzione è possibile averne una versione da 152 o addirittura da ben 205 l/min.

 

La configurazione del circuito a centro chiuso con pompa Load Sensing è ovviamente un “must” per trattori di questa potenza; al riguardo, Fendt offre come opzione base una pompa da 110 l/min, ma in opzione è possibile averne una versione da 152 o addirittura da ben 205 l/min.

Per chi non si accontenta dell’efficienza offerta dalla soluzione Load Sensing, Fendt offre di serie sulla gamma 900 anche per i servizi (ovvero per l’idroguida in primis) una pompa a portata variabile, che mette in pressione l’olio idraulico solo quando serve contribuendo all’obiettivo generale di risparmio di combustibile.

I distributori elettroidraulici sono tutti a doppio effetto, controllabili e temporizzabili elettronicamente; nella versione Power ne sono installati 4 posteriormente (con un ritorno libero), mentre nella versione profiPlus sono aumentati a 6 posteriori e due anteriori di serie, con un ritorno libero anteriore e uno posteriore, oltre ovviamente all’attacco Power Beyond, sempre posteriore. Tutti i distributori sono di tipo DCUP e consentono l’innesto agevole anche se le tubazioni idrauliche sono sotto pressione.

Sui Fendt Vario l’olio dell’impianto idraulico e quello della trasmissione sono separati, allo scopo di preservare il cambio dalla presenza di eventuali impurità, nonché dalle elevate temperature a cui talvolta si arriva nel circuito principale, specie in occasione di lavorazioni gravose. Il volume di olio prelevabile è comunque di ben 87 l.

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La capacità del sollevatore anteriore (opzionale) arriva a 5.580 kg per l’intera escursione dei bracci inferiori.

 

La capacità di sollevamento del sollevatore posteriore in corrispondenza dei suoi attacchi rapidi è di 11.800 kg, esercitabile per l’intera escursione dei bracci inferiori. Analogamente, il sollevatore anteriore (opzionale) arriva a 5.580 kg, offrendo anche la funzione di controllo dello sforzo (verificare se di serie o opzionale).

 

PRESE DI POTENZA

Fendt offre di serie le modalità 540 ECO e 1.000 giri/min, ma in alternativa si può scegliere la combinazione 1.000/1.000 ECO, opzione certamente più opportuna per un trattore che comunque offre già ben 145 CV con il motore a 1.000 giri/min, più che abbondanti per azionare qualsiasi attrezzatura che funziona con i canonici 540 giri/min. Infatti, selezionando la PTO a 1.000 giri/min i 540 voluti si ottengono proprio intorno a quel regime motore.

Purtroppo, nonostante il modello sia top di gamma, non c’è la possibilità di poter disporre di tutte le 4 modalità più popolari, e ci si debba “accontentare” di solo due. La pdp anteriore (opzionale) è disponibile a 1.000 giri/min.

 

ASSI E FRENI

Irrobustito rispetto alle precedenti versioni, con sospensioni idropneumatiche, autolivellante e bloccabile al 100% quando necessario, a ragion veduta l’asse anteriore a doppi quadrilateri indipendenti e ben 300 mm di corsa si è rivelato davvero eccezionale, sia in campo che su strada.

Ulteriore dettaglio (non di poco conto) sono gli snodi e i cuscinetti esenti da manutenzione; quindi, niente boccole sulle quali intervenire per i periodici ingrassaggi. Si tratta di un’innovazione davvero gradita, di indubbia derivazione automotive, che permette di raggiungere elevati angoli di sterzo, incrementando al contempo il livello di sicurezza nella percorrenza veloce, cui contribuisce non poco anche il controllo della stabilità FSC (Fendt Stability Control). Per assicurare una maggiore precisione nella sterzata, una maggiore stabilità di marcia in curva e un minore trasferimento di carico sull’anteriore in fase di frenata.

