Inserita a pieno titolo nell’anno in corso tra i mercati più dinamici su scala globale per quel che riguarda le vendite di trattori, la Turchia ha confermato con una partecipazione in grande stile a Eima 2021 la sua ferma volontà di svolgere un ruolo da protagonista sul palcoscenico internazionale della meccanizzazione agricola.
All’ultima edizione della kermesse bolognese hanno preso parte infatti una cinquantina di aziende turche, oltre a Tarmakbir (Turkish Agricultural Equipment and Machinery Manufacturers’ Association), l’associazione nazionale dei costruttori di macchine e attrezzature per l’agricoltura, che, operativa dal 1978, conta al suo interno più di 200 imprese tra le più rappresentative del comparto.
Una nutrita presenza che costituisce un’ulteriore conferma dell’importanza strategica che l’export di macchine agricole riveste per l’intera economia del Paese.
SUPERATO IL VALORE ANNUO DI UN MILIARDO DI DOLLARI
Stando al report pubblicato dalla Machinery Exporters’ Association (MAIB) le esportazioni di macchinari agricoli (esclusi i componenti dei trattori), dirette in 130 Paesi, hanno raggiunto nei primi sette mesi del 2021 un valore complessivo di circa 761 milioni di dollari, in crescita del 34,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020, che pone l’industria di settore, favorita da prezzi altamente competitivi rispetto ai macchinari di fabbricazione europea, al 5° posto tra i 22 settori presi in esame relativamente all’export di macchinari nel suo complesso.
I principali partner della Turchia sono stati nell’ordine gli USA, l’Uzbekistan, l’Italia, l’Azerbaigian, l’Iraq, la Russia, il Sudan, la Francia, la Serbia e la Romania.
Va tenuto presente che nello stesso periodo le importazioni di macchine agricole sono aumentate del 125 per cento su base annua, raggiungendo i 459 milioni di dollari, con un rapporto tra export ed import del 157,6 per cento ed un saldo attivo della bilancia commerciale.
Limitandoci a considerare l’export di trattori, che in valore rappresenta all’incirca la metà dell’ammontare complessivo delle esportazioni dell’industria settore, nel periodo gennaio-ottobre 2021 le unità esportate sono state 14.687, in crescita del 23,7 per cento sullo stesso periodo del 2020, durante il quale i volumi inviati all’estero avevano subito una contrazione dopo gli aumento registrati nel biennio 2018-2019. Facendo riferimento invece agli ultimi cinque anni (2016-2020) la crescita del 2021 risulta del 15,8 per cento.
POSIZIONARSI TRA I PRIMI DIECI PAESI DEL MONDO, L’AMBIZIOSO OBIETTIVO
«Siamo particolarmente orgogliosi dei risultati raggiunti dal nostro export – ha dichiarato Selami İleri, segretario generale di Tarmakbir, sottolineando il forte slancio acquisito dall’intero settore agricolo negli ultimi tempi –. Anni fa l’industria aveva difficoltà a raggiungere un valore delle esportazioni di 100 milioni di dollari. Nel 2020 siamo arrivati a quota 1 miliardo e 80 milioni di dollari conquistando il 15° posto nella classifica per Paesi e quest’anno, stando agli ultimi dati disponibili, abbiamo messo a segno un nuovo record, con una crescita del 34 per cento, a fine agosto».
Un autentico exploit che ha indotto l’associazione dei costruttori ad alzare l’asticella ponendosi traguardi ancora più ambiziosi. «Quest’anno la nostra previsione per il settore era di una crescita del 20 per cento, fino ad arrivare a 1,3 miliardi di dollari ma ora puntiamo a raggiungere 1,4 miliardi di dollari – ha aggiunto İleri –. Il nostro obiettivo è posizionarci tra i primi 10 Paesi del mondo entrando nel campionato dei colossi, accanto a Francia, Germania, Italia e USA».
Non bisogna tuttavia dimenticare, nel valutare la fattibilità del raggiungimento di questo target alla luce di un inquadramento generale dell’economia del Paese, che se da un lato la ripresa dei consumi interni e delle esportazioni ha fatto da traino ad una considerevole crescita del PIL, dall’altro permangono diverse criticità che, come già accaduto in passato, potrebbero finire con l’allontanare anziché rendere più a portata di mano l’obiettivo.
