Ora che sta progressivamente tornando il sereno sul mercato delle macchine agricole, protagonista su scala globale di un netto recupero dopo la crisi della primavera scorsa (da una flessione della domanda mondiale del 24% registrata lo scorso aprile si è passati ad un lusinghiero +3,7% del mese di luglio, Fonte: ExportPlannings) resta solo da sperare che la recrudescenza dell’epidemia Covid-19 non procuri una brusca inversione di marcia.
Un augurio espresso dal presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti (nella foto sotto) nel suo intervento durante la conferenza stampa di presentazione della rassegna EDP.
TORNA IL SEGNO PIÙ PER LE IMMATRICOLAZIONI DI TRATTRICI
Incoraggianti segnali di una ripresa trasversale ai cinque continenti arrivano dagli Stati Uniti, dove a fine settembre si registrava un incremento delle immatricolazioni di trattrici del 14,7 per cento in ragione di 219 mila unità – e il trend positivo è proseguito nel mese di ottobre durante il quale, stando ai dati AEM, sono state immatricolate 28.266 trattrici, pari al 18,1 per cento in più rispetto a ottobre 2019 – e dal Canada (+8,9% per 19 mila macchine circa), dall’India (+4,7% a fronte di ben 544 mila unità) e dalla Russia, con poco meno di 18 mila unità riferite però al mese di agosto (+0,7%).
Per quanto riguarda l’Europa, la performance migliore spetta senz’altro alla Germania dove nel periodo gennaio-ottobre 2020 sono stati immatricolati 26.746 trattrici, con un incremento del 7,9 per cento rispetto ai primi dieci mesi del 2019.
Altri Paesi non sono ancora riusciti a recuperare in termini di vendite annuali il crollo subito durante il lockdown ma le immatricolazioni di trattrici degli ultimi mesi sono in forte ripresa. Ciò vale per la Spagna dove nei mesi di settembre e ottobre si è assistito a incrementi del 12,62 e 5,18 per cento rispettivamente, a fronte però di un mercato che con un totale di 8.611 unità vendute al 30 ottobre risultava in calo del 12,75 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019.
Per quanto riguarda invece la Francia nei primi nove mesi del 2020 le immatricolazioni di trattrici nuove superiori a 50 cavalli risultano in calo del 17,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019, nella misura di 15.430 unità contro 18.767.
LA RIPRESA TRAINATA DALLA TENUTA DEL SETTORE AGRICOLO
«La ripresa del comparto – ha fatto presente Malavolti – deve essere messa in relazione con la tenuta complessiva del settore agricolo che registra nell’anno un buon andamento in termini sia di produzione sia di prezzi». I dati FAO indicano infatti una crescita dei prezzi dei prodotti alimentari del 3,1 per cento ad ottobre rispetto al mese di settembre, e una crescita complessiva del 6 per cento considerando l’intero anno dall’ottobre 2019 ad oggi.
In particolare, i prezzi dei cereali, che svolgono un ruolo estremamente importante ai fini della determinazione dei redditi degli agricoltori, risultano in crescita del 7,2 per cento ad ottobre rispetto al mese di settembre, e del 16,5 per cento per cento rispetto ad ottobre 2019. E in crescita è anche la produzione (malgrado i cali della produzione in Argentina, e dalle cattive condizioni meteoclimatiche che hanno colpito le semine di grano invernale in Europa, Nord America e nella regione del Mar Nero) che si stima a fine anno raggiungerà la quota record di 2.750 milioni di tonnellate (+1,6%).
Andamenti altrettanto positivi stanno caratterizzando i prezzi dei prodotti lattiero-caseari (+2,2% a ottobre 2020 rispetto a settembre e + 3,5% rispetto a ottobre 2019), lo zucchero (+7,6% mese su mese e +9,3% rispetto a ottobre 2019) e gli oli di origine vegetale (+1,8% rispetto a settembre 2020 e + 26,5% rispetto a ottobre 2019).
L’unico settore in controtendenza è quello della carne i cui prezzi, influenzati principalmente dagli andamenti negativi della carne bovina negli USA e del pollame in Cina e in Arabia Saudita, hanno subito un calo dello 0,5 per cento rispetto a settembre 2020 e del 10,7 per cento rispetto a un anno fa.
FIDUCIA IN CRESCITA NEL REPORT DEL CEMA DI NOVEMBRE
Il rischio, dunque, è che la recrudescenza dell’epidemia possa frenare i mercati, compreso quello europeo, che secondo i dati del “Barometro” del Cema – l’indagine sul trend del business di settore condotta mensilmente dall’associazione che rappresenta i costruttori europei di macchine agricole – ha visto crescere negli ultimi mesi l’indice di fiducia delle industrie costruttrici.
In particolare, nel Business Barometer del Cema che porta la data del 12 novembre l’indice, che nel mese di agosto, giusto per fornire un elemento di confronto, si posizionava a -6, è a +14 (su una scala che va da -100 a +100). Va rilevato però come non tutti i mercati manifestino le stesse aspettative, tant’è vero che mentre in Francia, Germania e Italia predomina da parte degli intervistati un atteggiamento di fiducia sull’evoluzione del fatturato, in alcuni mercati dell’Europa dell’Est, così come per il Regno Unito, si ravvisano ancora atteggiamenti pessimistici.
ALL’INSEGNA DI UN CAUTO OTTIMISMO ANCHE L’INDAGINE DI FEDERUNACOMA
Una ritrovata fiducia dopo tanti mesi di clima recessivo dovuto anche alle chiusure di molti stabilimenti in periodo di lockdown, emerge anche da una specifica indagine condotta da FederUnacoma – GRS sulle aspettative per il settore, realizzata su un vasto campione di operatori comprendente case costruttrici, rivenditori e tecnici.