Oltre i 20 km/h, l’FSC blocca la compensazione idraulica fra lato destro e lato sinistro dell’asse, annullando di fatto il rollio. All’opposto, sotto i 15 km/h la compensazione idraulica si reinserisce automaticamente, per ottimizzare il contatto con il terreno.

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Oltre i 20 km/h, l’FSC (Fendt Stability Control) blocca la compensazione idraulica fra lato destro e lato sinistro dell’asse anteriore, annullando il rollio e assicurando in tal modo una maggiore precisione nella sterzata.

 

Grazie ad una nuova accurata regolazione dell’intervento dell’idroguida, il feeling di guida con il mezzo è ancora migliorato; la sensazione è quella di una guida “automobilistica”, con le ruote direttrici che all’uscita da una curva tendono a raddrizzarsi da sole. Inoltre, è ora disponibile come optional il VarioActive, il cosiddetto “sterzo attivo” che nelle manovre di fine campo permette di dimezzare il numero di giri del volante per eseguire la sterzata completa.

Nelle manovre di fine campo, il VarioActive permette di dimezzare il numero di giri del volante per eseguire la sterzata completa.

 

Un’ulteriore peculiarità di stampo automotive è il pedale del freno non sdoppiato; se si vuole frenare su una sola ruota, bisogna impostare la relativa funzione mediante il terminale VarioTronic. Per chi non ne avesse abbastanza, in opzione c’è anche l’ABS.

 

VARIOGRIP

Un’opzione non nuova in assoluto, ma ottimizzata specificamente per le caratteristiche delle macchine Fendt (e ovviamente offerta a richiesta anche per la gamma 900) è il VarioGrip, ovvero la funzione che permette di modulare in continuo e direttamente dal posto di guida la pressione degli pneumatici sia posteriori che anteriori, in funzione delle esigenze della lavorazione al momento in esecuzione.

In particolare, il valore aggiunto di Fendt è la completa integrazione nella struttura della macchina, risolvendo le complicazioni (e a volte i problemi…) di un montaggio in retrofit. In tal modo, è possibile regolare le coperture a basse pressioni in campo (anche fino a soli 0,6 bar), per incrementare efficacemente la superficie di contatto con il terreno e quindi l’aderenza, aumentandole quando si ritorna su strada per il trasporto o il trasferimento, a tutto vantaggio della sicurezza di marcia e diminuendo al contempo la resistenze al rotolamento, per una durata più lunga delle gomme.

A conti fatti, in entrambe le situazioni si verificano benefici economici. In campo, grazie alla trattività migliorata, si possono adottare velocità di lavoro più alte, concludendo quindi in minor tempo la lavorazione; si diminuisce il compattamento, per cui si registra una produzione più copiosa delle colture e si spenderà meno combustibile per il successivo ripristino della struttura ottimale del terreno.

In strada, oltre all’aumento di sicurezza (che comporta un vantaggio economico non quantificabile, ma in certi casi molto elevato…), grazie al minor attrito si diminuisce il consumo di gasolio per l’avanzamento e si preservano gli pneumatici.

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Con il VarioGrip è possibile modulare in continuo e direttamente dal posto di guida la pressione degli pneumatici sia posteriori che anteriori, in funzione delle esigenze della lavorazione.

 

Dal terminale Vario è possibile impostare due valori di regolazione per asse (ad esempio, “campo” e “strada”) e anche con il veicolo in movimento è possibile variare la pressione di gonfiaggio premendo semplicemente un tasto. In particolare, per aumentarla di 1 bar occorrono circa 10 minuti (tempo variabile in funzione del volume interno delle coperture montate), mentre per diminuirla della stessa entità sono sufficienti due minuti.

 

POSTO DI GUIDA

La cabina “X5” montata sui 900 Vario è spaziosa, confortevole e dotata dei comfort più evoluti e… sfiziosi (come ad esempio il frigobar); è dotata di sospensioni automatiche su 3 punti, due posteriori e uno anteriore centrale; per un comfort senza eguali, in opzione è disponibile anche la versione con sospensioni attive, che lavorano in sinergia con la sospensione, anch’essa attiva, del sedile (a richiesta).

