Kverneland: minima lavorazione, risparmiare si può con l’attrezzatura giusta

Attrezzature 08/03/2018 -
Kverneland:  minima lavorazione, risparmiare si può con l’attrezzatura giusta

Le scelte agronomiche alternative alla convenzionale aratura, incentrate su tecniche quali la minima lavorazione del terreno, stanno conoscendo una crescente diffusione sulle superfici agricole nazionali. E questo anche alla luce degli incentivi previsti dai Programmi regionali di sviluppo rurale (Psr) italiani 2014-2020 – all’interno della Misura 10 relativa ai Pagamenti agro climatici ambientali – in favore degli agricoltori che si impegnano ad introdurre in azienda pratiche di agricoltura conservativa, mirate ad una maggiore sostenibilità ambientale (comportando, tra l’altro, un uso del suolo più adeguato, con incremento del livello della materia organica e della fertilità, ed un contenimento della compattazione del terreno).

Ma in grado di risultare interessanti anche in termini economici, grazie al risparmio in tempi di lavoro e costi di meccanizzazione correlato alla riduzione delle operazioni di lavorazione del suolo, con conseguente inferiore numero di passaggi per la preparazione dei letti di semina.

Ma, se è vero che negli ultimi anni un numero sempre maggiore di agricoltori si sta convertendo alla minima lavorazione, rivolgendosi ad attrezzature che consentono, con uno o al massimo due passaggi, di preparare un terreno sufficientemente affinato e pronto per la semina, è fuor di dubbio che i nuovi sistemi di gestione del suolo, per essere portati avanti correttamente e raggiungere gli scopi prefissati, richiedono l’impiego di attrezzi provvisti di contenuti tecnologici dedicati.

Attrezzi, dunque, progettati ad hoc e ben costruiti, così da riuscire a lavorare al meglio anche su terreni ricoperti da abbondanti residui colturali misti a infestanti oppure di tessitura alquanto problematica, come nel caso dei suoli argillosi e limosi.

Firma autorevole in materia, Kverneland dispone di una gamma completa per la minima lavorazione del suolo, formata da modelli composti da organi non mossi dalla presa di forza che si avvalgono di tutto lo specifico know how vantato dal costruttore norvegese – tra i primi ad aver sposato con convinzione ed impegno la filosofia dell’agricoltura conservativa – oggi indiscusso protagonista sul mercato con varie tipologie di attrezzature dotate di tutti i requisiti necessari per procurare all’agricoltore italiano i contributi contemplati dai suddetti Programmi regionali di sviluppo rurale.

 

COLTIVATORI CLC, ATTREZZATURE VERSATILI PROPOSTE IN PIÙ VERSIONI

A partire dalla famiglia di coltivatori CLC, ormai punto di riferimento per chi ha scelto in azienda la minima lavorazione del terreno e sempre più diffusi da qualche anno a questa parte anche presso i contoterzisti di moltissime regioni.

Dotati di robusto telaio – in grado di far fronte a forti sollecitazioni e di consentire, con i modelli da tre metri, l’applicazione di potenze di traino fino a 250 cavalli mentre, nel caso dei modelli pieghevoli fino a cinque metri, le potenze possono arrivare a 350 cavalli – i coltivatori CLC di Kverneland sono attrezzature estremamente versatili, proposte in differenti versioni.

 

UN TELAIO BASE PER POTENZE FINO A 350 CAVALLI

Tra queste, la versione Evo (nella foto sopra), con telaio fisso o pieghevole e larghezze operative da 2,50 a 4,90 metri; la Pro, per trattori di alta potenza, con sistema a parallelogramma che permette di variare la profondità di lavoro e l’aggressività degli utensili con estrema semplicità; la Pro classic, più compatta da abbinare a trattori con potenze comprese tra i 90 e i 130 cavalli, in cui la parte posteriore del parallelogramma è sostituita da due barre d’acciaio curve che fissano il rullo direttamente sul telaio, riducendo la richiesta di sollevamento.

 

DOPPIA O TRIPLA FILA DI DENTI, COMBINABILI CON DISCHI DI TAGLIO FRONTALI

L’attrezzatura può essere munita soltanto di doppia o tripla fila di denti flessibili – capaci, grazie a due differenti angolazioni, di aprire qualsiasi tipo di terreno e di penetrarlo verticalmente, effettuando la miscelazione associata ad un leggero interramento dei residui colturali, anche laddove risultino copiosi e voluminosi – oppure combinata con una fila di dischi anteriori, chiudendo posteriormente il cantiere di lavoro con dischiere dentate (come le Gang) che possono essere abbinate a rulli di varie tipologie, in modo da permettere di rifinire il terreno con una sola passata per poi seminare subito dopo.

