Nonostante le ottime performance dei produttori di macchine agricole sui mercati internazionali, il mercato nazionale è in crisi ormai da alcuni anni e, per il momento, non si intravedono segnali di ripresa. «È evidente – sottolinea Massimo Goldoni, presidente di FederUnacoma – che le imprese agricole scontano la situazione economica generale e la debolezza del nostro “sistema-paese”, ma tale constatazione non è sufficiente a comprendere come e dove intervenire in modo efficace». Di qui la decisione della federazione che raggruppa i principali costruttori nazionali di macchine agricole di commissionare a Nomisma un’indagine, pensata proprio per essere una base di lavoro oggettiva e condivisibile, sulle ragioni specifiche che rendono sempre più difficile per le imprese agricole l’acquisto di mezzi meccanici nuovi.
DUE FILONI DI INDAGINE
Il report di Nomisma, i cui risultati sono stati presentati a Bari nell’ambito della fiera Agrilevante in un incontro dal titolo “Il mercato italiano delle macchine agricole tra crisi economica e nuova Pac”, si è sviluppato su due fronti: un’analisi desk sui dati censuari per comprendere i cambiamenti occorsi negli ultimi 10 anni nella struttura produttiva agricola e nel ricorso al contoterzismo e un’analisi field, riguardante un’indagine diretta svolta su un campione di 750 imprese agricole distribuite sul territorio nazionale, per capire i motivi alla base del calo delle immatricolazioni e, nello stesso tempo, recepire le intenzioni di acquisto future.
IL CALO DELLE IMMATRICOLAZIONI
Il primo dato messo in evidenza dall’indagine di Nomisma è il consistente calo delle immatricolazioni (-28% le trattrici immatricolate nel periodo 2007-2012). Come hanno evidenziato Denis Pantini e Stefano Baldi, dell’area agroalimentare di Nomisma, pur trattandosi di un fenomeno strutturale in corso ormai da diversi anni, nell’ultimo quinquennio (2007-2012) si è assistito ad un vero e proprio crollo del mercato quantificabile in una perdita di circa il 30% dei mezzi immatricolati, con percentuali variabili per le diverse tipologie di macchine. Si va infatti dal -7% delle raccoglimballatrici al -25% dei frangizolle e al -28% degli spandiconcime portati, fino ad arrivare al -33% degli atomizzatori e al -44% dei carri miscelatori.
RIDOTTA PROPENSIONE ALL’ACQUISTO: I PERCHÉ
A questo scenario si aggiunge, dall’indagine diretta, la bassa percentuale (28%) di imprese che hanno effettuato acquisti di macchine agricole (nuove e usate) negli ultimi 5 anni. Le imprese agricole intervistate hanno dichiarato di aver ovviato a questa minor propensione all’acquisto aumentando la vita delle macchine tramite riparazioni (65,5%), impiegandole in maniera più efficiente (50,2%), facendo ricorso al contoterzismo (49,9%), acquistando macchine usate (23,2%). Un approccio questo che risponde in pieno alle difficoltà che alcuni comparti del settore agricolo nazionale hanno dovuto affrontare in tempi recenti e che rischia di proseguire anche nei prossimi anni a causa sia della crisi economica sia dell’evoluzione strutturale in atto nel settore.
Infatti, alla domanda su quali siano le ragioni che hanno spinto l’azienda a ridurre la spesa in macchine agricole, molte (28%) rispondono che non hanno le risorse economiche sufficienti per realizzare l’investimento. Queste, nell’ordine, le altre motivazioni addotte: ottimale dotazione di macchine (11%), età avanzata, prossima chiusura o difficili condizioni di gestione dell’impresa (11%), macchine non necessarie per la ridotta dimensione dell’azienda (10%), ricorso al contoterzismo (10%), le incerte prospettive future dell’agricoltura e dell’economia (9%), i prezzi alti delle macchine agricole.
CRESCE IL RICORSO AL CONTOTERZISMO
Di pari passo con la riduzione del numero di imprese agricole – con la scomparsa soprattutto delle più piccole e con l’incremento della dimensione media delle aziende che sono in grado di rimanere sul mercato –, si osserva come nel corso degli ultimi 10 anni il ricorso al contoterzismo sia aumentato in tutte le regioni, speso per andare incontro alla crescente difficoltà (di natura economica e e tecnologica) delle imprese a svolgere le lavorazioni con mezzi propri. Nel 2010 le aziende che ricorrevano al contoterzismo erano il 33,4% del totale (ma nel Nord-Est la percentuale saliva addirittura al 55,9%), per quasi 4 milioni di giornate di lavoro complessive, il 58,7% delle quali realizzate al Sud e nelle isole. Sempre in base ai dati dell’ultima rilevazione censuaria le giornate medie di lavoro per azienda erano 7,5 contro le 3,8 del 2000. Da segnalare infine la crescita esponenziale delle aziende agricole che hanno deciso di affidare alle imprese agromeccaniche la raccolta meccanizzata dei prodotti.