Tra queste l’aumento del tasso di inflazione e il forte deprezzamento della lira turca nei confronti del dollaro, il deterioramento degli standard di vita, soprattutto dei redditi medio-bassi, senza trascurare la campagna di vaccinazione che ancora non ha raggiunto la copertura necessaria a ridurre i contagi.
OCCORRE INCREMENTARE IL VALORE AGGIUNTO
Tornando all’export turco di macchinario agricolo, İleri ha fatto presente, con riferimento ai mercati di sbocco, che 2 trattori su 3 vengono venduti vanno negli Stati Uniti e in Italia, mentre il panorama dei Paesi acquirenti delle attrezzature è molto più ampio e comprende, oltre ai Paesi limitrofi, Africa e Medio Oriente. Con la pandemia, in particolare, c’è stato un aumento significativo delle esportazioni in Uzbekistan, Azerbaigian e Iraq.
Ricordando infine che il valore unitario delle esportazioni turche è di circa 4,6 dollari per chilogrammo, a fronte dei 12 dollari per chilogrammo della Germania, İleri ha concluso: «Non facciamo export a valore aggiunto. Dobbiamo assolutamente dare più peso a questo aspetto».
PRODUZIONE INTERNA IN CRESCITA DI OLTRE IL 60 PER CENTO NEI PRIMI DIECI MESI DELL’ANNO
Spostandoci sul fronte della produzione interna, nel 2021, ma con riferimento ai primi dieci mesi dell’anno (fonte: Tarmakbir), sono stati fabbricati 60.838 trattori, contro le 37.699 unità del periodo gennaio-ottobre 2020 facendo registrare una crescita del 61,4 per cento anno su anno e del 38,1 per cento relativamente all’ultimo quinquennio.
Per quel che riguarda infine le immatricolazioni, nel periodo gennaio-settembre 2021 sono stati immatricolati 45.042 trattori, in crescita del 45,5 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre, considerando i dati degli ultimi 5 anni sempre riferiti ai primi nove mesi dell’anno, si osserva un aumento del 23,3 per cento.
Leader del mercato si è confermata New Holland, seguita a grande distanza da Tümosan, Case IH (facente capo, insieme a New Holland a Türk Traktör), Erkunt Traktör Sanayii AŞ, acquisita nel 2017 dall’indiana Mahindra, e Deutz.
I TRATTORI TECNOLOGICI DI BASAK, CAMPIONI DI DESIGN
In bell’evidenza all’Eima nello stand di Basak, una delle case costruttrici turche più rinomate, il trattore hi-tech 5120 Red Power, al top della gamma aziendale, contraddistinto da un look accattivante che gli ha valso l’IF Design Award 2020, uno dei premi di design più importanti al mondo.
Basak Tractor, le cui origini risalgono al 1914 ma con un’altra denominazione, ha prodotto trattori nello stabilimento di Sakarya, situata nella Turchia nordoccidentale, dapprima (anni ’60) con un accordo di licenza Ford e successivamente (seconda metà degli anni ’70) impiegando il marchio Steyr, per poi arrivare a fabbricare le proprie macchine nel 1996.
La fabbrica è stata privatizzata nel 2003, nel 2012 è entrata a far parte del gruppo turco Sanko, holding industriale attiva in una vasta gamma di settori, e attualmente vanta una produzione annua di circa 10.000 trattori.
Il 5120, già in mostra nella precedente edizione dalla rassegna bolognese ma sotto forma di concept, monta il motore 4 cilindri turbo intercooler TCD3.6 Deutz da 3,6 litri di cilindrata e 116 cavalli di potenza emissionato in Stage IV Final, abbinato a una trasmissione powershift ZF a 4 velocità per un totale di 32AV+32RM con inversore Powershuttle.
Da segnalare ancora le 4 velocità alla presa di forza posteriore, mentre la presa di forza anteriore è opzionale, e il sollevatore posteriore con capacità di 5.500 chili.
© Barbara Mengozzi