La cabina “X5” montata sui 900 Vario, spaziosa e confortevole, è dotata di sospensioni automatiche su 3 punti, due posteriori e uno anteriore centrale.

 

Tra gli innumerevoli optional è ovviamente inclusa la guida retroversa. Il sedile per il secondo occupante dell’abitacolo è di serie, anche in questo caso con un’opzione “de luxe”. Il parabrezza, incollato nella sua sede come si usa nel settore automotive, è realizzato in vetro stratificato di sicurezza; in aggiunta è riscaldabile, per un veloce sbrinamento.

Per la miglior visibilità in caso di pioggia o neve il tergicristallo agisce su una superficie circolare di ben 300°, per assicurare una visione ottimale anche nella zona delle ruote anteriori; inoltre, il meccanismo in posizione di riposo è a scomparsa dentro il cofano.

Il tergicristallo agisce su una superficie circolare di ben 300°, per assicurare una visione ottimale anche nella zona delle ruote anteriori.

 

L’intensità delle luci interne è regolata in automatico in funzione della luminosità esterna, per la miglior leggibilità della strumentazione di bordo. Tutti i comandi risultano davvero ben collocati; la console di controllo alla destra del sedile di guida è molto compatta, e comprende le principali funzioni di controllo di trasmissione e delle prese di potenza.

La console di controllo è molto compatta e comprende le principali funzioni di controllo di trasmissione e delle prese di potenza; il terminale VarioTronic, che riassume in sé il controllo completo del trattore, è stato ulteriormente migliorato.

 

Ulteriori piccole, ma significative, migliorie sono state introdotte nel VarioTronic, che Fendt propone come terminale unico per l’integrazione di tutti i comandi del trattore (idraulica, gestione degli attrezzi ISObus, eventuali videocamere, guida automatica, documentazione delle operazioni di campo svolte, ecc).

La versione prevista di serie è da 7”, ma sull’esemplare in prova c’era quello più ampio da 10.4”, che permette di visualizzare 4 videate contemporaneamente. Il frontale è in vetro antigraffio, ha retroilluminazione a Led, ed è dotato della funzione Bluetooth.

All’esterno della cabina c’è (di serie) il connettore ISObus, già predisposto per il collegamento a tutti i dispositivi GPS più popolari offerti sul mercato.

 

LA PROVA

Nel mese di Aprile 2017, presso l’Az. Agricola Canella, sita nel delta del Po in località Cà Mello a Porto Tolle (RO), è stato messo alla frusta un Fendt 939 Vario S4 impegnato in lavori di preparazione del letto di semina, in accoppiamento in alternativa con un coltivatore ad ancore a dischi e un erpice rotante.

Nel dettaglio, il coltivatore era un Roller 500 prodotto dalla Dante Macchine Agricole di Bagnoli di Sopra (PD), della larghezza di lavoro di 5 m e della massa di ben 6800 kg circa, costituito da due gruppi di dischi ondulati a due ranghi Ø 630 mm (con 20 dischi per rango) intervallati da altri 2 ranghi di ancore elastiche “chisel” (8 e 9 ancore per rango rispettivamente).

Il coltivatore Roller 500 (sopra) è costituito da due coppie di ranghi di dischi ondulati (sotto a sinistra) intervallati da 2 ranghi di ancore elastiche “chisel” (sotto al centro). Per il trasporto di avvale di due ruote pneumatiche della misura 435/50R195 (sotto a destra).

 

In trasporto, il coltivatore è ripiegabile in due sezioni affiancate in verticale, ed è trainato appoggiando al suolo tramite due ruote con pneumatici 435/50R195, movimentate tramite due cilindri idraulici. L’accoppiamento con il trattore avviene tramite un timone fisso, che termina con una barra articolata, agganciata per mezzo di una coppia di rotule ai bracci inferiori dell’attacco a 3 punti del sollevatore. L’altezza da terra dell’aggancio in lavoro è di 0,48 m, valore che per questioni di ingombro aumenta a 1,04 m in trasporto.

