Un 2015 in salita per i big della meccanizzazione agricola, ma non per tutti

News 04/02/2016 -
Un 2015 in salita per i big della meccanizzazione agricola, ma non per tutti

2015: ancora un anno negativo per i big della meccanizzazione agricola mondiale, costretti a fare i conti con fatturati in calo, anche se non mancano le eccezioni.

 

JOHN DEERE: MENO PEGGIO DEL PREVISTOJohnDeere_2015_61

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L’analisi inizia con il primo in classifica per volume d’affari, ossia John Deere, che ha chiuso l’anno fiscale 2015 (a fine ottobre, ndr) con calo complessivo delle vendite nette e dei ricavi del 20 per cento rispetto al 2014, scendendo a quota 28,863 miliardi di dollari, contro i 36,067 miliardi di dollari del 2014.

L’utile netto del gruppo è risultato pari a 1,9 miliardi di dollari, contro i 3,163 miliardi di dollari dell’anno precedente.

«John Deere ha completato un anno di successi a fronte di un’ulteriore debolezza del settore agricolo a livello globale e di un rallentamento nei mercati delle macchine per le costruzioni – ha dichiarato Samuel R. Allen, presidente e Ceo di John Deere –. Le vendite e gli utili di quest’anno hanno fatto segnare il sesto miglior risultato nella storia della società, un traguardo notevole si si considerano le difficili condizioni di mercato che abbiamo dovuto fronteggiare. Le performance dell’azienda hanno beneficiato della perfetta esecuzione dei nostri business plan e di un’attenta gestione dei costi. Deere rimante pertanto in una solida posizione per servire i propri clienti continuando al tempo stesso a investire in qualità e innovazione che sono gli elementi trainanti della crescita futura».

Del resto, proprio in funzione della capacità mostrata dalla società di Moline di saper diversificare le fonti di reddito ed adottare un modello di business più durevole a metà dell’anno passato erano state alzate a 1,9 miliardi di dollari le previsioni di profitto per l’esercizio 2015.

 

VENDITE AGRICOLTURA E GUARDINAGGIO -25 PER CENTO

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Nel settore agricoltura e giardinaggio le vendite sono scese del 25 per cento per l’ultimo trimestre 2015 e per l’intero anno, a causa soprattutto dei minori volumi di vendita e e degli effetti del cambio stavorevole.

Hanno compensato parzialmente questi fattori negativi i migliori prezzi realizzati. Il profitto operativo sempre con riferimento a questo settore, è risultato in calo (1.649 milioni di dollari a fronte dei 3.649 milioni del 2014) a seguito dei minori volumi di vendita, un meno favorevole mix prodotto e l’effetto valuta sfavorevole, parzialmente compensati dai migliori prezzi realizzati, dalle minori spese di vendita, amminsitrative e generali e dai minori costi di produzione,.

 

ANDRÀ MEGLIO NEL 2016

Le vendite delle macchine del gruppo per l’anno fiscale 2016 dovrebbe continuare a mantenere il segno meno, ma con un calo più contenuto rispetto a quello del 2015: circa il 7 per cento (8 per cento nel settore agricoltura e giardinaggio), incluso un 2 per cento attribuibile al cambio sfavorevole, mentre il margine netto attribuibile a Deere & Company dovrebbe essere di circa 1,4 miliardi di dollari.

Quanto agli scenari che si vanno profilando per il 2016 nel settore agricoltura, per effetto soprattutto dei prezzi più bassi delle commodity e della contrazione dei redditi agricoli particolarmente evidente nel settore lattiero, in Usa e Canada le vendite di macchine agricole sono previste in calo del 15-20 per cento (con un decremento più accentuato per i modelli di alta potenza), nella Ue a 28 del 5 per cento e in Sudamerica del 10-15 per cento, mentre per l’Asia si prevedono vendite stabili o in leggera flessione, da ricondurre essenzialmente alla debolezza del mercato cinese.

