Oltre ad offrire un’ampia panoramica di macchine ed attrezzature per l’agricoltura e la cura del verde, Agrilevante ha aperto una “finestra” su una tipologia di mezzi che trova grandi prospettive di impiego nel nostro Paese.
UNO SPAZIO ESPOSITIVO DEDICATO
Si tratta delle macchine per la manutenzione del territorio, alle quali è stato riservato uno spazio circoscritto ma esplicativo, allestito in modo scenografico nell’area del MiA, il Salone dedicato alla multifunzionalità in agricoltura.
TECNOLOGIE PER LA PREVENZIONE DEI RISCHI AMBIENTALI
Dalla pulizia dei canali, dei fossi e degli argini – elemento basilare per prevenire allagamenti in caso di ingenti precipitazioni – alla manutenzione degli invasi e delle condotte per la raccolta e la distribuzione dell’acqua irrigua; dalla gestione dei territori forestali, con l’asportazione della biomassa eccedente, alla realizzazione all’interno dei boschi di corridoi tagliafuoco, l’industria della meccanica può oggi offrire una rosa estremamente ampia di mezzi specifici per prevenire fenomeni come il dissesto idrogeologico e gli incendi boschivi.
UN CONVEGNO SUL TEMA
La tematica, vista l’importanza che riveste, è stato anche al centro del convegno “Dissesto, incendi, siccità: l’emergenza e le strategie” – tenutosi sempre nell’ambito di Agrilevante – con la partecipazione di alcuni fra i più autorevoli esperti nel mondo universitario e della ricerca.
EVENTI METEO ESTREMI, SPESSO IMPREVEDIBILI
In effetti, mai come quest’anno il rischio ambientale è apparso in tutta la sua gravità: siccità prolungata, carenza di risorse idriche non soltanto per l’agricoltura ma anche per gli usi industriali e civili, diffusione di incendi boschivi, improvvise e violente alluvioni hanno caratterizzato la stagione primaverile ed estiva portando l’attenzione su problematiche che purtroppo sembrano ormai destinate a rappresentare una costante per il nostro Paese.
Dati alla mano, gli incendi distruggono in media ogni anno 90 mila ettari di vegetazione e il fenomeno rischia di peggiorare per le nuove interazioni che si sono stabilite tra ambiente, clima e società. «A causa dell’abbandono di vaste aree agricole e pastorali – ha spiegato nel suo intervento Danilo Monarca dell’Università della Tuscia – i boschi italiani si stanno espandendo in modo spontaneo ad un ritmo di circa 30 mila ettari all’anno, configurando formazioni pre-forestali e coperture boschive recenti che risultano particolarmente predisposte agli incendi».
L’AGGRAVARSI DEL RISCHIO
L’abbandono delle aree agricole e la conseguente mancanza di manutenzione del territorio incide anche sul verificarsi di fenomeni franosi. Il 20 per cento circa della superficie totale italiana – è stato detto nel corso del convegno – è classificata come esposta al rischio di frane, e ben 7.145 Comuni, pari all’88 per cento del totale, si trovano in “zona rossa”, nei territori dove l’allarme idrogeologico è più elevato.
Ma sul rischio ambientale pesa anche il consumo di suolo, che, con la progressiva perdita di terreni agricoli, ha privato il nostro territorio di un importante presidio. Basti dire che nel solo 2016 il fenomeno ha interessato ben 2,3 milioni di ettari, pari al 7,6 per cento della superficie totale del Paese.
IL CONTRIBUTO DELLE IMPRESE AGRICOLE MULTIFUNZIONALI
In questo scenario, l’agricoltura si conferma come l’unico settore che può presidiare il territorio svolgendo funzioni non soltanto produttive ma anche di servizio. Il concetto di “agricoltura multifunzionale” diventa dunque un fattore chiave.
D’altro canto, già oggi le attività multifunzionali rappresentano un’importante occasione di business, grazie anche ai finanziamenti sistematici previsti dalla politica agricola comunitaria nell’ambito del secondo pilastro. «Nel giro di soli 15 anni, tra il 2000 e il 2015, il valore della attività multifunzionali è quasi raddoppiato– ha ricordato Roberto Fanfani dell’Università di Bologna – arrivando a ben 10,7 miliardi di euro, pari cioè al 21 per cento del valore dell’intera produzione agricola.
E nel novero delle attività multifunzionali, la manutenzione del territorio – arrivata nel 2015 a un valore di 540 milioni di euro – sta guadagnando un peso e un rilievo crescenti. Spetta infatti all’azienda multifunzionale, ha spiegato Francesco Sartori dell’Università di Padova – eseguire tutte quelle operazioni di manutenzione e di sistemazione territoriale che sono l’unico presidio contro i rischi ambientali, ma questo è possibile proprio grazie all’impiego di tecnologie e mezzi meccanici adattati o appositamente progettati.
Fonte: FederUnacoma