Interpellati in merito all’andamento del fatturato aziendale negli ultimi due mesi in confronto ai due mesi precedenti, il 29 per cento degli intervistati ha espresso una valutazione molto positiva o positiva e più di un 38 per cento ha definito il fatturato stabile.
Previsioni improntate a un cauto ottimismo anche per quanto riguarda il consuntivo 2020, con il 26 per cento dei partecipanti al sondaggio che ha previsto una crescita del fatturato rispetto al risultato del 2019 e il 32 per cento del campione che si attende un risultato in linea con le performance dell’anno precedente.
IL MERCATO ITALIANO RECUPERA POSIZIONI DOPO IL NETTO CALO SUBITO NEL PRIMO SEMESTRE
Come ha rimarcato il numero uno di FederUnacoma, la crisi attraversata quest’anno dal comparto della meccanizzazione agricola acquista dimensioni contenute se paragonate a quelle del macrosettore di cui fa parte, la metalmeccanica che a settembre faceva registrare un calo complessivo delle immatricolazioni del 19,8 per cento, con delle punte estremamente negative rappresentate dal -34,2 per cento delle autovetture e dal -19,6 per cento dei veicoli industriali. «Noi siamo tra i più fortunati ad aver ceduto solo l’11,8 per cento per quel che riguarda le immatricolazioni di trattori», ha commentato Malavolti.
I dati sulle immatricolazioni di macchine agricole aggiornati ad ottobre indicano infatti un recupero rispetto al netto calo subito nei primi sei mesi dell’anno. Le trattrici segnano un incremento del 7,5 per cento rispetto a ottobre 2019, dopo l’impennata registrata a settembre (+20,7%), ma il bilancio complessivo dei dieci mesi resta ancora negativo (-11,8%); le mietitrebbiatrici guadagnano ad ottobre un 8,3 per cento pur rimanendo negativo il consuntivo dei dieci mesi (-11%) e le trattrici con pianale di carico chiudono i dieci mesi con un passivo del 6,3 per cento.
I rimorchi calano in modo lieve ad ottobre (-2,6%) segnando un passivo nei dieci mesi del 15,5%, mentre migliore bilancio esibiscono i sollevatori telescopici, che registrano ad ottobre una crescita del 29,4 per cento e che evidenziano nei dieci mesi un passivo molto contenuto (-1,7%).
LE PREVISIONI PER FINE ANNO
Seppure in un anno difficile come questo, l’Italia conserva il terzo posto nella classifica dei produttori mondiali di macchine agricole con una produzione (trattrici e macchine agricole) stimata a fine 2020 a quota 7,592 miliardi di euro, in calo di circa il 3,9 per cento.
Una perdita più contenuta (-2,1%) è prevista per la componentistica che dovrebbe fermarsi a 2,690 miliardi di euro, mentre un dato in controtendenza caratterizza le macchine per il verde che, dopo un disastroso primo trimestre seguito da due trimestri estremamente positivi, dovrebbero chiudere l’anno a quota 850 milioni di euro, con una crescita del 9 per cento trainata principalmente dal mercato nazionale ma anche da buone performance in alcuni Paesi di esportazione.
«In un anno condizionato dal blocco della produzione nella primavera scorsa – ha concluso il presidente di FederUnacoma – questi cali di produzione erano ampiamente prevedibili. Meno prevedibili sono gli effetti che potrebbero produrre nuovi provvedimenti restrittivi, che avrebbero l’effetto di rallentare non soltanto la produzione ma anche la logistica e il trasporto dei prodotti, con danno soprattutto per le esportazioni».
SUI MERCATI ESTERI IL 65 PER CENTO DELLA PRODUZIONE NAZIONALE DI MACCHINE AGRICOLE
E sulle esportazioni si è focalizzato l’intervento del sottosegretario al ministero degli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, durante l’evento inaugurale di Eima Digital Preview. Di Stefano, ribadendo l’importanza dei Paesi esteri per il business delle aziende agromeccaniche italiane, ha ricordato che nel 2019 il 65 per cento della produzione nazionale di macchine agricole, per un valore pari a 5,2 miliardi di euro, è stato assorbito principalmente dal mercato europeo (con una quota di export nazionale pari al 60%) e statunitense (17%), seguiti da quello asiatico (6,9%) e africano (4,6%).
Le aziende italiane, a detta di Di Stefano, devono puntare anche su questi ultimi due mercati, che presentano una grande richiesta di tecnologie per l’agricoltura e prevedono interventi pubblici a sostegno del settore. Direzione nella quale marcia il Patto per l’export siglato lo scorso giugno.
Da questo strumento, finalizzato al rilancio dell’export del “Made in Italy” nella fase postemergenza sanitaria attraverso il rafforzamento degli strumenti di sostegno all’internazionalizzazione e un’azione promozionale di ampio respiro, dovrebbe trare giovamento anche il comparto dell’agromeccanica che, in termini di export, ha subito pesanti conseguenze dall’effetto Covid-19 manifestando però una forte capacità di recupero.
Il calo delle esportazioni, che alla fine del mese di aprile aveva raggiunto, per la prima volta dopo tanti anni, un impressionante picco del 12 per cento, è stato infatti velocemente riassorbito, tant’è vero che a fine luglio il dato era risalito a -0,5 per cento, grazie anche ad una stagione meteorologica particolarmente favorevole alle produzioni agricole, sia in quasi tutta Europa sia in Nord e Sud America.
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