Pierre Trattori: innovazione tecnologica a dimensione artigianale

Il maggiore vantaggio offerto dalla gestione di una piccola azienda? Quello di poter seguire l’intero processo, dalla progettazione fino alla vendita, così da avere il polso delle particolari necessità dei clienti e, soprattutto, in caso di nuove iniziative ragionare sempre solo con la propria testa.

È il pensiero di Giovanni Battista Polentes, attuale titolare e deus ex machina della piemontese Pierre Trattori, insediata in quel di Silvano d’Orba, in provincia di Alessandria, a poca distanza dal comune di Ovada e dal confine con la Liguria. Una piccola realtà della terra ovadese, dunque, a conduzione familiare da quattro generazioni, probante esempio di sapienza artigianale e, più in generale, rappresentativa di tutte le virtù che danno lustro al made in Italy.

 

IL VALORE AGGIUNTO DELL’ARTIGIANALITÀ

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Spiccata artigianalità qui, del resto, non significa soltanto passione per la meccanizzazione agricola, dedizione, impegno in vista della qualità e cura del dettaglio, ma si coniuga con brillanti risultati ad una forte propensione alla ricerca, all’aggiornamento e all’innovazione, tanto da riuscire non di rado a precorrere i tempi.

Il tutto al servizio dell’offerta di soluzioni avanzate per rispondere alle esigenze degli agricoltori, e delle aziende vitivinicole in particolare, attraverso la messa a punto di trattori specializzati da frutteto e vigneto dai requisiti esclusivi, efficaci ed affidabili.

 

LA MECCANICA AL SERVIZIO DELL’AGRICOLTURA

E potendo vantare, in tale ottica, la grande competenza derivata da una storia imprenditoriale profondamente legata all’agricoltura di questa porzione di territorio del Piemonte meridionale e ben consapevole, pertanto, delle problematiche legate agli spazi esigui, alle asperità del terreno e alle lavorazioni declive, così come dei modi migliori per affrontare tali sfide.

 

GLI INIZI CON LE POMPE IRRORATRICI

PIERRE_TRATTORI_pompa_in_rame

Una storia, quella della Pierre Trattori, che prende il via nel 1883 – in un momento storico incentrato sulla lotta nel vigneto contro la nefasta peronospera – con la prima pompa irroratrice per la distribuzione a spalla del solfato di rame alle viti, ideata e costruita in legno dal bisnonno di Giovanni, l’ingegnoso falegname Carlo Repetto.

PierreTrattori_super_lupa

Successivamente si avvicendarono nel tempo i modelli realizzati in rame (le pompe “Lerma” brevettate vincitrici nel 1928 della medaglia d’oro all’esposizione di Torino), seguiti, nei primi anni Cinquanta, dalla pompa irroratrice a due stantuffi Super Lupa (nella foto sopra) e poi dalle evolute pompe a motore Aquila e Flavia, azionate da motori a scoppio e carrellate (nella foto sotto).

PIERRE_pompe_irroratrici

 

1963: DEBUTTA IL MOTOCOLTIVATORE A MARCHIO PIERRE

PIERRE_motocoltivatore

Altra svolta importante sul fronte dell’innovazione tecnologica arriva nel 1963, con l’uscita del primo motocoltivatore a marchio Pierre, dotato di un altro brevetto aziendale: un sistema di disinnesto automatico della fresa all’inserimento della retromarcia (sistema che verrà in seguito reso obbligatorio per legge su tutto il territorio nazionale).

Inizia al contempo la produzione del primo trattore articolato, concepito utilizzando il motocoltivatore applicato ad un’asse motrice posteriore.

 

IL PRIMO TRATTORE ISODIAMETRICO STERZANTE ANTERIORMENTE

PIERRE_isodiametrico_sterzo_anteriore

Ed i primati proseguono, perché due anni dopo in casa Pierre nasce il primo trattore isodiametrico d’Italia sterzante sull’asse anteriore. Poi è la volta dei modelli della serie 70 (con i modelli Pierre 327 nella foto sotto, Pierre 387, Pierre 407, Pierre 457 e Pierre 557), con potenze da 32 a 55 cavalli, proposti nella versione sterzante anteriormente e in quella articolata al centro con idroguida.

