Merlo: sollevare è il nostro forte

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Lo spirito è sempre quello, fatto di idee chiare e grandi obiettivi di crescita, sorretto da una ferma mano imprenditoriale e pronto a cogliere tutte le nuove tendenze del mercato, ma ancora più ambizioso e maturo.

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Sempre vivace, infatti, ma corroborato da una solida esperienza e da una elevata professionalità che portano a scegliere con sicurezza il meglio per garantire un prodotto al top della qualità, in grado di rispondere alle esigenze degli utilizzatori in ogni parte del mondo.

 

ALL’AVANGUARDIA TECNOLOGICA

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A più di cinquanta anni di distanza dalla sua fondazione, Merlo ritrova in questa perfetta combinazione di fattori il segreto del suo successo e il leit motiv di un brillante percorso, scandito da una continua evoluzione tecnologica, che è sfociato nella sua indiscussa fama di azienda leader dell’innovazione nel settore dei sollevatori telescopici.

Fama meritata grazie ad una gamma di macchine sempre più completa – accanto ai telescopici per ogni tipo di applicazione, ci sono betoniere auto-caricanti, trasportatori cingolati, porta-attrezzi multifunzione, compattatori – e arricchita di contenuti di assoluta avanguardia, ma composta al tempo stesso da modelli versatili, maneggevoli ed estremamente affidabili, frutto di scelte progettuali, di design e di produzione che privilegiano sicurezza (in primis), efficienza, rendimento, comfort e riduzione dei consumi.

 

LA FAMIGLIA DIETRO AL GRUPPO

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Una realtà industriale dinamica, pienamente integrata e a capitale interamente privato, costantemente guidata negli anni dalla famiglia Merlo (nella foto sopra Amilcare Merlo, al centro, con la figlia Silvia e il figlio Paolo). È questo il volto attuale del gruppo piemontese, insediato in San Defendente di Cervasca, alle porte di Cuneo, su un’area di 300mila metri quadri che ospita stabilimenti estesi su una superficie di 220mila metri quadri coperti, dove lavorano 1.100 dipendenti.

 

LA SCELTA DI PRODURRE IN CASA

Azienda Merlo

In tanto quartier generale è concentrata praticamente l’intera produzione – oltre il 90% dei componenti delle macchine viene progettato e realizzato all’interno dell’azienda – e qui il processo produttivo, di recente profondamente rinnovato, ha raggiunto il massimo livello di automazione consentito dalle attuali tecnologie, con robotica ed elettronica integrata nel ruolo di protagonisti.

 

ELEVATO  LIVELLO DI AUTOMAZIONE

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Basti citare i 54 robot, i 18 ultramoderni centri di lavorazione (tra i quali il nuovo centro a doppia robotizzazione automatizzato e ad alta precisione), le 7 stazioni di taglio automatiche e i 4 impianti hi-tech di verniciatura.

 

SUI MERCATI ESTERI  IL 90 PER CENTO DELLA PRODUZIONE MERLO

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E i numeri considerevoli proseguono sul fronte del fatturato, nell’ordine dei 400 milioni di euro, e della forte vocazione all’export, che assorbe il 90% della produzione, con una sviluppata rete commerciale formata da sei filiali estere e oltre 600 distributori in più di cinquanta Paesi del mondo.

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Senza dimenticare la volontà di mantenere un legame sempre più stretto con la propria clientela, rispecchiata nei continui programmi di formazione e di aggiornamento del personale, nei puntuali servizi di assistenza, nello stretto rapporto di fiducia instaurato con i rivenditori.

 

FORTI INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO

MERLO_2050Progetti per il futuro

Market leader nel settore dei telescopici non solo in Italia, ma anche in Germania, Finlandia e Canada orientale, Merlo può inoltre vantare un ennesimo punto di forza – coerente peraltro con un’azienda che dell’innovazione ha fatto il proprio cavallo di battaglia (e ne fa fede l’incredibile numero di brevetti conseguiti in mezzo secolo di cammino) – vale a dire la scelta di destinare consistenti risorse (l’8% in media del fatturato) alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi prodotti.

Del resto, secondo la filosofia di casa Merlo, è proprio la tecnologia originale avanzatissima, concepita e messa a punto tra le mura dei propri stabilimenti, il coefficiente che ha sempre fatto, e continua a fare, la differenza rispetto ai prodotti dei concorrenti.