 

CNH INDUSTRIAL: CALO A DUE CIFRE DEI RICAVI

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Cnh Industrial, a sua volta, ha archiviato il 2015 con ricavi pari a 25,91 miliardi di dollari, in calo del 20,4 per cento a cambi effettivi rispetto ai 32,55 miliardi del 2014.

Nell’anno 2015, l’utile operativo delle attività industriali ha raggiunto quota 1,43 miliardi di dollari, in calo di 556 milioni di dollari rispetto al 2014, con un margine operativo del 5,8 per cento, anch’esso in calo rispetto all’anno precedente (6,4 per cento).

L’utile netto di competenza degli azionisti è stato pari a 253 milioni di euro (0,19 dollari per azione di competenza), in calo di 457 milioni rispetto ai 710 milioni del 2014.

 

TRATTORI E MIETITREBBIE IN PICCHIATA IN SUDAMERICA

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I ricavi di vendita netti delle macchine per l’agricoltura si sono attestati a 11.025 milioni di dollari, in diminuzione del 27,5 per cento rispetto al 2014 a cambi effettivi (-19,6 per cento a cambi costanti) a causa soprattutto del calo della domanda nel settore della coltura a file in Nord America e America Latina.

A livello globale la domanda di macchine per l’agricoltura nell’anno è calata rispetto al 2014, con i trattori in calo dell’8 per cento e le mietitrebbiatrici del 19 per cento. In Nord America il settore della coltura a file è diminuito, con la domanda dei trattori di potenza superiore a 140 cavalli in calo del 31 per cento e quella delle mietitrebbiatrici in calo del 28 per cento.

Sempre nell’area Nafta il segmento dei trattori con potenza inferiore ai 40 cavalli è salito del 6 per cento, mentre quello dei trattori con potenza da 41 a 140 cavalli è sceso del 3 per cento.

Nei mercati Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), le domanda di trattori e quella di mietitrebbiatrici sono scese entrambe del 7 per cento. Decisamente più accentuato il calo in America Latina dove la domanda dei trattori è diminuita del 27 per cento e quella delle mietitrebbiatrici del 39 per cento. Per finire, i mercati dell’Asia-Pacifico, dove domanda è calata del 9 per cento per i trattori e del 4 per cento per le mietitrebbiatrici.

La quota di mercato delle macchine per l’agricoltura è rimasta invariata rispetto all’anno precedente sia per i trattori sia per le mietitrebbiatrici.

 

ATTEGGIAMENTO FIDUCIOSO PER L’ANNO IN CORSO

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Richard Tobin, Ceo di Cnh Industrial, in occasione della conference call con gli analisti sui risultati del gruppo nel 2015 ha fatto presente che la società «è ben posizionata per far fronte alle sfide del 2016» e ha definito il quarto trimestre 2015 «buono nel complesso» considerando l’aumento di 3,5 punti percentuali del margine operativo e il balzo del 57% dell’utile netto a 262 milioni di dollari prima di oneri di ristrutturazione e fattori straordinari.

Tobin ha anche osservato che il margine delle macchine per l’agricoltura nel quarto trimestre scorso ha superato quello dei principali rivali collocandosi all’11,7 per cento.

Per il 2016 Cnh Industrial ricavi netti delle attività industriali tra 23 e 24 miliardi di dollari, con un margine operativo delle attività Industriali tra 5,2 e 5,8 per cento. L’indebitamento netto industriale è atteso tra 1,5 e 1,8 miliardi di dollari.

 

KUBOTA: VENDITE COL SEGNO PIÙ SUI MERCATI ESTERI

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Marcia in controtendenza rispetto ai suoi principali competitor Kubota Corporation che ha chiuso l’anno fiscale 2015 (con decorrenza dal 1° aprile 2014 al 31 marzo 2015) con un fatturato complessivo di 1.586,9 miliardi di yen (poco più di 12 miliardi di dollari) facendo registrare un incremento del 5,4 per cento delle vendite relative al settore macchine agricole e industriali che hanno raggiunto quota 1.215 miliardi di yen (poco più di 10 miliardi di dollari), pari a circa il 77 per cento del fatturato consolidato totale.