 

TRE DIVERSE TIPOLOGIE DI RULLI: ACTIPACK, ACTIRING E ACTIFLEX

Da segnalare in tale ambito lo speciale rullo Kverneland Actipack, caratterizzato dal suo esclusivo sistema di coltelli, ammortizzati tra un disco e l’altro, che impediscono alle zolle di fuoriuscire garantendone una perfetta frantumazione (l’incidenza dei coltelli, peraltro, è regolabile, con possibilità di escluderli completamente qualora si desideri avere un terreno più arieggiato), rivelandosi così particolarmente indicato sui terreni difficili, tenaci e pesanti, dove normalmente si ritiene di non poter fare a meno dell’aratura.

Al cospetto di terreni più sciolti, invece, si può optare per il rullo Actiring (nella foto sopra) – variante leggera dell’Actipack – nel quale i dischi vengono sostituiti da particolari profili a “V” in acciaio che riducono il peso di almeno 60 chilogrammi, permettendo l’utilizzo con trattori di media potenza.

L’assortimento di rulli attivi di casa Kverneland annovera anche l’Actiflex dal grande diametro di 580 millimetri, rullo di nuova generazione disegnato in vista dell’aumento dell’effetto di miscelazione su terreni leggeri e della efficace operatività anche a velocità sostenute.

 

ESCLUSIVO DENTE “HIGH TECHNOLOGY”, ROBUSTO ED ELASTICO

L’assoluto punto di forza del coltivatore CLC è tuttavia rappresentato dall’esclusivo dente “High Technology”, dalla elevata luce libera da terra, robusto ma, come detto, elastico, capace quindi di flettere a destra e a sinistra per un massimo di 20 centimetri, in modo da riuscire a disimpegnarsi anche di fronte ad ostacoli di grandi dimensioni e su terreni molto irregolari.

In grado di mantenere una ottima stabilità ed un notevole effetto vibrante, questo efficace dente vanta una pressione al suolo tarata a 640 chilogrammi e può disporre di vari tipi di punte: quella standard, reversibile, da 60 millimetri, e quella speciale da 60 millimetri con alette da 300 millimetri, per un potenziato effetto miscelante, nonché le punte Knock-on, a scelta, da 80 fino a 420 millimetri.

 

ABBINATO A SEMINATRICE O A DISTRIBUTORE DI LIQUAMI E DIGESTATI

Sempre in tema di polivalenza, poi, il coltivatore CLC, oltre a poter essere abbinato alla seminatrice a-drill per semi minuti, cover crops e loietti – al fine di preparare il letto di semina e seminare in un unico passaggio con forte risparmio di tempo e di gasolio – risulta particolarmente adatto all’interramento di liquami e digestato effettuato in contemporanea alla lavorazione del terreno.

Un insieme di prerogative che consentono all’attrezzatura di accedere non soltanto ai finanziamenti previsti dalla misura 10, ma anche a quelli della misura 4 (dedicata all’acquisto di attrezzature innovative) dei Piani di sviluppo rurale di tutte le regioni italiane.

 

CTC: IL COLTIVATORE TRAINATO POLIVALENTE

Stesso dicasi per un’altra attrezzatura di punta destinata da Kverneland alla minima lavorazione come il coltivatore CTC, contrassegnato ancora una volta da una grande flessibilità di impiego, con possibilità di essere utilizzato su qualsiasi tipo di terreno, sostituendosi in moltissimi frangenti alla tradizionale tecnica di aratura e assicurando la conservazione della struttura del suolo e la corretta ritenzione idrica.

 

POSSIBILITÀ DI SCELTA TRA DIVERSI TIPI DI COMBINAZIONI

Di concezione modulare, il telaio del modello CTC – che lavora direttamente sulle infestanti emerse e sui residui colturali interrandoli e miscelandoli bene con il terreno, senza inversione della fetta di suolo – può essere associato a diversi attrezzi: tre file di denti (posizionati ad una distanza di 270 o 330 millimetri tra loro) oppure quattro file (distanza fra i denti: 200 millimetri) e otto tipi di vomeri, oltre a due tipi di dischi di taglio frontale e a tre tipi di rulli posteriori (Actipack, a gabbia da 550 millimetri, nella foto sotto, e il nuovo Flexline a cresta in gomma da 600 millimetri).