 

1964: NASCE LA MERLO A S. DEFENDENTE DI CERVASCA
Azienda Merlo - Foto di famiglia del 1929

Una foto di famiglia del 1929

Una tecnologia che è diventata l’autentica energia propulsiva della crescita di Merlo e che molte volte ha permesso di stabilire assoluti primati durante quella felice storia d’impresa iniziata, per il gruppo piemontese, nel 1964 con l’inaugurazione a San Defendente, ad opera dei fratelli Amilcare e Natalina Merlo – già attivi nell’officina cuneese per la lavorazione del ferro creata nel 1911 dal padre – della nuova azienda di famiglia estesa per 40mila metri quadri, sui quali vengono realizzati i primi due capannoni che coprono una superficie totale di 3.000 metri quadri.

 

UNO SGUARDO AL PASSATO

Azienda Merlo - Il primo dumperIl primo dumper

Era stato così scritto il capitolo numero uno di un’avventura imprenditoriale affrontata all’insegna di passione, tenacia, capacità di rialzarsi dopo brutti colpi (vedi il crollo dei capannoni Merlo a causa di una tormenta di neve nel 1972).

E, fin dall’avvio ma anche dopo la trasformazione da grande officina a industria, alla costante ricerca di un prodotto proprio, tale da contraddistinguere l’azienda, mettendo a frutto l’ingegno e la voglia di novità dei titolari.

 

1966: IL PRIMO DUMPER E LA PRIMA BETONIERA AUTOCARICANTE

Azienda Merlo - La prima betoniera autocaricante

Risale al 1966, dunque, la realizzazione del primo dumper e della prima betoniera autocaricante con botte girevole di 180 gradi DBM (DBM che sono tuttora presenti, come detto, nella gamma Merlo e rappresentano un prodotto ai vertici del proprio settore).

 

1981: SM, IL PRIMO SOLLEVATORE TELESCOPICO FIRMATO MERLO

Il primo sollevatore telescopico firmato Merlo - anno 1981

Seguono negli anni varie realizzazioni innovative, ma l’idea giusta per far crescere davvero l’azienda arriva agli inizi degli anni Ottanta e determina la nascita nel 1981 del primo sollevatore telescopico firmato Merlo, l’esclusivo modello SM 30, dotato di soluzioni tecniche decisamente all’avanguardia per l’epoca, premiate dal grande successo di vendite.

 

1987: PANORAMIC XS, IL PRIMO AL MONDO CON VISIBILITÀ TOTALE

1987: Merlo PANORAMIC XS

La svolta, però, è datata 1987, anno della presentazione del primo telescopico al mondo con motore laterale e braccio incernierato basso sulla parte posteriore del telaio: una soluzione ideata e brevettata da Merlo per offrire una visibilità totale in favore di un lavoro in piena sicurezza, tanto da far meritare alla nuova famiglia di sollevatori il nome Panoramic.

E, una volta trovato il “suo” prodotto, Merlo comincia a vivere una fase di importante espansione commerciale a livello internazionale, parallela ad una incessante evoluzione del concetto iniziale di telescopico, in grado di ampliarne al massimo i campi applicativi.

 

1991: ROTO, IL PRIMO SOLLEVATORE CON TORRETTA GIREVOLE

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La gamma di telescopici Merlo, pertanto, si arricchisce via via di nuovi modelli, a partire da quelli dedicati all’edilizia come i Roto, primi sollevatori al mondo con torretta girevole, lanciati nel 1991.

Vengono poi approntate nuove linee di prodotto destinate unicamente all’agricoltura: un’altra scelta vincente, considerato che oggi il settore agricolo rappresenta per il gruppo di San Defendente più del 60% del fatturato complessivo.

 

1996: IL DEBUTTO DEL TURBOFARMER, OMOLOGATO AL TRAINO

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Nel 1996, quindi, entra in scena il Turbofarmer, equipaggiato di nuovi assali e di motori più potenti, capace di velocità di trasferimento di 40 chilometri orari e primo telescopico omologato in Europa come trattrice agricola.

 

2000: ESCE IL MULTIFARMER, EFFICACE CONNUBIO TRA TRATTORE E TELESCOPICO

Merlo il primo Multifarmer anno 2000

Quattro anni dopo è il momento del Multifarmer, efficace combinazione tra un trattore ed un sollevatore telescopico che ha segnato una autentica svolta nel modo di concepire la movimentazione in agricoltura.

 

L’INNOVAZIONE NEL DNA DELLA MERLO

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Ma l’evoluzione di prodotto non conosce sosta nel quartier generale di San Defendente, dove negli ultimi anni si è premuto con sempre maggiore forza sul pedale dell’innovazione, puntando alla proposta di una gamma di telescopici agricoli completamente nuova in termini di qualità e dotazioni tecniche rivoluzionarie, a favore di accresciuti livelli di prestazioni: macchine capaci di ribadire il rango di leader tecnologico nel sollevamento e nella logistica vantato dal loro costruttore e di esprimere al meglio la volontà di consolidare ed ampliare la presenza Merlo sui mercati mondiali.

