Merlo: con le radici a Cuneo, l’innovazione nel Dna e il mondo come palcoscenico

Da Cuneo verso il resto del mondo. Un probante esempio, quello fornito da Merlo, di come si possa assurgere al rango di player di riferimento globale nell’ambito dei sollevatori telescopici senza mai venir meno alla propria “italianità”, rivendicando anzi con sempre più convinta passione valori e attaccamento alla propria terra, alla propria gente, alle proprie radici italiane, insomma.

Marco, Silvia, Amilcare e Paolo Merlo.

Marco, Silvia, Amilcare e Paolo Merlo.

Ma se il motore e il cuore della produzione non si sono mai spostati da San Defendente di Cervasca, alle porte di Cuneo, molto naturalmente è cambiato nell’arco del lungo e felice percorso compiuto dal gruppo piemontese: un percorso fatto sempre e comunque di idee chiare e grandi obiettivi di crescita, sorretto da una ferma mano imprenditoriale e pronto a cogliere tutte le nuove tendenze del mercato, divenuto però nel tempo ancora più ambizioso e maturo, corroborato da una solida esperienza da una elevata professionalità messe al servizio di una sicura scelta del meglio per garantire un prodotto al top della qualità, in grado di rispondere alle esigenze di una platea mondiale di utilizzatori.

 

UNA CONTINUA EVOLUZIONE TECNOLOGICA, LA CARTA VINCENTE

Ed un percorso, soprattutto, scandito da una continua evoluzione tecnologica che ha meritato a Merlo la sua indiscussa fama di azienda leader dell’innovazione nel settore dei telescopici, proposti oggi dalla società cuneese in una gamma eccezionalmente ampia – accanto ai telescopici per applicazioni agricole, quelli destinati ai comparti costruzioni e movimento terra – declinata in oltre cento modelli nel segmento di potenza da 50 a 170 cavalli, con altezze operative che spaziano dai 6 ai 35 metri e portate varianti tra 2.700 e 12.000 chilogrammi.

 

SICUREZZA, VERSATILITÀ ED AFFIDABILITÀ PER UNA GAMMA TRA LE PIÙ COMPLETE

Una gamma che all’ampiezza associa contenuti di assoluta avanguardia ma che risulta al tempo stesso composta da modelli versatili, maneggevoli ed estremamente affidabili, frutto di scelte progettuali, di design e di produzione mirate a privilegiare sicurezza (in primis), efficienza, rendimento, comfort e riduzione dei consumi.

Con l’aggiunta, a completamento dell’offerta prodotto firmata Merlo, di betoniere auto-caricanti, trasportatori cingolati, porta-attrezzi multifunzione, compattatori e macchine speciali per la manutenzione del verde forestale e per lavori di sgombero neve.

 

PROGETTAZIONE E PRODUZIONE IN-HOUSE
Veduta aerea dello stabilimento Merlo a Cuneo.

Veduta aerea dello stabilimento Merlo a Cuneo.

Si arriva così al volto attuale del gruppo piemontese – realtà industriale dinamica, pienamente integrata e a capitale interamente privato, costantemente guidata negli anni dalla famiglia Merlo – stabilmente insediato nel suo polo produttivo di San Defendente su un’area di ben 300mila metri quadri che ospita stabilimenti estesi su una superficie di 235mila metri quadri coperti.

In tanto quartier generale è concentrata praticamente l’intera produzione, visto che il 90 per cento dei componenti delle macchine – telaio, cabine, ponti, bracci telescopici e perfino le plastiche ­– viene disegnato e realizzato all’interno dell’azienda, che impiega 1.250 dipendenti e vanta una capacità produttiva di 5.000 sollevatori all’anno.

CONSISTENTI INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO

Una concentrazione di know-how ed esperienza che marcia di pari passo – in piena coerenza con la visione di un’azienda che dell’innovazione ha fatto il proprio cavallo di battaglia, come attestano gli oltre 80 brevetti conseguiti lungo il cammino – con la scelta di destinare consistenti risorse (l’8 per cento in media del fatturato) alla Ricerca e Sviluppo, in vista della messa a punto di tecnologie su misura per l’offerta di soluzioni esclusive.

Tra le mura di San Defendente, poi, il processo produttivo, reduce da un ennesimo intervento di profondo rinnovamento, ha raggiunto il massimo livello di automazione e “intelligenza” consentito dalle attuali tecnologie, con robotica ed elettronica integrata nel ruolo di protagonisti. Basti citare i 60 robot, i 18 ultramoderni centri di lavorazione (tra i quali il nuovo centro a doppia robotizzazione automatizzato e ad alta precisione), le 8 stazioni di taglio automatiche e le 4 linee high-tech di verniciatura.