PIERRE_327

 

IL DOPPIO SISTEMA DI STERZO, UN NUOVO PRIMATO

PIERRE_358

Gli anni Ottanta, durante i quali il giovane Giovanni Polentes fa il suo ingresso ufficiale in azienda, vedono dal canto loro l’introduzione, all’interno della gamma firmata Pierre, dei trattori a doppia frizione e con trasmissione idrostatica, ai quali si aggiunge – ennesimo primato che ribadisce il talento di chi guida l’impresa di Silvano d’Orba – l’isodiametrico Pierre 358 (nella foto sopra), dotato di doppio sistema di sterzo “Twin Steering System” (brevettato), soluzione che consente di ridurre ulteriormente il raggio di sterzata della macchina.

 

1996: IL LANCIO DEL P796V

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«All’epoca – racconta Polentes – l’obiettivo, mettendo a frutto l’esperienza maturata nell’ambito delle trasmissioni idrostatiche e del sistema a doppio sterzo, era quello di costruire un trattore in grado di garantire alte prestazioni e massima stabilità in pendenza, offrendo al contempo un minimo raggio di sterzata ed una trasmissione progressiva con infinite velocità di avanzamento, oltre ad un utilizzo con attrezzi frontali e posteriori a 360 gradi durante l’intero arco dell’anno».

Obiettivo conseguito nel 1996 con il nuovo e avanzato isodiametrico Pierre P796V (nella foto sopra) da 79 cavalli, con telaio integrale in acciaio e reversibilità del posto di guida, omologato come trattrice agricola o macchina operatrice.

La costruzione modulare (i moduli  si dividono in telaio, assali, motore e presa di forza), con la possibilità di variare tra di loro i moduli che compongono il trattore, garantisce un’estrema libertà progettuale nonché l’uso del maggior numero possibile di componenti standard reperibili sul mercato, in modo da poter costruire la macchina più adatta alle esigenze del cliente, con costi di produzione accettabili anche con piccole serie.

 

SOSTANZIOSI UPGRADE NELLA SERIE P796V EVO

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Ed oggi un ancor più elevato standard in termini di prestazioni e comfort forniti dagli specializzati da vigneto a marchio Pierre è stato raggiunto grazie alla serie P796V Evo, reduce dai sostanziosi upgrade che hanno interessato motore, telaio, distribuzione dei pesi ed impianto idraulico.

 

MOTORE 4 CILINDRI KOHLER EMISSIONATO TIER 4 FINAL
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Posto guida reversibile

Nuovo, innanzitutto, il propulsore: una unità Kohler KDI 2504 TCR a quattro cilindri in linea, 16 valvole e 2.482 centimetri cubi di cilindrata, turbo intercooler e common rail, da 75 cavalli di potenza massima (a 2300 giri al minuto), conforme allo Stage IIIB/Tier 4 Final in materia di emissioni senza ricorso al filtro antiparticolato. Si tratta di un motore caratterizzato da consumi ridotti, coppia massima elevata (300 Newtonmetri a 1500 giri al minuto) e intervalli di manutenzione fino a 750 ore.

 

TELAIO OSCILLANTE ISF

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Quanto al nuovo telaio oscillante ISF (Integral steel frame), è realizzato in acciaio ad alto limite elastico per sopportare gli sforzi maggiori assorbendo elasticamente le sollecitazioni. Il motore, inoltre, è sospeso su antivibranti per ridurre sia le vibrazioni trasmesse al telaio sia la rumorosità ed è naturalmente presente l’esclusivo doppio sistema di sterzo sull’asse anteriore e con articolazione centrale, utilizzabili indipendentemente o simultaneamente.

 

TRASMISSIONE IDROSTATICA AD ELEVATO RENDIMENTO

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Efficiente e ad alto rendimento, la trasmissione idrostatica offre due gamme meccaniche e due idrauliche, innestabili in movimento, con una variazione infinita delle velocità da 0 a 40 chilometri orari in entrambi i sensi di marcia e con joystick multifunzione Automotive System per la circolazione stradale e regolazione automatica della velocità in base allo sforzo di trazione e ai giri del motore.

 

IDRAULICA DI TUTTO RISPETTO

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Da segnalare ancora sull’isodiametrico di Pierre, poi, l’impianto idraulico con pompa standard da 41 litri al minuto alla pressione di 180 bar oppure, a richiesta, tandem da 25 litri al minuto per l’idroguida e il sollevatore, capace di alzare 2400 chilogrammi, più 41 litri al minuto per i distributori (fino ad otto le prese idrauliche, comandate dal joystick, che consentono l’impiego di attrezzature ad elevata richiesta idraulica, molto usate nelle coltivazioni in filari). Il display a colori, infine, permette di visualizzare comodamente tutti i parametri di funzionamento della macchina.

