Arbos-Bubba: la rinascita arriva dalla Cina

News 09/07/2015 -
Arbos-Bubba: la rinascita arriva dalla Cina

In una sala affollata del Palazzo gotico di Piacenza, in un clima di commozione, ricordi e tanta voglia di futuro, il 27 giugno scorso si è celebrata la rinascita, in chiave orientale, di due marchi storici del territorio.

Si tratta di Arbos e di Bubba, la cui storia ha inizio nel 1896 proprio a Piacenza e che ora, dopo l’acquisizione da parte della società cinese Foton Lovol, dalla Via Emilia si apprestano ad affrontare la Via della Seta.

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D’altro canto, la Cina sente il bisogno di macchine polivalenti e, come ha sottolineato Massimo Zubelli, direttore marketing e vendite di Foton Lovol, «alla luce delle prove che abbiamo condotto sulle mietitrebbie Arbos, possiamo dire che chiunque ha dato vita a quei mezzi ha fatto un gran bel lavoro. Ancora oggi una vecchia Arbos 800 S messa in campo senza troppi restauri fa registrare una produttività che nulla ha da invidiare alle moderne mietitrebbie dei più importanti competitors».

 

DUE DESTINI CHE SI INCONTRANO

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Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire come, dopo anni di oblio, per questi due marchi che hanno fatto la storia del territorio piacentino, arrivi una nuova opportunità. Un’opportunità portata dal vento d’Oriente: il Principe azzurro della “bella addormentata” Arbos, infatti, ha gli occhi a mandorla.

E, visto che nella lunga storia di queste macchine non è la prima volta che sembra presentarsi una chance per la rinascita, Zubelli ha ritenuto di dover fare una puntualizzazione: «Abbiamo un progetto concreto per questi marchi. Non siamo un principe azzurro che scompare o che cambia colore».

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Detto questo, corre l’obbligo di fare un’altra precisazione. Durante il convegno piacentino, organizzato con la collaborazione del Comune di Piacenza, la Regione Emilia Romagna e con il patrocinio dell’Accademia dei Georgofili e del Club amatori macchine agricole d’epoca (Camae), non è stato svelato molto, come è giusto che sia, circa il piano industriale che riporterà in vita i due brand.

 

IL NUOVO VIENE DALL’ANTICO

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Quello che però è emerso con chiarezza, è che il recupero di Arbos-Bubba si inserisce in un progetto che ha prevalentemente due obiettivi: uno culturale e l’altro industriale. «Il nuovo viene dall’antico – ha dichiarato Andrea Bedosti (il primo a destra nella foto sotto), vice presidente di Lovol Europe –. Il che significa che il nuovo non può prescindere dal vecchio: con la conoscenza e l’analisi del passato, si può programmare meglio il futuro».

 

“ONE BELT, ONE ROAD”

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Bedosti ha quindi spiegato come il  futuro della nuova avventura “Arbos” sia legato all’ambizioso progetto del Governo cinese che prende il nome di “One Belt, One Road”, facendo riferimento alla moderna Via della Seta quale ponte di collegamento tra Oriente e Occidente, dunque tra la Cina e l’Italia, attraverso un itinerario in grado di trasferire tecnologie, idee e cultura con concetti di sostenibilità e salvaguardia ambientale attualmente al centro dell’interesse del governo cinese.

 

IL PERFETTO PARADIGMA DELL’INDUSTRIA ITALIANA

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«La vicenda Arbos-Bubba – ha dichiarato il manager di Lovol Europe –, è il perfetto paradigma dell’industria italiana. Il nostro progetto non è solo una nostalgica rievocazione seguita da un rilancio industriale, ma ha una portata culturale molto più ampia, aprendo una riflessione sul futuro dell’imprenditoria italiana».

 

LARGO SPAZIO AI RICORDI

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Nonostante oggi la prospettiva sia quella di un futuro pieno di speranze, ampio spazio del Convegno è stato dedicato ai ricordi.

In particolare, attraverso gli interventi di Claudio Bellotti, appassionato ed esperto di trattori d’epoca, e di Alessandro Miglioli, ex presidente della Nuova Arbos nel momento di passaggio di proprietà tra l’Americana White Farm Equipment e i F.lli Magni, sono state ripercorse le tappe principali dei due marchi, che tra mille vicissitudini e tanta innovazione, hanno senz’altro contribuito a scrivere la storia della meccanizzazione agricola italiana.

 

GENIALITÀ DI PROGETTO

Bubba è infatti nota per aver progettato e realizzato, nel 1923, il primo trattore testa calda italiano. Di questo marchio si ricordano anche i trattori UTB3, UT2, UT3, UT4, UT5, UT6 e Ariete, ancora oggi ritenuti oggetti preziosi dai collezionisti di macchine agricole.

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Arbos, figlia più o meno legittima di Bubba, viene invece ricordata per aver realizzato nel 1948 la prima mietitrebbia semovente italiana. Sicuramente sono in molti ad avere in memoria le mietitrebbie verde oliva e bianche tanto che, ancora oggi, esiste un mercato delle macchine Arbos di seconda mano.

