HomePrimo pianoMarocco: l’emergenza siccità blocca gli acquisti di macchine agricole ma la ripresa è in vista Marocco: l’emergenza siccità blocca gli acquisti di macchine agricole ma la ripresa è in vista Primo piano 01/05/2025 - Barbara Mengozzi Con 1.500 espositori provenienti da 70 Paesi e oltre un milione di visitatori, la 17esima edizione del Salone Internazionale dell’Agricoltura in Marocco (SIAM) svoltasi a Meknès dal 21 al 27 aprile scorsi ha battuto tutti i record di partecipazione, confermando il Marocco, a detta degli organizzatori, come una piattaforma di riferimento per il dialogo, la cooperazione e l’innovazione nel settore agricolo, a livello sia locale sia internazionale. I media hanno parlato di un volume di affari di circa 200 milioni di dollari ma, al di là delle cifre, si è trattato senza dubbio di una boccata d’ossigeno, oltre che di un’iniezione di fiducia, per un settore che sta attraversando un momento particolarmente difficile. DAL 2010 UNA CONTRAZIONE DEL MERCATO TRATTORI CHE SFIORA IL 90 PER CENTO Marocco – Vendite annuali di trattori nuovi 2010-2024 Le cifre fornite da Amima, l’associazione marocchina degli importatori di macchine agricole a cui fanno capo oltre il 90% delle aziende del comparto, parlano chiaro: nel 2024 le vendite di trattori sono scese a 718 unità rispetto alle 874 unità collocate sul mercato l’anno precedente confermando un trend preoccupante, caratterizzato da cali successivi del 43% nel 2022 e del 22% nel 2023, che ha portato il mercato dei trattori agricoli al livello più basso degli ultimi trent’anni e lo ha ridotto a quasi un decimo nell’arco degli ultimi 16 anni. «Questa situazione – afferma Amima in un comunicato stampa che equivale a un grido d’allarme – minaccia l’intero ecosistema delle macchine agricole in Marocco, mettendo a repentaglio gli importatori di macchine e attrezzature agricole, le loro reti di vendita e i posti di lavoro diretti e indiretti nel settore». La flessione delle vendite di trattori ha avuto infatti un impatto diretto sulla domanda di attrezzature accessorie, necessarie per le operazioni di aratura, semina, esecuzione dei trattamenti, fienagione e raccolta, che risulta anch’essa in forte calo. Leggi anche >>> Marocco: le potenzialità permangono ma il mercato trattori crolla L’ESIGENZA DI RIVITALIZZARE UN SETTORE D’IMPORTANZA STRATEGICA Da qui l’appello rivolto dall’Associazione marocchina a tutte le istituzioni competenti al fine di invertire questa tendenza e la richiesta di una mobilitazione collettiva per soddisfare le esigenze del settore agricolo, definito un motore chiave dell’economia nazionale e un pilastro della sicurezza alimentare. «Migliorare l’accesso degli agricoltori a moderne attrezzature agricole – fa presente Amima – è essenziale per rafforzare la produttività agricola attraverso strumenti efficienti, ridurre i costi operativi per gli agricoltori, migliorare la qualità dei prodotti agricoli per soddisfare la domanda dei mercati locali e internazionali, accelerare l’adozione di pratiche sostenibili al fine di ridurre l’impatto ambientale, creare opportunità di lavoro». UNA DELLE ECONOMIE AGRICOLE PIÙ DINAMICHE DEL CONTINENTE AFRICANO Come descritto nel quaderno “Africa e Affari – Focus 2024 – African Continental Free Trade Area”, il Marocco rappresenta una delle economie agricole più dinamiche del continente africano con il settore primario che contribuisce per il 14% al PIL del Paese e coinvolge circa il 40% della popolazione attiva. Con prodotti di alto valore come agrumi, olive e ortaggi, il Marocco si è affermato come uno dei maggiori esportatori agricoli a livello mondiale. Un ruolo chiave al quale ha contribuito non poco il processo di modernizzazione favorito dal Piano Marocco Verde che, avviato dal governo nel 2008 e proseguito fino al 2020, ha rappresentato un primo passo cruciale nell’evoluzione dell’agricoltura locale. DAL PIANO MAROCCO VERDE ALLA STRATEGIA GENERATION GREEN Al Piano Marocco Verde ha fatto seguito la strategia Generation Green 2020-2030 concentrata su diverse azioni che hanno come denominatore comune quello di rimettere le persone al centro del modello agricolo. Si punta infatti creare una classe media rurale in grado di guadagnarsi da vivere