Agricoltori tedeschi: la protesta non si ferma, anzi dilaga

News 09/01/2024 -
Agricoltori tedeschi: la protesta non si ferma, anzi dilaga

Non è bastata agli agricoltori tedeschi (i “Bauern”), sul piede di guerra dal mese scorso per protestare contro il taglio ai sussidi per il settore deciso dal Governo di Olaf Scholz alle prese con la mancata quadratura dei bilanci, la parziale vittoria ottenuta attraverso una revisione delle misure all’origine della rivolta.

 

GIUDICATO INSUFFICIENTE IL PARZIALE DIETROFRONT DEL GOVERNO

La protesta degli agricoltori tedeschi – Carovana di trattori lungo le strade di Berlino

Com’è noto, dopo la mega manifestazione degli agricoltori di metà dicembre 2023, che con centinaia di trattori davanti alla Porta di Brandeburgo, ha praticamente paralizzato la città di Berlino, il Governo tedesco è tornato in parte sui suoi passi per quanto riguarda le agevolazioni fiscali per i veicoli utilizzati nelle aziende agricole, che resteranno in vigore, mentre è stato confermato il taglio alle sovvenzioni agli acquisti di gasolio ma con una riduzione progressiva (40% quest’anno e 30% nel 2025 e nel 2026), in modo da concedere agli agricoltori il tempo necessario per l’adattamento alla nuova fase.

 

INDETTA UNA NUOVA GRANDE MANIFESTAZIONE NELLA CAPITALE TEDESCA IL 15 GENNAIO

Un mezzo dietrofront, dunque, che sembrerebbe aver esacerbato ancora di più gli animi, tant’è vero che carovane di trattori lunghe chilometri si sono dirette o si stanno dirigendo verso le principali città del Paese comportando anche diversi blocchi stradali.

Stando ai media tedeschi la mobilitazione, indetta dall’Associazione degli agricoltori tedeschi (Deutscher Bauernverband) che ha definito «il sostegno al diesel agricolo e l’esenzione fiscale sui veicoli essenziali per un’agricoltura competitiva», si protrarrà fino al 15 gennaio, giorno in cui è in programma a Berlino una grande manifestazione che vedrà il coinvolgimento delle associazioni del settore dei trasporti, anch’esse colpite dai tagli delle agevolazioni fiscali. Continuando di questo passo, aggiungono, si teme l’insorgere di problematiche nell’approvvigionamento di beni alimentari che potrebbero anche non limitarsi alla Germania.

La protesta degli agricoltori tedeschi

«La nostra posizione resta immutata – ha dichiarato Joachim Rukwied, presidente della Deutscher Bauernverband –. Le proposte di taglio devono essere tolte dal tavolo. Si tratta anche di una questione di sostenibilità futura delle nostre aziende e dell’intero settore, se si vuole dare un futuro alla produzione alimentare nazionale».

 

VENTI DI RIVOLTA ANCHE IN OLANDA E BELGIO

Ma le proteste degli agricoltori non si fermano alla Germania. In Olanda e Belgio i venti di rivolta  hanno iniziato a soffiare già nei primi mesi dello scorso anno. Per l’esattezza sono stati oltre 10mila gli agricoltori olandesi che, muniti di striscioni recanti lo slogan “Niente agricoltori, niente cibo” e altri simili,  l’11 marzo 2023 hanno occupato le strade de L’Aja, sede del governo olandese, per manifestare  contro i piani del Governo rivolti a limitare le emissioni di azoto, ritenuto tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra.

Misure che a detta degli allevatori dei Paesi Bassi, i più colpiti dalle politiche governative –  per legge gli allevamenti olandesi dovranno ridurre di circa il 30% il parco bestiame composto di bovini, suini e avicoli  – segnerà la fine di molte aziende zootecniche incidendo pesantemente anche anche sulle esportazioni e sull’economia del Paese.

Stessa motivazione alla base della rivolta scatenatasi in Belgio dove, sempre lo scorso marzo, 2.700 agricoltori con i loro trattori hanno bloccato il traffico di Bruxelles chiedendo la cancellazione  contro il piano azoto del governo fiammingo.

 

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Protesta degli agricoltori francesi

Tornando al presente, sembra messa in pausa, almeno per ora, la protesta degli agricoltori francesi che per manifestare la loro rabbia, oltre a capovolgere i cartelli stradali di molti centri rurali, alla fine dello scorso novembre hanno imbrattato con montagne di letame e balle di fieno gli edifici del Governo, prendendosela anche contro le catene di fast food, in segno di protesta conto le normative penalizzanti e le tasse previste da Bruxelles.

 

IL MALCONTENTO NON RISPARMIA L’EST EUROPEO

Per finire, se una tregua parrebbe raggiunta in Polonia, dove durante la prima settimana del nuovo anno il ministro dell’Agricoltura Czeslaw Siekierski ha firmato un accordo con un gruppo di agricoltori che avevano inscenato una protesta al confine con l’Ucraina a causa del crollo dei prezzi dallo scoppio del conflitto tra Mosca e Kiev, cova sotto la cenere il fuoco in Bulgaria, interamente bloccata  lo scorso settembre dagli agricoltori alle prese con la concorrenza delle derrate (grano in primis) provenienti dall’Ucraina, prodotte a costi inferiori.

 

© Barbara Mengozzi

 
Fonte immagini: Bauernverband Schleswig-Holstein, Bauern Demo Deutschland.

 

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