Per il trasporto, il coltivatore è ripiegabile in due sezioni affiancate in verticale (sopra) accoppiandolo al trattore tramite un timone fisso (al centro) che termina con una barra articolata, agganciata per mezzo di una coppia di rotule ai bracci inferiori dell’attacco a 3 punti del sollevatore (sotto).

 

In alternativa al coltivatore, il Fendt 939 S4 Vario è stato fatto lavorare in abbinamento con un erpice a denti rotanti mod. Toro da 7 m di larghezza di lavoro e di 3.400 kg di massa, prodotto dalla Maschio di Campodarsego (PD), composto da 24 rotori a 2 coltelli e completato con un rullo packer posteriore.

L’erpice Toro (sopra) è costituito da 24 rotori con due coltelli ciascuno (al centro), e completato in questa versione con un rullo packer posteriore (sotto).

 

Per il trasporto, anche l’erpice è ripiegabile in due sezioni disposte verticalmente (nella foto sotto).

 

Il Fendt 939 Vario S4 era equipaggiato con pneumatici anteriori 710/60 R34 (gonfiati a 1,4 bar) e posteriori 900/60 R42 (a 1,2 bar); si tratta di valori di pressione ottimali per esercitare un ottimo sforzo di trazione nonché, caratteristica molto importante in questo frangente, per evitare di compattare eccessivamente il terreno precedentemente lavorato, considerando anche le notevoli masse in gioco, sia della motrice che delle attrezzature.

Per riequilibrare in modo congruo, soprattutto in trasporto, il carico posteriore a sblazo rappresentato dalle due attrezzature descritte, il Fendt 939 Vario S4 montava una zavorra dedicata da 2.500 kg, da applicare al sollevatore anteriore.

Per effetto di questo allestimento, la distribuzione delle masse del solo trattore risulta piuttosto insolita: su un totale di 14.500 kg, solo il 40% circa grava sull’asse posteriore e il restante 60% su quello anteriore.

La situazione si riequilibra con il montaggio delle due operatrici sull’attacco a 3 punti, in modo che sull’asse anteriore gravi il 35-40% della massa totale dell’insieme, e il restante 60-65% sul posteriore, garantendo in tal modo un adeguato livello di sicurezza nel trasporto veloce su strada, specie nelle fasi più impegnative (accelerazioni, frenate, percorrenza curve, ecc.).

Tab. 1 – Masse e distribuzione sugli assi del Fendt 939 Vario S4 da solo e in combinazione con le attrezzature usate per la prova.
Combinazione Asse anteriore
Asse posteriore
Totale, kg
kg % kg %
Solo trattore (*) 8.780 60,6 5.720 39,4 14.500
Trattore (*) + coltivatore 7.600 35,7 13.680 64,3 21.280
Trattore (*) + erpice 5.920 37,9 11.120 62,1 17.900

(*) = con 2.500 kg di zavorra anteriore

 

Il coltivatore e l’erpice rotante sono stati fatti lavorare alla profondità media di 25 cm in un ampio appezzamento destinato a mais da trinciato, della lunghezza di ben 650 m, precedentemente lavorato in modo grossolano.

Si tratta di un terreno decisamente limoso (né potrebbe essere diversamente, essendo localizzato nel pieno delta del Po, a circa 2 km dal mare) che al momento della prova risultava essere piuttosto asciutto, avendo fatto registrare un’umidità del 15,5% nello strato superficiale (ovvero nei primi 12-15 cm) e solamente del 9,7% in quello più profondo (15-30 cm).

Un simile risultato non stupisce, dato che le lavorazioni sono state eseguite dopo un prolungato periodo di scarsissime precipitazioni, che date le temperature non elevate della stagione hanno comportato una limitata risalita capillare dell’acqua e hanno quindi determinato un’umidità (comunque bassa) maggiore dello strato profondo rispetto a quello più superficiale.