dignitosamente con il proprio lavoro e rafforzare la resilienza di un settore sempre più vulnerabile ai cambiamenti climatici. Un percorso sicuramente non facile ma lungo il quale sono già stati messi a segno dei risultati che il ministro tunisino dell’Agricoltura Ahmed El Bouari ha illustrato nel corso della cerimonia di apertura del SIAM: 83,3 miliardi di dinari tunisini di investimenti cumulativi tra il 2021 e il 2024, di cui il 63% di fondi pubblici, oltre 1,4 milioni di agricoltori ora registrati alla previdenza sociale, la creazione di venticinque centri regionali per l’imprenditorialità agricola, a supporto di migliaia di giovani nella strutturazione di progetti che spaziano dalla produzione orticola alla trasformazione agroalimentare, comprese innovazioni digitali come sistemi di irrigazione intelligenti o diagnostica fitosanitaria assistita dall’intelligenza artificiale. LA PRODUTTIVITÀ MESSA IN GINOCCHIO DALLA SICCITÀ Cinque anni dopo il suo lancio, Generation Green, come evidenzia il periodico marocchino Maroc Hebdo, ha quindi mantenuto alcune delle sue promesse – maggiori investimenti, maggiore inclusione sociale, l’ascesa dell’irrigazione di precisione e i primi passi di un ecosistema imprenditoriale agricolo – ma il processo di trasformazione e modernizzazione del settore appare in questa fase rallentato e per certi versi ostacolato da un contesto climatico particolarmente ostile. Come ha ricordato il ministro El Bouari in apertura del SIAM, il Marocco sta attraversando il periodo di siccità più lungo degli ultimi sette anni, che colpisce in particolar modo le zone rurali ed è aggravato dalle crisi geopolitiche. In dettaglio, per sei anni consecutivi, a partire dalla campagna agricola 2016-2017, il Paese ha sofferto di una siccità strutturale, con precipitazioni irregolari e dighe riempite in modo insufficiente, il tutto accompagnato da un calo delle falde acquifere. Le conseguenze sono state disastrose: 137.000 posti di lavoro agricoli persi nel 2024, secondo l’Alto commissariato per la pianificazione (HCP), mentre alcuni settori in particolare hanno subito il peso maggiore della pressione idrica, come la produzione di olive (calo del 34% rispetto alla media degli anni precedenti), quella di agrumi (-26%) e quella di cereali, completamente crollata nelle zone non irrigue, con il 39% di superficie seminata in meno nell’autunno del 2024. PROMUOVERE LA SICUREZZA IDRICA NEL QUADRO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE, LA GRANDE SFIDA Un’emergenza che il Governo ha cercato di arginare attraverso una serie progetti strutturali finalizzati a valorizzare le risorse idriche. L’irrigazione localizzata è stata estesa a 866.000 ettari, più della metà delle superfici irrigate del Paese, e sono attualmente in fase di costruzione 19 dighe, con l’obiettivo di raggiungere 20 miliardi di metri cubi di capacità di stoccaggio entro il 2030. Tra le aziende italiane partecipanti al SIAM 2025, la vicentina Calpeda specializzata nei sistemi di pompaggio dell’acqua, con una presenza globale, rappresentata dal gruppo marocchino Unimagri. Tra le iniziative incentrate sulla diversificazione delle fonti idriche figurano anche l’installazione di impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare, alcuni dei quali già operativi, che permetteranno di passare dagli attuali 140 milioni di metri cubi a 1 miliardo nel 2030, e i progetti di interconnessione tra bacini idraulici, come quello tra Sebou e Bouregreg, che hanno permesso di trasferire fino a 400 milioni di metri cubi all’anno verso le zone più carenti. E, tornando a far riferimento al SIAM, non è stata certo casuale in questo scenario la scelta del tema che ha fatto da fil rouge alla rassegna “Agricoltura e mondo rurale: l’acqua al centro dello sviluppo sostenibile”. PREVISTA UNA RIPRESA PRONUNCIATA DELLE IMPORTAZIONI DI MACCHINARI AGRICOLI DA PARTE DEL MAROCCO NEL TRIENNIO 2026-2028 Una centralità quella dell’acqua che va di pari passo con la crescita della meccanizzazione, il cui ruolo è cruciale ai fini della crescita della produttività e dell’uso razionale delle risorse naturali. «La meccanizzazione agricola in Marocco – si legge nel sopra citato quaderno di Africa e Affari – è ancora in fase di sviluppo