La distanza tra le prime due file di denti pari a 150 centimetri (nella versione a tre file) e l’ampia luce libera da terra (ben 87 centimetri), poi, impediscono ingolfamenti anche in presenza di abbondanti residui colturali (come quelli lasciati dal mais da granella).

 

L’INNOVATIVO DENTE TUBOLARE

Studiati per lavorare ad una profondità massima di 30 centimetri, gli innovativi denti tubolari del coltivatore CTC sono di forma particolare e molto leggeri, per ridurre l’assorbimento di potenza e limitare i consumi, ma al contempo elastici (resistono infatti a flessioni laterali e posteriori anche, rispettivamente, di 20 e 50 centimetri) e robusti (la resistenza impressa nel suolo nei primi cinque centimetri è di 600 chilogrammi, fattore molto importante per garantire il giusto angolo di penetrazione).

Concepito per durare a lungo nel tempo, inoltre, il loro sistema di articolazione è composto da bussole e bulloni speciali in acciaio di alta qualità ed è esente da manutenzione.

 

NON STOP A BALESTRA

Degno di nota sul CTC anche il sistema di sicurezza non stop a balestra Autoreset, idoneo a fornire ottimi risultati anche su terreni argillosi o sassosi, proteggendo sia il dente sia il telaio da urti e vibrazioni con la possibilità di regolare la pressione al suolo.

 

REGOLAZIONE DELLA PROFONDITÀ ANTERIORE

Alla regolazione della profondità anteriore provvedono due grandi ruote (da 340/55×16) che assicurano un ottimo galleggiamento anche in condizioni di terreno soffice, mentre dischi di miscelazione e rullo vengono regolati contemporaneamente da un sistema a parallelogramma.

 

SISTEMI DI LIVELLAMENTO

Un buon livellamento del terreno a costi contenuti è consentito dalla combinazione tra doppia fila di denti anteriori e rullo Flexline o rullo Actipack (ideale, quest’ultimo, accoppiato ai dischi, per garantire una efficace miscelazione al cospetto di molti residui ed il conseguente affinamento del suolo, anche in presenza di stocchi di mais, per la successiva semina).

 

DISCO DI MISCELAZIONE E TAGLIO FRONTALE

Basandosi sul concetto dei dischi montati sulle seminatrici MSC, Kverneland ha sviluppato e propone in opzione sul suo polivalente coltivatore trainato (in versione equipaggiata con tre file di denti) un sistema frontale che permette il taglio di qualsiasi prodotto in ogni condizione operativa: il disco di miscelazione (FMD) dentellato concavo agevola l’interramento dei residui colturali e i dischi di taglio piani dentellati (FCD), posizionati anteriormente alla prima fila di dischi per evitare ingolfamenti, tagliano i residui prima della successiva lavorazione delle ancore.

 

COLTIVATORE TURBO, PER RIMUOVERE LE SUOLE DI LAVORAZIONE IN QUALSIASI TERRENO

Progettato per lavorare direttamente sulle stoppie o sui residui colturali fino a 15 centimetri di profondità, il coltivatore Turbo integra la gamma per la minima lavorazione di Kverneland presentandosi oggi con un’offerta più ricca e variegata.

 

LA NUOVA VERSIONE PORTATA

Rilanciato infatti in occasione del Sima 2015, dopo diversi anni di assenza, in rinnovata versione trainata e in due modelli da 6,5 e 8 metri di larghezza di lavoro (larghezza di trasporto su strada: inferiore ai 3 metri), il versatile Turbo viene ora proposto dal costruttore norvegese anche nella nuova versione portata.

 

MOLTO COMPATTO, ABBINABILE ANCHE A TRATTORI DI BASSA POTENZA

Così questo eclettico coltivatore concepito per poter operare in ogni condizione e in ogni stagione – idoneo infatti per l’arieggiamento del terreno dopo la stagione invernale, come pure per la preparazione del letto di semina e per la lavorazione sulle stoppie o sui residui colturali in estate o in autunno – si declina adesso anche in cinque nuovi compatti modelli portati con larghezze di lavoro di 3 e 3,50 (modelli rigidi) e di 4, 4,50 e 6 metri (modelli pieghevoli), abbinabili a trattori anche di bassa potenza (potenza richiesta minima e massima pari a 80-300 cavalli), caratterizzati da quattro file di denti a “S”, anziché da cinque come avviene sui modelli trainati, con pressione al suolo di 130 chilogrammi per dente.