Il tutto ha pertanto determinato delle condizioni di lavoro particolarmente difficili, che hanno messo alla frusta il Fendt 939 e che hanno purtroppo comportato un risultato agronomico non ottimale, tale da dover richiedere un’ulteriore successiva passata per il definitivo affinamento del letto di semina per la messa a dimora del mais.

 

Lavorazione con il coltivatore

Il motore del Fendt 939 è stato impostato a 1.700 giri/min (variando in lavorazione il regime tra 1.650 e 1.780 giri/min) per una velocità effettiva rilevata di 8,7 km/h e uno slittamento medio del 13%. Ciò denota un significativo sforzo di trazione sviluppato; le prestazioni con il coltivatore potrebbero senza dubbio migliorare se fossero state montate sulle ruote posteriori le zavorre dedicate, da 1000 kg ciascuna.

In queste condizioni, la capacità di lavoro teorica è risultata di ben 4,3 ha/h; quella effettiva si riduce solo del 7 % (quindi a 4,0 ha/h), considerando l’elevata lunghezza dell’appezzamento e i 20 s impiegati per effettuare la svolta. Il trattore ha consumato 43,3 l/h (36,2 kg/h), che corrispondono a 10,8 l/ha (9,0 kg/ha) di gasolio.

Trattandosi di un motore provvisto di SCR, sono stati contestualmente consumati 0,9 l/h di AdBlue (nome commerciale dell’ormai nota soluzione di urea purissima disciolta in acqua al 32,5 % di concentrazione), con un rapporto rispetto al gasolio del 2%, il che denota un’ottimizzazione dell’impegno del motore, comunque non particolarmente elevato.

Grazie al serbatoio del combustibile da ben 600 l, nelle condizioni di prova l’autonomia sarebbe di quasi 14 ore, più che sufficiente per portare a termine una lunghissima giornata di lavoro senza necessità di rabbocco.

Ancora maggior autonomia (addirittura 40 ore) assicurerebbe il serbatoio supplementare dell’AdBlue da 36 l, tale da dover rendere necessario il rifornimento ogni 3 pieni circa del serbatoio del gasolio.

Il serbatoio dell’AdBlue è incorporato in quello del gasolio; i bocchettoni per i rifornimenti sono adiacenti, praticamente al medesimo livello da terra.

 

In effetti, con l’ormai noto TMS (il “Tractor Management System”), il Fendt 939 è riuscito a impiegare la minor quantità di combustibile possibile in relazione alle necessità, grazie al continuo dialogo tra le centraline di controllo di motore e trasmissione, che permette di ottimizzare in continuo sia il regime e il livello di carico del motore che il rapporto di trasmissione inserito, al fine di stabilire in ogni condizione il miglior compromesso in termini di rendimento globale offerto.

Lavorazione con l’erpice

Per una congrua azione di dirompimento dei coltelli dell’erpice, il regime motore è stato impostato a 1.950 giri/min teorici (variando nella pratica di poco, tra 1.940 e 1.980 giri/min), un valore comunque superiore a quello della lavorazione con il coltivatore.

Viceversa la velocità effettiva è risultata decisamente più bassa, di 3,4 km/h, con uno slittamento come logico molto limitato, solo dell’1,4 %, a confermare la necessità molto basse o addirittura nulle dell’erpice rotante in termini di sforzo di trazione.

La capacità teorica di lavoro è stata di 2,4 ha/h, che si riducono anche in questo caso solamente del 6 % a 2,3 ha/h in termini reali, in virtù delle citate ampie dimensioni dell’appezzamento e delle sue capezzagne.

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Il Fendt 939 Vario S4 al lavoro in accoppiamento con l’erpice rotante Maschio da 7 m di larghezza di lavoro.