 

OLTRE I CONFINI NAZIONALI

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I numeri di produzione, ovviamente, sono proporzionati alle dimensioni artigianali dell’azienda piemontese: ogni anno dalle officine della Pierre Trattori escono pochissime decine di macchine, destinate non solo al mercato nazionale ma anche a quelli internazionali, dove tengono alta la bandiera della meccanizzazione agricola italiana grazie alla loro qualità, affidabilità e dotazione innovativa.

Si può citare un dato illuminante a riguardo: in azienda sono ancora disponibili i ricambi delle macchine prodotte negli anni Cinquanta, visto che è possibile utilizzarle anche ai giorni nostri.

 

APT P796, IL TRATTORE “ANTI-MINE”

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A fare da contrappunto alle valide macchine agricole del passato c’è l’ultimo step tecnologico compiuto dalla Pierre Trattori, ancora una volta meritatamente alla ribalta. E la novità si chiama APT (Area Preparation Tractor) P796, ovvero il primo trattore a basso costo destinato alla preparazione del terreno per le operazioni di sminamento umanitario.

Frutto, l’APT P796, di un singolare progetto avviato nel 2010 in collaborazione con l’Università di Genova-Dime e mirato alla realizzazione di un trattore radiocomandato da sminamento ricavato, mediante l’applicazione di particolari accorgimenti, dal versatile specializzato di casa Pierre.

Sul primo nato, il prototipo “Locostra” (LOw COst TRActor) del 2012, il lavoro di riprogettazione e di perfezionamento è proseguito per altri quattro anni, grazie al contributo degli ingegneri del Pma Robotic Group Dime dell’ateneo genovese nell’ambito del progetto Tiramisu supportato dall’Unione Europea.

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Il risultato è, appunto, l’attuale trattore anti-mine costruito da Pierre, presentato lo scorso febbraio alla Royal Military Academy a Bruxelles: un modello dotato di motore simile a quello dei trattori agricoli dell’azienda di Silvano d’Orba ma blindato (oltre alla blindatura della parte inferiore della macchina, ne è stata realizzata una seconda che protegge tutti gli elementi vitali dalle schegge proiettate dalle micidiali mine a frammentazione), radiocomandato ed equipaggiato con un nuovo telaio, ruote resistenti alle esplosioni e quattro micro telecamere ai quattro lati del trattore che, tramite un software apposito, creano un’immagine con vista dall’alto attorno al trattore, anche all’interno di aree densamente vegetate, permettendo di individuare mine, proiettili o bombe inesplose.

APT_CTRO

Sulla sua validità operativa basti dire che nel 2015 la macchina APT ha superato brillantemente i test di certificazione del CTRO in Croazia (nella foto sopra) – test che, oltre che riguardare la funzionalità della macchina dal punto di vista operativo nella preparazione dei campi minati per la successiva bonifica manuale, hanno riguardato la resistenza alle eventuali deflagrazioni delle mine anti persona e a frammentazione – e dopo 21 esplosioni di mine anti persona e a frammentazione era ancora perfettamente funzionante, senza la necessità di alcun intervento.

APT_conversione

Pronto, dunque, per essere commercializzato ed impiegato da parte di imprese attive nelle bonifiche dei territori di guerra, l’APT, una volta espletata questa mansione, può essere convertito all’utilizzo agricolo.
 

LA VERSIONE RADIOCOMANDATA DEL P796V EVO

PIerre_Trattori_radiocomando

Ma non finisce qui. In virtù del lavoro svolto per la progettazione e la messa a punto del trattore dedicato allo sminamento umanitario, infatti, la dinamica azienda dell’Alessandrino ha saputo sviluppare con successo una nuova versione radiocomandata del suo specialista dei filari P796V Evo.

Così, nella nuova versione RC, l’isodiametrico di Pierre Trattori – provvisto di piattaforma di guida standard in modo da consentire la gestione anche con operatore a bordo – può essere utilizzato in piena sicurezza al cospetto di situazioni a rischio, come i lavori su terreni fortemente declivi o durante le operazioni che prevedono l’uso di prodotti chimici. Rivelandosi inoltre particolarmente utile nei vigneti e nei frutteti in caso, ad esempio, di lavorazioni con piattaforma o con impiego di una trivella idraulica oppure di forbici pneumatiche per potatura.

 

© Stefania Capponi

 

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