IL TREND NEI PROSSIMI TRE ANNI
Questa ricerca verso una maggior efficienza potrebbe continuare ad influire sulle domanda di macchine agricole, mantenendo basso – anche nei prossimi anni – il numero di nuove immatricolazioni. Anche perché molte aziende intervistate hanno dichiarato di non volere effettuare acquisti di nuove macchine nei prossimi 3 anni (86,8% degli intervistati). I motivi? Principalmente perché mancano le risorse economiche, poi perché si ritiene ottimale l’attuale dotazione in azienda e ancora perché si pensa di far ricorso al contoterzismo. Da segnalare, per inciso, come la propensione all’acquisto sia direttamente proporzionale all’eta del conduttore, tant’è vero che il 19% delle aziende con conduttore di età inferiore ai 45 anni prevede di acquistare macchine agricole nei prossimi tre anni, così come il 47% delle aziende con conduttore giovane (<45 anni) ha acquistato macchine agricole negli ultimi 5 anni.
LO STRUMENTO PSR
Tra chi si è detto propenso ad acquistare, si è contestualmente affermato (oltre il 45%) di volerlo fare attraverso il sostegno dei nuovi Piani di Sviluppo Rurale che, tra le altre cose, vedranno per la prossima tornata 2014-2020 una maggiore dotazione di risorse rispetto all’attuale periodo di programmazione (+1,4%, per un totale complessivo nei sette anni di 10,4 miliardi di euro).
E questo rappresenta forse uno dei principali segnali positivi su cui puntare per una ripresa del mercato italiano delle macchine agricole. Infatti, mentre la dotazione italiana per lo Sviluppo Rurale può contare su un aumento, dall’altro lato i produttori agricoli dovranno fare i conti con una completa “rivoluzione” nell’erogazione dei pagamenti diretti che si accompagnerà contestualmente ad una riduzione del montante nazionale. In altre parole, in virtù di una “convergenza” degli aiuti ad ettaro da raggiungere entro il 2019, molti agricoltori dovranno rivedere il bilancio con un pagamento diretto fortemente ridimensionato (in molte filiere si dimezzerà, come nel caso del riso, dell’olivo, del pomodoro da industria o delle carni bovine). Un cambiamento che rischia quindi di peggiorare ulteriormente la propensione all’acquisto di macchine agricole degli agricoltori italiani.
LE MISURE DA ADOTTARE
In ordine ai dati che emergono dal Rapporto Nomisma, la Federazione dei costruttori FederUnacoma sottolinea con rinnovata forza la necessità di creare un Tavolo di Lavoro presso il Ministero delle Politiche Agricole, nel quale siano rappresentate le organizzazioni professionali agricole e le organizzazioni che a vario titolo rappresentano il comparto della meccanizzazione, con l’obiettivo di elaborare strategie per il rilancio della stessa, che costituisce un fattore strategico per la competitività della nostra agricoltura.
Alcune proposte sono già state elaborate da FederUnacoma e attendono di essere discusse in sede tecnica e politica. Esse riguardano:
- Sostegno alle organizzazioni dei contoterzisti nella richiesta di riconoscimento delle stesse come aziende agricole a tutti gli effetti, quindi suscettibili dei finanziamenti pubblici per i piani agricoli, vedi in particolare i PSR;
- Individuazione e promozione delle nuove tipologie di macchine in grado di soddisfare la domanda che proviene da nuovi filoni di attività in ambito rurale, ivi comprese quelle nei settori agro-energetico, agro-ambientale e della multifunzionalità;
- Miglioramento della capacità di utilizzo dei fondi PSR e delle altre provvidenze istituite per il settore agricolo e della meccanizzazione a livello comunitario e nazionale;
- Promozione della componentistica di qualità per soddisfare le esigenze di quegli agricoltori che, non potendo acquistare mezzi nuovi, tendono a riparare quelli già in loro possesso senza tuttavia rinunciare a requisiti di efficienza e sicurezza.