Le vendite di macchine agricole e industriali sul mercato giapponese hanno subito un calo del 22,6 per cento attestandosi a quota 257,6 miliardi di yen e annullando l’incremento record del 2014.

Le ragioni sarebbero da ricercare nell’aumento dell’imposta sui consumi introdotto nel 2014 e nella diminuzione dei prezzi del riso. Sono aumentate invece del 16,7 per cento le vendite nei mercati oltreoceano raggiungendo quota 957, 4 miliardi di yen. Il margine operativo è diminuito dell’1,8 per cento.

 

L’ADEGUAMENTO DELL’ANNO FISCALE

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Nel 2016 anche Kubota si uniformerà relativamente alle scadenze temporali ai bilanci dei principali costruttori a seguito della decisione presa ai bilanci seguito della decisione presa lo scorso giugno dall’Assemblea generale degli azionisti di cambiare la data di chiusura dell’anno fiscali dal 31 marzo al 31 dicembre.

Per i 9 mesi aprile-dicembre 2015 le stime formulate dalla corporation giapponese prevedono ricavi consolidati di 1.250,0 miliardi di yen (10,3 miliardi di dollari) (+ 9,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014) ed un utile netto di 110 miliardi di yen (911 milioni di dollari) (+8,5 per cento).

Per gli anni a venire Kubota si è posta degli obiettivi ambiziosi per i quali sono state gettate le basi prima con l’acquisizione di Kverneland che permette alla società di Osaka di proporsi come full-liner e successivamente con la messa in produzione nel nuovo stabilimento di Bierne nel nord della Francia denominato Kubota Farm Machinery Europe (KFM) (nella foto sopra) della nuova serie M7001 (nella foto sotto): tre modelli che si collocano nella fascia di potenza da 130 a 170 cavalli con i quali Kubota intende espandersi sul mercato europeo e non solo.

 

AMBIZIOSI TRAGUARDI A BREVE E MEDIO TERMINE

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Come ha fatto presente Masatoshi Kimata, presidente e amministratore delegato di Kubota Corporation, il leader asiatico della meccanizzazione agricola, fedele alla sua mission che è quella di soddisfare le necessità degli agricoltori, vuole corrispondere anche alle esigenze del pubblico europeo con prodotti ad hoc e, dopo aver consolidato la propria leadership nel segmento dei trattori sotto i 100 cavalli, intende ora allargare il proprio business alle macchine di potenza più elevata, per le grandi colture.

Sul fronte finanziario il traguardo di breve periodo è fissato in 15 miliardi di euro di fatturato.

 

AGCO: UN ANNO DI GRANDI SFIDE

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Vendite 2015 a quota 7.467, 3 milioni di dollari, in calo del 23,2 per cento (10,2 per cento escludendo l’effetto cambio sfavorevole) rispetto al 2014 (9.723,7 milioni di dollari) per la multinazionale statunitense Agco. Il margine netto è stato pari a 266,4 milioni di dollari (contro i 410,4 dell’anno precedente), equivalente a 3,06 dollari per azione (4,36 nel 2014).

 

TRATTORI E MIETITREBBIE COL SEGNO MENO

Performance negative sia per i trattori, che hanno perso in termini numerici il 13 per cento in Nord America (escludendo i trattori compatti), il 28 per cento in Sud America e il 4 per cento in Europa Occidentale, mentre le mietitrebbie sono calate del 28 per cento in Nord America, del 39 per cento in Sud America e del 10 per cento in Europa Occidentale.

Con riferimento invece al fatturato, in Nord America sono stati realizzati 1,965 miliardi di dollari (-18,6 per cento rispetto al 2014), in Sud America 949 milioni di dollari (-42,9 per cento), nell’area Eame 4,151 miliardi di dollari (-19,5 per cento) e in quella Asia Pacifico 402 milioni di dollari (-17,6 per cento).