ma ha visto una crescita significativa grazie alle politiche introdotte dal governo di Rabat per promuovere l’acquisto e l’utilizzo di macchinari moderni». Negli ultimi anni, tuttavia, come abbiamo visto anche all’inizio di questo articolo, il mercato marocchino dei macchinari agricoli e dei trattori ha subito significative oscillazioni, influenzato da vari fattori. Non disponendo di una produzione interna significativa di macchinari agricoli, il Marocco accusa una forte dipendenza dalle importazioni per soddisfare il fabbisogno del settore. Nel 2023, in particolare, le importazioni del Paese hanno totalizzato il valore di 119 milioni di euro, con una flessione rispetto ai 166,8 milioni di euro del 2022 e ai 187,3 del 2021 (Fonte: Africa e Affari cit.) e anche lo scorso anno è stato caratterizzato da un trend negativo che ha portato a un calo complessivo del 10,7% tra il 2022 e il 2024 dell’import di macchinario agricolo da parte del Marocco, in controtendenza rispetto agli andamenti positivi di Algeria, Egitto e Libia. Dopo un’ulteriore contrazione prevista per il 2025, il Marocco dovrebbe registrare però un significativo incremento delle vendite di macchinari agricoli nel triennio 2026-2028, con un tasso di crescita medio annuo del 6% stando ai report della società di ricerca ExportPlanning. ITALIA SESTO PARTNER COMMERCIALE DEL MAROCCO Con una crescita media del 20,4% tra il 2021 e il 2023, l’interscambio bilaterale tra Italia e Marocco ha sfiorato nel 2023 il record di 4,8 miliardi di euro (erano 2,26 miliardi di euro nel 2015), facendo registrare un’ulteriore crescita del 3,7% nei primi 10 mesi del 2024 (Fonte: Osservatorio Economico MAECI). Il Marocco è il quarto mercato per le esportazioni italiane in Africa, dopo Tunisia, Algeria ed Egitto e, più in generale, l’Italia è il sesto partner commerciale del Marocco con una quota di mercato sull’interscambio marocchino del 4,6%. MECCANICA AGRICOLA: TRA MAROCCO E ITALIA UNA STRETTA COOPERAZIONE, CHE PUÒ ESSERE ULTERIORMENTE RAFFORZATA Agenzia ICE, nell’ambito dell’attività promozionale dedicata al settore della meccanizzazione agricola ed in collaborazione con FederUnacoma, ha organizzato una partecipazione collettiva italiana alla fiera SIAM 2025. Presenti le aziende Alcar, CCPB, Irriland, La Valle Verde, SAER Elettropompe, Simol. Esiste pertanto fra Marocco e Italia una solida cooperazione che, sostenuta da una lunga tradizione di rapporti economici e commerciali e avvalendosi del supporto finanziario del Piano Mattei – il programma di investimenti in Africa varato dal governo italiano ed ora in fase di implementazione –promette ulteriori sviluppi anche nel settore specifico della meccanica agricola, come è emerso recentemente durante l’incontro sul tema “Agrilevante: tecnologie e formazione per l’agricoltura mediterranea”, promosso dall’ICE di Casablanca e da FederUnacoma, e tenutosi a fine aprile a Meknès nel contesto del SIAM. Leggi anche >>> SIAM 2025: tra Marocco e Italia una stretta cooperazione, aperta a ulteriori sviluppi Ad oggi (dati relativi al 2024) l’Italia esporta in Marocco macchinari per 29,8 milioni di euro collocandosi al 1° posto tra i fornitori di mezzi meccanici. Come evidenzia “Africa e Affari” (cit.), il nostro Paese ha saputo affermarsi in un mercato altamente competitivo, qual è quello del Marocco, grazie a una lunga tradizione manifatturiera nel comparto delle macchine agricole, che le permette di offrire una gamma ampia e diversificata di prodotti caratterizzata da innovazione tecnologica e affidabilità, con il vantaggio competitivo di una capillare e qualificata rete distributiva e di assistenza post-vendita. Leggi anche >>> Italia – Marocco: condivisi progetti di partenariato al SIAM di Meknès Non mancano tuttavia ulteriori margini di crescita nel medio termine: promettenti prospettive avvalorate dalla necessità del Marocco di migliorare l’efficienza produttiva in risposta alle sfide climatiche e dalla capacità dei costruttori italiani di mettere a punto soluzioni adatte alle esigenze specifiche dell’agricoltura del bacino del Mediterraneo. © Barbara Mengozzi Fonte immagini: Comicom, Dimateq, SIAM Facebook (le immagini si riferiscono all’edizione 2025). macchine agricole | Marocco | Trattori