«Il governo con una mano dà e con l’altra toglie»: questo l’amaro commento del vice presidente della Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani (CAI), Sandro Cappellini, in riferimento alla prima bozza della manovra finanziaria 2020 varata all’inizio della settimana.
Nel pur lodevole intento di combattere l’evasione delle accise sui carburanti, che interessa in realtà altri settore, la manovra – fa presente il numero due dell’organizzazione degli agromeccanici – estende l’obbligo della tenuta dei registri di carico e scarico ad oltre 100.000 agricoltori e contoterzisti, per l’esercizio dei depositi aziendali di gasolio.
UNA NORMA INUTILE, OLTRE CHE UN’ULTERIORE COMPLICAZIONE
Una norma, dunque, in netto contrasto con le promesse di semplificazione amministrativa per le piccole imprese, oltre che assolutamente inutile: infatti il gasolio agricolo viene assegnato dalle regioni in quantità determinate (definite per legge), può essere consegnato solo da un distributore autorizzato ed il suo impiego è soggetto a periodico rendiconto.
Questo avviene su un apposito libretto, rilasciato dalla regione di competenza e soggetto a verifica periodica, sia per gli impieghi del carburante, sia per gli acquisti, svolgendo pertanto le medesime funzioni di quel registro di carico e scarico che la manovra vorrebbe aggiungere.
«È inaccettabile – ha concluso Cappellini – che le promesse di semplificazione si traducano, di fatto, nella duplicazione di obblighi formali che non porteranno neppure un euro all’erario, ma che costeranno tempo, denaro e sacrifici ad un sistema produttivo già duramente provato».
Fonte: CAI
Fonte immagine: Emiliana Serbatoi