«Sono trascorsi oltre sette anni da quando il legislatore ha deciso di introdurre la revisione dei mezzi agricoli (la partenza, secondo quanto stabilito dal Decreto Sviluppo bis DL 179 del 18 ottobre 2012, era fissata dal 1° gennaio 2014, ndr). Da allora, però, il decreto attuativo non ha ancora visto la luce e ciò non è più procrastinabile. La parte tecnica, propedeutica alla stesura della norma, mi risulta conclusa e quindi attendo che il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile proceda velocemente all’emanazione perché il numero non trascurabile di decessi in agricoltura dipende anche da questo».
A fornire questo breve aggiornamento sul travagliato iter del decreto attuativo della legge che istituisce la revisione obbligatoria dei mezzi agricoli – provvedimento ritenuto cruciale per la messa in sicurezza dell’obsoleto parco macchine nazionale – è stato il presidente della commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella (M5S), intervenuto sul tema della sicurezza nell’uso dei mezzi agricoli, nel corso del convegno intitolato “Obiettivi e priorità del nuovo Piano Nazionale della Prevenzione”, organizzato dall’Inail e svoltosi nell’ambito di Eima International.
«UNA STRAGE DI STATO» ALLA QUALE VA MESSA UNA FINE
Inutile però ripetere che la revisione delle macchine agricole, dopo tanti rinvii e finte ripartenze, è diventata ormai una sorta di “never ending story”, in cui il traguardo finale si allontana puntualmente ogni volta che sembra a portata di mano.
Una intollerabile mancanza di epilogo che giustifica la fermezza con la quale il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti si è espresso sulla questione nel corso della conferenza stampa di presentazione di Eima 2021 ricordando le gravissime conseguenze in termini di incidenti e infortuni sul lavoro di questo continuo procrastinare. «Una strage di Stato dovuta alla burocrazia», così l’ha definita, che è costata la vita di oltre 1.500 agricoltori e che ci ha resi «lo zimbello d’Europa», visto che tutte le nazioni UE hanno un decreto sulla revisione dei mezzi agricoli.
ATTESO DALLA REVISIONE UN PREZIOSO CONTRIBUTO ALLO SVECCHIAMENTO DEL PARCO MACCHINE NAZIONALE
L’obbligo di sottoporre a revisione i mezzi meccanici vecchi, fa presente FederUnacoma, avrebbe l’obiettivo di ripristinare nelle macchine le condizioni funzionali e di sicurezza presenti all’atto della loro immatricolazione. Questo al fine di contrastare la pratica, diffusa presso molte imprese agricole, di modificare arbitrariamente i mezzi meccanici per adibirli a funzioni diverse da quelle per le quali sono stati progettati esponendo così gli operatori a rischi altissimi.
Il provvedimento per la revisione può avere pertanto, sostiene la Federazione dei costruttori di mezzi agricoli, un effetto positivo sul mercato dei mezzi nuovi, spingendo le aziende agricole a dismettere quella parte di macchinario che non avrebbe alcuna possibilità di passare una revisione.
D’altra parte, come ha ricordato Malavolti, mantenendo i tassi di ricambio delle trattrici nuove registrati mediamente nelle ultime stagioni, per sostituire interamente l’attuale parco circolante (gran parte del quale di età superiore ai 20 anni) occorrerebbero 102 anni e mezzo.
OCCORRONO PIÙ SNELLEZZA E MENO BUROCRAZIA
Anche Confagricoltura nel corso di Eima ha fatto sentire la propria voce sul tema della revisione. «Il processo di revisione delle macchine agricole dovrà essere accompagnato da un adeguato, efficiente e condiviso impianto normativo ed organizzativo, da un tempo congruo, nonché da un piano straordinario di risorse adeguate ad accelerare l’ammodernamento del parco macchine italiano», ha dichiarato il vicepresidente di Confagricoltura Sandro Gambuzza, intervenuto alla tavola rotonda del sopra menzionato convegno su “Obiettivi e priorità del nuovo piano nazionale sulla prevenzione”.
Gambuzza ha poi chiesto che il processo di revisione venga reso più snello e focalizzato sui punti di controllo ritenuti prioritari per ciascuna tipologia di macchina oggetto di revisione, tenendo conto che il numero di veicoli che in poco tempo dovrà essere sottoposto a revisione, è stimato in circa 2 milioni, con mediamente 20 anni di età.
LA RICHIESTA DI UNITÀ MOBILI PER EFFETTUARE LA REVISIONE DIRETTAMENTE PRESSO GLI AGRICOLTORI
Inoltre, il processo di revisione dovrebbe prevedere la possibilità che i centri di controllo utilizzino unità mobili in grado di effettuare la revisione direttamente presso gli agricoltori. «Questa – ha sottolineato il vicepresidente di Confagricoltura– è una pratica già in uso in alcuni territori con riferimento alle attività di riparazione. Ciò risulta anche fondamentale per salvaguardare determinate specificità territoriali, considerando che non sempre le officine di riparazione sono collocate in ambito rurale, nonché per la revisione dei trattori cingolati che altrimenti avrebbero notevoli difficoltà ad essere portati a revisione in centri fissi».
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Fonte immagini: Officine Mazzaroli (foto di apertura), Sacchetti Service, ©zhangyuangeng/123RF.COM, Arma snc
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