 

LE ORIGINI

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Ma vediamo, in sintesi, la storia di questi marchi. Come accennato in apertura, il tutto inizia nel 1896 con Pietro Bubba, che nella sua piccola officina di Santimento (PC) realizza la prima macchina, una sgusciatrice. In seguito, con il supporto dei tre figli, costruisce le prime trebbie.

La storia di Bubba prosegue con un susseguirsi di successi, tanto che, come si ricordava poc’anzi, nel 1923 Ulisse, nipote di Pietro, dà vita al primo testa calda italiano.

 

LA PROPRIETÀ LODIGIANI

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Nel tempo la Bubba cambia ragione sociale e la famiglia Bubba esce dalla compagine, tanto che nel 1934 l’unico proprietario della Bubba S.A è l’ing. Luigi Lodigiani.

Siamo negli anni della guerra, il successo delle macchine è pertanto limitato, ma sono anche anni in cui si sperimenta molto: nascono i primi cingolati, e le prime mietitrebbie semoventi a cingolo completo.

Una decina di anni dopo – siamo nel 1952 – l’ing. Lodigiani acquista la fabbrica di biciclette Arbos. Inizia quindi a produrre le prime mietitrebbie con motore Deutz raffreddato ad aria a marchio Arbos.

Due anni dopo Arbos diventa Arbos-Bubba, la produzione di mietitrebbie di successo continua.

 

DA WHITE MOTOR CORPORATION AI FRATELLI MAGNI

Nel 1964 l’azienda viene acquistata dalla casa americana White Motor Corporation. Quelli che verranno non sono anni facili. Gli americani nel 1976 decidono di chiudere, ma dopo una notte drammatica di ansie e di tormenti, per salvare l’azienda e i suoi 400 dipendenti, la famiglia piacentina Magni decide di acquisire l’azienda.

 

L’EPILOGO E LA RINASCITA

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Sotto il marchio Nuova Arbos, si prosegue con la produzione di mietitrebbie, ma nel 1983 l’azienda passa ancora di mano e diventa Arbos SpA. Complice la crisi del mercato delle macchine agricole, nel 1994 la Arbos chiude i battenti.

Tante macchine di questo marchio continuano a lavorare nei campi, ma dell’azienda si torna a parlare solo ai giorni nostri, con l’ingresso in scena di Foton Lovol che, oltre ad acquistare e registrare i marchi Bubba e Arbos, è entrata in possesso degli archivi contenenti il know how tecnologico del gruppo: 70 mila disegni custoditi per anni in un magazzino a Piacenza.

 

CHI È FOTON LOVOL

Foton Lovol internazionale Heavy Industry Co., Ltd è uno dei principali costruttori di trattori e di macchine da raccolta cinese. Non solo agricoltura, però: nel core business, anche macchine edili, componenti di base, servizi finanziari. Fondata nel 1998, oggi conta 16mila dipendenti. In Cina l’azienda ha ottenuto parecchi riconoscimenti. Con le sue mietitrebbie, Foton Lovol dichiara di coprire il 70 per cento del mercato cinese.

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Come ha spiegato Zubelli, la mietitrebbia convenzionale è un forte elemento innovativo nel mercato cinese, perché è economica e polivalente. Per un’economia (anche agricola) in espansione, poter lavorare più prodotti con la stessa macchina, ha un senso. E visto che la Arbos è sempre stata una macchina versatile, si comprende l’interesse dei cinesi.

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Dunque, con l’acquisizione dei due marchi italiani, l’azienda mira non soltanto a realizzare un progetto industriale di successo, ma anche a contribuire a sviluppare il settore agricolo della Cina. In altre parole, a traslare le capacità e le conoscenze dalla Via Emilia alla Via della Seta.

 

UNA GRANDE FESTA

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Per la cronaca, la storia dei trattori e delle mietitrebbie Arbos-Bubba è stata omaggiata da una grande festa del popolo con l’esposizione degli storici trattori Bubba e di una mietitrebbia Arbos su Pubblico Passeggio e in Piazza Cavalli, alla presenza di decine di ex-dipendenti.

L’evento si è poi trasferito a Milano, dove nei pressi dell’Expo nel pomeriggio si sono riuniti i collezionisti di trattori d’epoca in un incontro organizzato dal Camae, per poi proseguire anche nella giornata del 28 giugno con l’esposizione di alcuni mezzi di grande interesse storico nel campo sia delle trebbiatrici sia dei trattori Bubba.

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Concludendo, le basi per un progetto ambizioso e per la rinascita di due marchi che hanno contribuito a fare la storia della meccanizzazione agricola italiana ci sono tutti. Il collegamento tra la via Emilia e la via della Seta è stato stabilito, il lavoro è iniziato. Noi di Meccagri siamo certi che torneremo presto a parlarne.

 

© Emanuela Stìfano

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