Agromeccanici Uncai: nel 2023 nuovi tariffari, per far fronte all’impennata dei costi delle lavorazioni

News 18/10/2022 -
Agromeccanici Uncai: nel 2023 nuovi tariffari, per far fronte all’impennata dei costi delle lavorazioni

La discussione sulle misure da prendere a seguito dei forti aumenti che i costi delle lavorazioni agromeccaniche hanno subito nel corso dell’anno è stata al centro dell’ultimo Consiglio Uncai svoltosi a Cremona il 14 ottobre, con la presenza dei rappresentanti di diverse province italiane.

 

AUMENTI DAL 15 AL 20 PER CENTO, CON PICCHI SUPERIORI AL 40 PER CENTO

«A seconda della tipologia delle lavorazioni, leggere, medie o pesanti, abbiamo constatato aumenti dal 15 al 20%, con picchi superiori al 40% per gli essiccatoi», ha spiegato il presidente Uncai Aproniano Tassinari (nella foto sotto), aggiungendo con assoluta convinzione che i prezzi non torneranno più alla normalità.

«La finanza – ha spiegato – guarda lontano e ha riconosciuto, prima nella pandemia ora nella guerra della Russia, un pericolo reale alla rete di approvvigionamento globale alla quale non sarà possibile porre rimedio nel breve periodo. Ha reagito furiosamente come un leone in gabbia aumentando i prezzi che a questo punto non torneranno ai livelli di due anni fa, anche perché, nel frattempo, è iniziato un processo ancora più lungo e complesso, la transizione ecologica ed energetica e la messa in sicurezza delle filiere agroalimentari nazionali».

 

GLI AUMENTI DELLE TARIFFE, UNA SCELTA OBBLIGATA, PER ADEGUARSI AI TEMPI

Agromeccanici

Visto il contesto, appare pertanto inevitabile un aumento delle tariffe delle lavorazioni agromeccaniche, dopo la sospensione relativa al 2022. Si tratta solo di valutare delle formule che rendano meno pesantI gli aggiornamenti dei tariffari.

«Nel 2023 pubblicheremo nuovi tariffari, quest’anno sospesi – ha illustrato Tassinari –.  Decideremo se scorporare il prezzo del servizio agromeccanico da quello del carburante necessario per eseguirlo oppure se ricalcolare tutti i prezzi sulla base dei nuovo costo del carburante agricolo agevolato, se questo sarà stabile almeno da sei mesi».

 

GLI IMPRENDITORI AGROMECCANICI NECESSITANO DI STRUMENTI PER RILANCIARE GLI INVESTIMENTI

«Nel frattempo – ha proseguito il numero uno di Uncai – ci auguriamo che il nuovo governo prosegua la politica di tassare gli extra profitti delle aziende energetiche, anche se crediamo si tratti di soldi che l’Italia prima o poi dovrà restituire. Ma più che togliere, nello scenario attuale di costi energetici fuori controllo, occorre predisporre per gli imprenditori agromeccanici strumenti per rilanciare la voglia e la forza di andare avanti e investire. Strumenti per incrementare le produzioni attraverso quei macchinari innovativi che solo i contoterzisti sono in grado di usare apportando un reale beneficio alle comunità di appartenenza; strumenti per garantire cibo a un prezzo equo, per raggiungere la sovranità alimentare e la resilienza di filiera che ci libereranno dai drammatici scenari in atto sul piano economico, occupazionale, ambientale».

 

L’APPELLO ALLE ISTITUZIONI PER UN’ALLEGGERIMENTO DELLA BUROCRAZIA

«Occorre, poi, attuare una radicale semplificazione burocratica ­– ha aggiunto Tassinari – senza paura di sconfessare qualche funzionario di Stato. Alleggerire il più possibile imprese e cittadini da oneri documentali, identificare meccanismi di sostegno rapidi e il più possibile automatici».

«Le imprese agromeccaniche necessitano di liquidità, per questo è necessario prevedere, per esempio, la bancabilità per i crediti d’imposta, in particolare quelli derivanti da investimenti nell’ambito delle misure transizione 4.0, ricordandosi però, nella stesura dei bandi 4.0, che anche i contoterzisti ne hanno pieno diritto. Non solo, possono beneficiare di misure dedicate specificatamente a loro», ha concluso il presidente Tassinari.

 

 
Fonte: Uncai
Fonte immagine di apertura: Vogelsang.
 

 

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