 

FATTURATO IN COSTANTE CRESCITA, ELEVATA VOCAZIONE ALL’EXPORT E FORMAZIONE DI ALTO PROFILO

E i numeri considerevoli proseguono sul fronte del fatturato, superiore ai 400 milioni di euro nel 2017 (in incremento del 15 per cento rispetto all’anno precedente), generato per oltre l’80 per cento dall’export, ribadendo le posizioni consolidate in tutta Europa e facendo registrare una presenza in crescita negli altri continenti.

Il tutto potendo contare su una grande rete distributiva formata in Italia da più di 100 concessionari, mentre la presenza di Merlo in tutto il mondo è garantita attraverso sei filiali estere, 55 importatori e oltre 600 dealer.

Senza dimenticare la volontà di mantenere un legame sempre più stretto con la propria clientela, rispecchiata nei puntuali servizi di assistenza e nello stretto rapporto di fiducia instaurato con i rivenditori.

Continui, poi, i programmi di formazione professionale e di aggiornamento del personale, il che, anche grazie alla crescente automazione dei processi aziendali e produttivi, ha portato ad un sostanziale miglioramento in termini di sicurezza e standard ambientali.

L’ESCLUSIVA TECNOLOGIA “MADE IN MERLO” ALLA BASE DEL SUCCESSO

Market leader nel settore dei telescopici non solo in Italia, ma anche in paesi molto esigenti come Germania, Svezia, Finlandia e Canada, la casa costruttrice cuneese va sempre avanti nello sviluppo della propria efficace strategia imprenditoriale, incentrata sulle caratteristiche di unicità del prodotto, procedendo nel solco di una filosofia secondo la quale è la tecnologia originale avanzatissima made in Merlo a rappresentare il coefficiente che ha sempre fatto, e continua a fare, la differenza rispetto ai prodotti dei concorrenti.

Del resto guardando agli anni passati emerge con chiarezza come proprio a questa esclusiva tecnologia spetti il ruolo di autentica energia propulsiva della crescita e dei tanti primati annoverati dal gruppo piemontese durante la sua centenaria storia d’impresa, indissolubilmente legata a quella della famiglia Merlo ed iniziata nel 1911 con la creazione dell’officina cuneese per la lavorazione del ferro ad opera di Giuseppe Amilcare Merlo, primo nucleo della futura realtà leader nel mondo.

 

1964: UNA TAPPA DECISIVA CON L’INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE

Tappa successiva nel 1964 con l’inaugurazione a San Defendente, da parte dei fratelli Amilcare e Natalina Merlo – già a lungo attivi nell’officina paterna – della nuova azienda di famiglia estesa per 40mila metri quadri, sui quali vengono realizzati i primi due capannoni (auto-costruiti, naturalmente) che coprono una superficie totale di 3.000 metri quadri.

Era stato così scritto il capitolo decisivo di un’avventura imprenditoriale affrontata all’insegna di passione, tenacia, capacità di rialzarsi dopo brutti colpi (vedi il crollo dei capannoni Merlo a causa di una tormenta di neve nel 1972).

E, fin dall’avvio ma anche dopo la trasformazione da grande officina a industria, alla costante ricerca di un prodotto proprio, tale da contraddistinguere l’azienda, mettendo a frutto l’ingegno e la voglia di novità dei titolari.

 

1966: IL LANCIO DEL PRIMO DUMPER E DELLA PRIMA BETONIERA AUTOCARICANTE

Risale al 1966, dunque, la costruzione del primo dumper e della prima betoniera autocaricante con botte girevole di 180 gradi Dbm (Dbm che sono tuttora presenti, come detto, nella gamma Merlo e rappresentano un prodotto ai vertici del proprio settore).

 

1981: NASCE SM 30, IL PRIMO SOLLEVATORE TELESCOPICO

Seguono negli anni varie realizzazioni innovative, ma l’idea giusta per far crescere davvero l’azienda arriva agli inizi degli anni Ottanta e determina la nascita nel 1981 del primo sollevatore telescopico firmato Merlo, l’esclusivo modello SM 30, dotato di soluzioni tecniche decisamente all’avanguardia per l’epoca, premiate dal grande successo di vendite.

 

1987: È LA VOLTA DI PANORAMIC XS, IL PRIMO AL MONDO CON VISIBILITÀ TOTALE

La svolta, però, è datata 1987, anno della presentazione del primo telescopico al mondo con motore laterale e braccio incernierato basso sulla parte posteriore del telaio: una soluzione ideata e coperta da Merlo da ben cinque brevetti per offrire una visibilità totale in favore di un lavoro in piena sicurezza, tanto da far meritare alla nuova famiglia di sollevatori il nome Panoramic.

E, una volta trovato il “suo” prodotto, Merlo comincia a vivere una fase di importante espansione commerciale a livello internazionale, parallela ad una incessante evoluzione del concetto iniziale di telescopico, in grado di ampliarne al massimo i campi applicativi.

