Sabotaggio mezzi agricoli: la start up CT Smart24 propone una soluzione

News 09/09/2020 -
Sabotaggio mezzi agricoli: la start up CT Smart24 propone una soluzione

Il gruppo di contoterzisti che fa capo alla start up CT Smart24 prospetta una soluzione in grado di contrastare gli atti vandalici ai danni di mietitrebbie e falciatrinciacaricatrici semoventi che si verificano puntualmente ogni anno in Pianura Padana durante la stagione di raccolta.

 

COLLABORAZIONE TRA CONTOTERZISTI PER CONTRASTARE GLI ATTI VANDALICI

atti vandalici ai danni di mietitrebbie e falciatrinciacaricatrici semoventi

«L’agricoltura 4.0, la geolocalizzazione dei mezzi agricoli e il codice deontologico che ci siamo dati possono fornire gli strumenti necessari per un controllo preventivo sul campo – spiega il vice presidente di CT Smart24 e vice presidente dei Contoterzisti Uncai di Cremona Rossano Remagni Buoli –. Il nostro obiettivo è evitare il fermo macchina e mettere fuori gioco gli interessi dei sabotatori, quali essi siano, attraverso l’etica della sharing economy».

«In pratica – spiega – quando un contoterzista subisce un sabotaggio di questo tipo, un suo collega si prodigherà affinché le difficoltà siano superate prontamente, attraverso la fornitura diretta del ricambio necessario o, addirittura, mettendo a disposizione una macchina analoga».

«Ma CTSmart24 – prosegue Rossano Remagni Buoli – non si ferma qui e ha già contattato alcuni tecnici che stanno trovando la soluzione (nell’industria esiste già) anche per l’individuazione di materiale antimagnetico, che sfugge al metal detector».

 

UN FENOMENO PREOCCUPANTE, CON GRAVI DANNI ECONOMICI

La criminalità, si legge nella nota stampa diffusa dall’Unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali (Uncai) non dà scampo agli agromeccanici della Pianura Padana, anzi negli ultimi anni il fenomeno ha subito un’accelerazione.

Nei mesi della raccolta si moltiplicano gli atti vandalici volti a mettere fuori gioco i mezzi agricoli, legando materiali vari agli steli delle piante di mais: si tratta in genere di bulloni o di verghe che, essendo di acciaio inox, non vengono rilevate dai metal detector presenti sulle trince.

L’esito dei sabotaggi è spesso pesante: interi meccanismi finiscono in pezzi, i mezzi d’opera si bloccano e la sistemazione dei danni richiede anche intere giornate.

Oltre al danno economico, che stando a quanto riferisce Uncai, può arrivare anche a 30.000 euro, occorre mettere poi in conto il fermomacchina e le conseguenze provocate dai ritardi nella raccolta del cereale, particolarmente penalizzanti nel caso in cui si verifichino precipitazioni che aumentano l’umidità del prodotto, senza trascurare i seri rischi ai quali vanno incontro gli operatori.

 

 

Fonte testo e immagini: Uncai

 

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