 

La produttività è risultata comunque più bassa rispetto alla precedente lavorazione, poiché pur essendo questa attrezzatura larga 7 m (rispetto ai 5 m del coltivatore), la velocità di avanzamento era meno della metà. Risultati positivi si sarebbero dovuti osservare come capacità di sminuzzamento delle zolle, e quindi di efficiente preparazione del letto di semina. Purtroppo, nelle condizioni piuttosto critiche in cui si trovava il terreno oggetto della prova, caratterizzato da un’umidità molto bassa, questa differenza non è emersa con grande chiarezza.

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A causa dell’umidità molto bassa del terreno, pur realizzando un indubbio sminuzzamento delle zolle (sopra), la lavorazione con l’erpice (ma anche quella con il coltivatore) non ha potuto preparare un letto di semina adeguato alla messa a dimora del mais (sotto), evidenziando così la necessità di una passata successiva.

 

In compenso, il consumo di gasolio di 27,2 l/h (22,7 kg/h) è risultato decisamente inferiore (del 37 %) a quello registrato con il coltivatore; in ogni caso, il consumo di combustibile in relazione alla superficie lavorata (di 11,8 l/ha, ovvero 9,9 kg/ha) non si discosta molto, in definitiva, da quello calcolato per la lavorazione alternativa.

Il consumo di Ad-Blue in questo frangente è stato di 0,41 l/h, corrispondenti all’1,5 % del consumo di gasolio, a denotare anche in questo caso l’ottimizzazione del carico motore, comunque non elevatissimo.

Per effetto dei consumi orari inferiori a quelli registrati con il coltivatore, l’autonomia aumenterebbe in questo caso a ben 22 ore, quindi addirittura a due giorni di intenso lavoro. Di pari passo anche quella dell’AdBlue, il cui serbatoio dovrebbe essere rifornito solo dopo 88 ore di lavoro, ovvero esattamente ogni 4 pieni di gasolio.

 

Il comfort

La possanza del motore del Fendt 939 Vario S4 si nota a dovere nella rumorosità emessa nell’ambiente, dove a 7,5 m di distanza fa registrare valori compresi tra 74 e 82 dB(A) circa con il coltivatore e al regime di 1.700 giri/min; i livelli logicamente aumentano (tra 78 e 88 dB(A)) con l’erpice, dato che il motore lavorava a 1.950 giri/min e l’attrezzatura con il suo tipico funzionamento ha collaborato al livello globale.

Come atteso, in entrambi i casi il lato dove sono stati rilevati i valori più alti è quello destro, dove è collocato il terminale di scarico, mentre quello più “silenzioso” è l’anteriore, ovvero quello più distante dal lavoro dell’operatrice.

Livelli di rumorosità ambientale del Fendt 939 Vario S4, rilevati in lavoro con il coltivatore e con l’erpice.

 

Tale comportamento è confermato nei rilievi a mezzo immobile e a regimi motore crescenti, che hanno fatto registrare livelli abbastanza contenuti sino a 1.800 giri/min circa, valore oltre il quale il poderoso 6 cilindri Deutz fa sentire la sua “voce”.

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Livelli sonori all’orecchio del conducente, a trattore immobile e regimi motore crescenti.

 

Analogamente, all’orecchio del conducente i livelli sonori sono superiori nell’erpicatura rispetto alla lavorazione con l’erpice, oscillando tra 73,6 e 75,5 dB(A). Pur restando in entrambi i casi in misura estremamente ampia al di sotto dei limiti delle normative più frequentemente prese come riferimento, i valori risultano superiori anche di 3-4 dB(A) rispetto a ciò che è rilevabile su macchine concorrenti della stessa fascia, evidenziando quindi nell’occasione dei margini di miglioramento.