NEL 1996 ENTRA IN SCENA TURBOFARMER E NEL 2000 MULTIFARMER

La gamma aziendale di telescopici, pertanto, si arricchisce via via di nuovi modelli, a partire da quelli dedicati all’edilizia, approntando in seguito nuove linee di prodotto destinate unicamente all’agricoltura – un’altra scelta vincente, considerato che oggi il settore agricolo rappresenta a livello globale per il gruppo di San Defendente più del 50 per cento del fatturato complessivo – finché nel 1996 entra in scena il Turbofarmer, equipaggiato di nuovi assali e di motori più potenti, capace di velocità di trasferimento di 40 chilometri orari e primo telescopico omologato in Europa come trattrice agricola.

E quattro anni dopo è il momento del Multifarmer, efficace combinazione tra un trattore ed un sollevatore telescopico che ha segnato una autentica svolta nel modo di concepire la movimentazione in agricoltura.

 

L’AVVENTO DEL SOLLEVATORE IBRIDO

In tempi recenti, poi, si è premuto con sempre maggiore forza sul pedale dell’innovazione, puntando alla proposta di una gamma di telescopici agricoli completamente nuova in termini di qualità e dotazioni tecniche rivoluzionarie, a favore di accresciuti livelli di prestazioni, più che mai capaci di esprimere al meglio la volontà di consolidare ed ampliare la presenza Merlo sui mercati mondiali.

Vedi, in particolare, la seconda generazione di sollevatori telescopici a propulsione ibrida, il Merlo TF 42.7 Hybrid, equipaggiato di un sistema ad architettura di tipo parallelo (brevettata), portato dalla società cuneese sotto i riflettori di Agritechnica 2013.

Un nuovo telescopico estremamente versatile, adatto all’impiego in spazi chiusi (come serre e allevamenti) e a qualsiasi applicazione all’aperto, vincitore al Salone di Hannover della Medaglia d’oro per l’innovazione tecnica in virtù dei suoi requisiti – praticità, risparmio energetico, efficacia del sistema adottato per la riduzione delle emissioni inquinanti – tali da renderlo capace di interpretare al meglio l’evoluzione della meccanizzazione agricola moderna.

 

IL RIVOLUZIONARIO APPROCCIO MODULARE

Riconoscimento prestigioso e, per giunta, accompagnato da altri due premi ottenuti all’edizione 2013 di Agritechnica: la nomina di “pietra miliare per l’agricoltura” andata al telescopico Multifarmer 40.9 e, soprattutto, il titolo di Macchina dell’anno 2014, nella categoria movimentazione e logistica, conquistato dalla gamma Turbofarmer II, primo eccellente frutto di quell’innovativo concetto di produzione modulare, adottato da Merlo negli ultimi anni, che ha di fatto rivoluzionato le modalità di progettazione, realizzazione e commercializzazione proprie del gruppo piemontese.

Tanto che, per poter accogliere le nuove tecnologie modulari, lo stabilimento di San Defendente è stato radicalmente rinnovato da Merlo nell’ambito del più ambizioso progetto di investimento industriale, e in ricerca e sviluppo, mai avviato nella storia dell’azienda.

Così qui oggi ogni organo principale del telescopico viene prodotto in linee parallele, assemblato in sottogruppi e collaudato integralmente prima di essere trasferito alla linea principale per l’assemblaggio finale, dopodiché, al termine della linea, il mezzo viene completato, personalizzato e ulteriormente testato.

Il nuovo approccio modulare scelto da Merlo, dunque, va ben oltre il prodotto, incidendo in profondità su tutta l’azienda. Consente infatti un’offerta migliorata a 360 gradi, perché garantisce un incremento sia della qualità del prodotto sia del numero di versioni disponibili (i moduli possono infatti essere combinati tra loro in maniera differente), coniugato ad una ottimizzazione degli aspetti logistici, dei tempi di industrializzazione e dell’efficienza del servizio ricambi tanto in azienda quanto presso i dealer.

 

ALL’ULTIMA EIMA LE NUOVE GENERAZIONI DI TELESCOPICI

Ma l’evoluzione non conosce sosta nel quartier generale di San Defendente. Basti dire che anche nel corso del triennio 2017-2019 prosegue il programma di innovazione di prodotto e di processo, con ulteriori investimenti in favore della Ricerca e Sviluppo e del potenziamento strutturale puntando a nuove gamme di prodotti sempre più in linea con le richieste dei mercati.

Vivacità progettuale che ha trovato ennesima conferma all’ultima edizione di Eima International, dove il costruttore cuneese ha presentato numerose novità munite di tutti i dovuti requisiti per ribadire lo status di leader tecnologico nel sollevamento e nella logistica vantato da Merlo.

 

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