Da notare il fatto che il modello Turbo da 3 metri, equipaggiato con denti livellanti intercambiabili al posto dei dischi e con rullo a gabbia, richiede una capacità di sollevamento di sole 2,4 tonnellate.

In vista della massima compattezza dei coltivatori Turbo portati, inoltre, la prima e l’ultima fila di denti sono state posizionate direttamente sul solido telaio, in grado di far fronte a forti sollecitazioni durante il trasporto su strada a 40 chilometri orari e di reggere l’attacco dei rulli più pesanti.

 

TRE ZONE DI LAVORO

Le file di denti sono seguite da una seconda serie di elementi elastici deputati al livellamento e poi da una terza sezione di lavoro che può essere costituita abbinando il Turbo ai rulli Kverneland quali l’Actipack, l’Actiflex o l’Actiring. E, per assecondare correttamente i bordi del campo, i Turbo si avvalgono di quattro ruote frontali di profondità che consentono alle tre sezioni componenti l’attrezzatura di operare indipendentemente l’una dall’altra, a garanzia di massima stabilità.

 

DUE TIPOLOGIE DI DENTI

Al fine di accentuarne le ottime doti di versatilità, poi, Kverneland ha predisposto per la sua gamma di coltivatori Turbo una nuova linea di accessori. Vedi, per poter miscelare e rompere la zolla anche a basse profondità, il dente Reflex (nella foto sopra), dalla nuova sagomatura pensata per ottenere un sempre maggiore effetto vibrante, che consente di tagliare eventuali residui con la possibilità di arretrare in presenza di ostacoli.

In caso di operazioni di natura più intensiva, invece, il nuovo dente C-tine Autoreset (nella foto sotto), regolato con una pressione al suolo di 270 chilogrammi, è in grado di lavorare a profondità di 20 centimetri.

Si tratta di denti molto robusti e capaci di grande flessibilità – anche grazie all’ampia spirale e alla luce da terra di 725 millimetri che determinano al contempo una serie di elevate vibrazioni a tutto vantaggio di un eccellente sminuzzamento – con una distanza tra dente e dente di 19 centimetri per garantire un ottimo deflusso delle zolle di terreno su tutta la larghezza di lavoro.

 

UNA GAMMA COMPLETA DI PUNTE

Tre, poi, le tipologie di punte di cui può essere equipaggiato il dente Reflex: quella stretta da 55×15 millimetri, per una lavorazione profonda con buona stabilità e basso consumo di carburante; la doppia punta da 125 millimetri, reversibile, per una miscelazione intensiva del terreno; la punta ad alette per un taglio su tutta la larghezza di lavoro.

Il dente C-tine, dal canto suo, può disporre di diverse soluzioni, che prevedono una punta reversibile, combinabile con alette e protezioni per il dente, oppure il nuovo sgancio rapido knock-on con punte da 80, 150 e 250 millimetri.

 

DUE DIFFERENTI CONFIGURAZIONI DI LIVELLAMENTO POSTERIORE

 

La capacità di far fronte ad ogni condizione operativa è assicurata al Kverneland Turbo anche da due differenti configurazioni di livellamento posteriore: un sistema a denti (indicato al cospetto di scarsi residui colturali) ed un più efficace livellamento a dischi, in caso di copiosi residui colturali, con cuscinetti esenti da manutenzione.

 

TUTTE LE REGOLAZIONI SONO IDRAULICHE

Nell’ottica della semplicità di utilizzo prioritaria per il gruppo norvegese, inoltre, tutte le operazioni di regolazione sul coltivatore Turbo sono facili, sicure e possono essere effettuate senza impiego di utensili: la profondità viene regolata tramite cilindri idraulici muniti di spessometri e l’angolazione del sistema di livellamento si esegue mediante lo spostamento di particolari perni a parallelogramma (modificando la profondità di lavoro non è necessario cambiare l’angolazione dei livellatori grazie alla cinematica di cui sono dotati).

È possibile poi regolare idraulicamente anche i denti esterni del gruppo di livellamento, il che consente di manovrare o procedere con velocità in presenza di ostacoli o di strade strette.