Tab. 2 – Livelli sonori all’orecchio del conducente del Fendt 939 Vario S4, rilevati in lavoro con il coltivatore e con l’erpice.
Combinazione Regime motore, Orecchio, dB(A)
giri/min sx dx
Solo trattore 1.800 71,7 72,9
Trattore + coltivatore 1.700 73,6 74,1
Solo trattore 2.000 73,1 73,9
Trattore + erpice 1.950 75,5 75,8
Le prestazioni stradali

L’impianto frenante del Fendt 939 Vario S4 è potente e ben modulabile. Nonostante la stazza possente, le decelerazioni medie a partire da 20, 30 e 40 km/h hanno evidenziato valori da primato per i trattori agricoli, addirittura uguali (se non superiori) a quelli tipici dell’automotive. Notevole inoltre il mantenimento dell’efficienza anche a 40 km/h (la massima velocità permessa in Italia), dove si registrano ancora più di 6,5 m/s².

Si intuisce che i progettisti tedeschi hanno dimensionato le prestazioni di questa gamma per velocità superiori, ovvero 50 e anche 60 km/h.

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Prestazioni in frenata del Fendt 939 Vario S4 da solo, su strada asfaltata.

 

La grinta del motore riesce ad esprimersi anche in termini di accelerazione, che mostra valori ben superiori a 2 m/s² fino a 30 km/h e “paga” solo leggermente a 40 km/h. Contribuisce senza dubbio a questa brillante prestazione anche il celeberrimo cambio Vario, che elimina del tutto qualsiasi discontinuità nell’aumento della velocità, a tutto vantaggio non solo della facilità di conduzione, ma anche di una guida sicura e senza strappi con traini gravosi.

Fendt

Prestazioni in accelerazione del Fendt 939 Vario S4 da solo, su strada asfaltata.

 

Infine, il diametro di svolta supera di poco gli 11 m, un valore di tutto rispetto, a cui contribuisce il tipico passo corto di tutte le macchine Fendt.

Diametro di sterzata del Fendt 939 Vario S4.

 

Il difficile non è tanto arrivare in alto, quanto restarci”; per Fendt, questo noto assioma si attaglia alla perfezione. Sulla macchina che sta riscuotendo un indiscusso successo di mercato, ciò è ancora più importante. Il Fendt 939 Vario S4 rappresenta oggi quanto di meglio la tecnologia possa esprimere in tema di trattori agricoli. La concorrenza non manca, ed è sempre più agguerrita. Occorre quindi lavorare con continuità, senza sedersi sugli allori, perché chi si ferma è perduto. Ma questo, gli uomini (e le donne) di Marktoberdorf lo sanno bene. E si danno da fare…

 

Da applausi!
  • Sospensione anteriore: lo schema a quadrilatero e ruote indipendenti risulta ottimamente configurato, conferendo alla macchina un comfort di marcia di altissimo livello e un feeling di guida su strada di stampo automotive.
  • Cura dei dettagli: come da prassi in casa Fendt, è decisamente maniacale. Prova ne sia il tergicristallo anteriore (che ruota per ben 300° ed è a scomparsa totale), i bracci del sollevatore posteriore (sollevabili in posizione di trasporto quando si collegano attrezzature collegate al gancio di traino) e tanti altri piccoli (ma significativi) particolari.
  • Powertrain: l’insieme motore-trasmissione ha dimostrato di funzionare egregiamente, fornendo elevate produttività a fronte di consumi di gasolio decisamente contenuti.

 

Si può far meglio…
  • Rumorosità al posto di guida: non risulta fastidiosa per l’operatore, e i livelli sono molto lontani dai limiti normativi, ma sulle sue più recenti gamme 800 e 700 Fendt ha dimostrato di saper fare meglio.
  • Presa di potenza: oltre ai canonici regimi di 540 e 1.000 giri/min offerti di serie, sul 939 si può scegliere in opzione la 540 ECO o la 1.000 ECO. Poter disporre di entrambe aumenterebbe senza dubbio la versatilità d’uso di questa macchina.
  • Elettronica di controllo: completissima e molto funzionale, ma non proprio “user friendly”. Sarebbe utile poter assicurare anche ai neofiti non addestrati un proficuo impiego della macchina, magari introducendo (in alternativa a quelle attuali) una serie di modalità di controllo elettronico predefinite, quindi ad impostazione facilitata.

 

© Domenico Pessina
Davide Facchinetti

 

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