 

TF 42.7 HYBRID, SECONDA GENERAZIONE IBRIDA

Merlo TF 42.7 Hybrid

Prova ne sia che, proprio alla vigilia del suo cinquantesimo anniversario, la società cuneese ha portato sotto i riflettori di Agritechnica 2013 la seconda generazione di sollevatori telescopici a propulsione ibrida, il Merlo TF 42.7 Hybrid, equipaggiato di un sistema ad architettura di tipo parallelo (brevettata).

Un nuovo telescopico estremamente versatile, corredato di un motore diesel di 56 kW (contro i 90 kW di quello tradizionale), adatto all’impiego in spazi chiusi (come serre e allevamenti) e a qualsiasi applicazione all’aperto, vista l’elevata autonomia operativa da due a quattro ore, a seconda della modalità di utilizzo.

 

MEDAGLIA D’ORO AD AGRITECHNICA 2013

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Ed una novità particolarmente interessante agli occhi della commissione imparziale di esperti insediata presso il salone di Hannover, che le ha conferito la Medaglia d’oro per l’innovazione tecnica in virtù dei suoi requisiti – praticità, risparmio energetico, efficacia del sistema adottato per la riduzione delle emissioni inquinanti – tali da renderla capace di interpretare al meglio l’evoluzione della meccanizzazione agricola moderna.

Riconoscimento prestigioso, questo, che in casa Merlo è stato accolto con notevole soddisfazione per la forte valenza che lo caratterizza.

 

PRESTIGIOSI PREMI INTERNAZIONALI

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E, per giunta, non è rimasto da solo, dal momento che è stato accompagnato da altri due premi ottenuti all’edizione 2013 di Agritechnica: la nomina di “pietra miliare per l’agricoltura” andata al telescopico Multifarmer 40.9 e, soprattutto, il titolo di Macchina dell’anno 2014, nella categoria movimentazione e logistica, conquistato dalla gamma Turbofarmer II (nella foto sopra), primo eccellente frutto di quell’innovativo concetto di produzione modulare, adottato da Merlo circa tre anni fa, che ha di fatto rivoluzionato le modalità di progettazione, realizzazione e commercializzazione proprie del gruppo piemontese.

 

IL MODULARE, UN APPROCCIO RIVOLUZIONARIO

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Ed è appunto per poter accogliere le nuove tecnologie modulari che lo stabilimento di San Defendente è stato radicalmente rinnovato da Merlo nell’ambito del più ambizioso progetto di investimento industriale, e in ricerca e sviluppo, mai avviato nella storia dell’azienda.

Così qui oggi ogni organo principale del telescopico viene prodotto in linee parallele, assemblato in sottogruppi e collaudato integralmente prima di essere trasferito alla linea principale per l’assemblaggio finale, dopodiché, al termine della linea, il mezzo viene completato, personalizzato e ulteriormente testato.

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Il telescopico, in pratica, viene scomposto in singoli blocchi (assimilabili a dei mattoncini) che, una volta assemblati, permettono di ottenere una macchina completa. Per fare un esempio pratico, se nel Turbofarmer di prima generazione c’erano quasi 40 moduli “comandi” differenti, oggi ce n’è uno solo “modulare” che, all’occorrenza, può essere programmato digitalmente in base alla specifica configurazione fatta direttamente dal cliente.


Leggi anche >>> Con l’approccio modulare Merlo “rivoluziona” il telescopico


 

QUALITÀ E FLESSIBILITÀ

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Il nuovo approccio modulare scelto da Merlo, dunque, va ben oltre il prodotto, incidendo in profondità su tutta l’azienda. Consente infatti un’offerta migliorata a 360 gradi, perché garantisce un incremento sia della qualità del prodotto sia del numero di versioni disponibili (i moduli possono come visto essere combinati tra loro in maniera differente), coniugato ad una ottimizzazione degli aspetti logistici, dei tempi di industrializzazione e dell’efficienza del servizio ricambi tanto in azienda quanto presso i dealer.

 

IL RINNOVO GRADUALE DELL’INTERA GAMMA

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Si tratta insomma, nel caso del modulare, di un concept davvero rivoluzionario che ha già aperto nuove strade, ed assicurato molti consensi (al Sima di quest’anno la nuova gamma Turbofarmer modulare Medium Duty e Compatti si è aggiudicata il premio di “Macchina dell’anno” bissando il successo ottenuto nel 2013 all’Agritechnica) ai più recenti telescopici professionali per uso agricolo firmati Merlo.

Ed è destinato ad essere via via esteso a tutte le famiglie di prodotto, come verrà dimostrato dalle novità che il costruttore cuneese presenterà in occasione dell’imminente edizione dell’Agritechnica di Hannover.

 

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