 

RIDUZIONE DELLE SCORTE E DEI COSTI

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«In condizioni di mercato difficili, abbiamo lavorato in modo aggressivo nel 2015 per meglio allineare i nostri costi e il capitale circolante con la domanda più debole – ha dichiarato Martin Richenhagen, presidente e Ceo della corporation america –. Gli sforzi di riduzione delle scorte hanno contribuito a generare un flusso di cassa di oltre 300 milioni di dollari. Abbiamo cercato inoltre di attuare i piani di riduzione dei costi mantenendo gli investimenti chiave in nuovi prodotti e la validità di questa strategia trova conferma nei numerosi riconoscimenti che Agco ha ricevuto nel corso del 2015».

«Guardando avanti al 2016 – ha proseguito Richenhagen – sono previste ancora condizioni di mercato difficili in mercati chiave. Oltre alla gestione diligente dei costi, ci concentreremo su iniziative che porteranno benefici a lungo termine incrementando l’efficienza dei nostri stabilimenti, migliorando i nostri livelli di servizio e rafforzando la nostra offerta di prodotti».

 

PREVISTO ANCORA UN LEGGERO CALO

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Nel 2016, stando alle previsioni, il fatturato Agco dovrebbe attestarsi sui 7 miliardi di dollari.

I margini lordi e operativi sono attesi sotto i livelli del 2015 a causa dell’impatto dei minori volumi di vendita e di produzione, del più debole mix delle vendite e dell’aumento degli investimenti in sviluppo prodotto.

I benefici derivanti dalle iniziative di riduzione dei costi andranno a compensare solo parzialmente gli effetti negativi correlati alla riduzione dei volumi. Sulla base di questi presupposti, l’utile per azione nel 2016 è stimato intorno ai 2,30 dollari.

 

CLAAS, FATTURATO IN AUMENTO

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Grande soddisfazione, per finire, in casa Class, che nel 2015 è riuscita a migliorare il proprio fatturato raggiungendo la cifra di 3,838 miliardi di euro (a fronte dei 3,823 miliardi di euro dell’esercizio precedente), un utile prima delle imposte di 158 milioni di euro (esercizio precedente: 155 milioni di euro), ed una quota di mercato del 4,1 per cento, con una forza lavoro di 11 535 unità (11 407 nell’esercisio precedente).

Oltre a rafforzare la propria posizione di leader in Europa, malgrado la flessione incassata nei Paesi dell’Est, il costruttore di Harsewinkel ha messo a segno uno sviluppo positivo del fatturato in America del Nord e del Sud ed ha registrato una nuova crescita sul mercato asiatico, in particolare in India dove i brillanti risultati ottenuti hanno compensato il leggero rallentamento a carico del mercato delle trincia semoventi per il mais in Cina.

 

FORTI INVESTIMENTI NEI SITI PRODUTTIVI

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A sostegno della crescita una politica di rilevanti investimenti industriali in Russia, a Krasnodar dove è stata aperta una fabbrica di macchine agricole all’avanguardia (successivamente  è stata firmata una dichiarazione d’intenti con la Federazione Russa, finalizzata a considerare Claas un “costruttore russo” a tutti gli effetti), in Francia, dove sono stati installati presso il centro Claas di collaudo di Trangé (nella foto sopra) due nuovi banchi prova che permettono di simulare in sole quattro settimane tutta la vita lavorativa di un trattore, e in in Germania nel sito di Hamm dove si è proceduto alla la modernizzazione del magazzino ricambi.

In Ricerca & Sviluppo, settore che impegna il 10 per cento dei collaboratori Claas, sono stati investiti 203 milioni di euro (esercizio precedente: 212 milioni di euro).

 

PREVISIONI 2016: VENDITE E UTILI STABILI

Per l’esercizio 2016 il gruppo tedesco, grazie alla buona flessibilità dei propri prodotti e servizi prevede un fatturato allo stesso livello dell’esercizio precedente ed un utile pre imposte stabile.

 

© Barbara Mengozzi