 

FACILMENTE CONVERTIBILE DALLA POSIZIONE DI TRASPORTO A QUELLA DI LAVORO

Dotati, infine, di frenatura idraulica o pneumatica, i modelli Turbo possono essere facilmente convertiti dalla posizione di trasporto a quella di lavoro, e viceversa, attivando o disattivando i fermi idraulici sul telaio.

 

QUALIDISC: L’ERPICE CHE COMBINA VELOCITÀ, POTENZA E QUALITÀ

Quarta attrezzatura di casa Kverneland che si è rivelata ottimale per applicare con successo in campo la minima lavorazione è l’erpice a dischi Qualidisc, contraddistinto da compattezza notevole ed in grado di operare da 2 a 15 centimetri di profondità sia su terreni secchi sia su terreni umidi, subito dopo la trebbiatura e la trinciatura o anche in post-aratura in sostituzione degli erpici rotanti (adatto anche per l’interramento delle cover crops a fine inverno e per la contemporanea preparazione del letto di semina per le colture primaverili).

 

DISCHI DI TAGLIO DI LARGO DIAMETRO

Offerto con larghezze di lavoro che variano, a seconda dei modelli (portati, pieghevoli e trainati), dai tre ai sette metri, e abbinabile a trattori di media potenza, Qualidisc monta – su due file distanti tra loro 900 millimetri allo scopo di diminuire le richieste di sollevamento – dischi che vantano un grande diametro, pari a 600 millimetri, ed uno spessore di 6 millimetri che conferisce resistenza agli urti laterali: l’ampiezza del diametro assicura un ottimo sminuzzamento dei residui colturali, anche abbondanti, ed una loro una eccellente miscelazione con le zolle, senza rischio di intasamenti.

 

SEMPLICE REGOLAZIONE

 

La peculiare forma conica del disco, trattato termicamente a garanzia di lunga durata, permette poi alla macchina di non variare l’angolo di penetrazione anche in condizioni di usura del disco stesso, garantendo una qualità di taglio costante anche a basse profondità (3-5 centimetri).

Per mantenere un angolo di penetrazione costante, indipendentemente dal consumo del disco, e favorire un taglio ottimale su tutta la larghezza di lavoro, il duttile erpice a dischi è dotato anche di un dispositivo per la regolazione dell’overlap tra la prima e la seconda fila di dischi, che permette un loro corretto posizionamento seguendo le indicazioni sui vari step fornite da una semplice tabella collocata anteriormente.

 

DEFLETTORI LATERALI ED ERPICE LIVELLATORE

Particolari deflettori posti a destra e a sinistra dell’attrezzatura e fissati ad un parallelogramma che segue il terreno, inoltre, controllano il flusso di terreno smosso e lo distribuiscono in maniera uniforme, incrementando il livellamento, mentre l’erpice livellatore – sistemato tra la fila posteriore di dischi e il rullo – consente il livellamento sui terreni soffici e l’affinamento su quelli molto tenaci e con zolle di notevoli dimensioni.

Molto semplice anche l’impostazione della profondità di lavoro, tramite distanziali pivottanti che si regolano in base alla profondità desiderata.

 

DIFFERENTI RULLI TERMINALI DI AFFINAMENTO

Ed anche Qualidisc può montare, a chiusura del cantiere, diverse tipologie di rulli della gamma Kverneland, inclusi l’Actipack, l’Actiring, il rullo a gabbia singolo o doppio e, naturalmente, il nuovo Actiflex, realizzato per lavorare in ogni condizione di terreno garantendo una miscelazione ed uno sgretolamento ottimali degli aggregati del suolo, minimizzando il carico.

 

QUALIDISC FARMER, PIÙ LEGGERO DEL 15 PER CENTO NELLA VERSIONE PORTATA

Notevole interesse riveste, poi, il più recente modello Qualidisc Farmer, erpice a dischi portato più leggero – il suo peso è stato ridotto di un buon 15 per cento rispetto ai precedenti modelli – che presenta una larghezza di lavoro di 3-4 metri ed è quindi adatto anche trattori di bassa potenza, da un minimo di 90 fino a un massimo di 180 cavalli, con l’evidente vantaggio di determinare una minore compressione del suolo.

 

© Stefania Capponi

Per saperne di più: www.kvernelandgroup.it