BKT, il futuro è giovane

Eventi 20/01/2022 -
BKT, il futuro è giovane

Sebbene, anche a causa della pandemia, non siano pochi i giovani che hanno deciso di mollare tutto per ritirarsi in campagna dando inizio ad attività agricole anche di successo, il problema della senilizzazione degli agricoltori è un fatto sentito, in Italia come in Europa, tanto che il tema è tra quelli centrali nel dibattito internazionale.

 

IL PASSAGGIO DI CONSEGNE TRA GENERAZIONI AL CENTRO DEL TERZO EPISODIO DEI GLOBAL TREND

BKT

Non stupisce pertanto che BKT l’abbia messo al centro del terzo episodio di Global Trend tenutosi lo scorso 18 gennaio. Il dibattito è partito da una premessa: si stima che nei prossimi 15 anni circa un terzo degli attuali agricoltori andrà in pensione, ma sono sempre meno i giovani che mostrano interesse per un lavoro nel settore agricolo.

 

IL DIFFICILE ACCESSO AL CREDITO E I BASSI STIPENDI PENALIZZANO L’INGRESSO DEI GIOVANI IN AGRICOLTURA

Oltre a uno stile di vita troppo spesso dettato dai sacrifici, a ostacolare l’ingresso delle nuove leve nel comparto sono anche la difficoltà a ottenere fondi per gli investimenti, sempre più necessari per essere competitivi: è infatti difficile acquistare/affittare terreni, una “conditio sine qua non” per dare avvio all’attività.

C’è poi un’altra questione irrisolta a livello europeo, ossia quella dei compensi. Come è stato evidenziato da Matthew Tilt (nella foto sopra), giornalista della rivista inglese Farm Contractor and Large Scale Farmer, L’agricoltura vede purtroppo salari e stipendi generalmente più bassi rispetto ad altri settori.

 

LE NUOVE TECNOLOGIE E METODOLOGIE PRODUTTIVE SVOLGONO UN RUOLO CRUCIALE

BKT

Mentre la politica si impegna a risolvere questi problemi, a dettare il futuro delle aziende agricole sarà la propensione dei giovani verso le nuove tecnologie. A dirlo è Giorgia Scaglia (nella foto sopra), Communication Specialist dell’azienda agricola Scaglia (Rivoli, Torino), che ha sintetizzato: «La nostra azienda è stata fondata dal mio bisnonno nel 1931, ed è ora gestita da mio padre e dai miei zii. Un domani, saremo io, mia sorella e i miei cugini ad ereditare l’attività, ma già ora vedo chiara la differenza tra la nostra e la loro generazione. Grazie infatti al nostro percorso di studi abbiamo avuto l’opportunità di studiare e capire l’importanza delle nuove tecnologie e metodologie produttive, portando in azienda nuovi approcci e implementando la cosiddetta AgTech. Una cosa però unisce nuove e vecchie generazioni ed è la passione per quello che facciamo».

 

COMPETITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ DEL SETTORE AGRICOLO PASSANO PER IL RICAMBIO GENERAZIONALE

Come ha spiegato Diana Lenzi, presidente del Ceja (Council for European Young Farmers), il ricambio generazionale è uno dei presupposti per migliorare la competitività del settore agricolo nel lungo periodo e per garantire in futuro una produzione alimentare sostenibile a livello mondiale: «La giusta formazione è necessaria per aiutare i giovani a costruirsi un futuro nel settore agricolo – ha argomentato –. Inoltre è fondamentale affiancare i giovani agricoltori nella fase di start-up dove i costi sono maggiori. La nostra associazione si sta impegnando a trovare soluzioni che agevolino il cambiamento generazionale portando al tavolo decisionale gli stessi agricoltori, giovani e non. Il fine è dare voce alle loro necessità e reali esigenze».

 

LA TRASFORMAZIONE DIGITALE E TECNOLOGICA COINVOLGE L’INTERA FILIERA DEL SETTORE

A proposito di formazione è intervenuto anche Scott Downey (nella foto sopra), professore alla Purdue University, Usa, e direttore del Center for Food and Agricultural Business. Il quale ha acceso ancora una volta i riflettori sull’importanza della tecnologia e della digitalizzazione.

«Avere competenze tecnologiche sarà un prerequisito per lavorare nel settore agricolo – ha fatto presente -. Le nuove generazioni dovranno quindi essere preparate. In futuro l’analisi dei dati e il loro impiego nel processo decisionale diverrà sempre più centrale nel business dell’agricoltore, nelle grandi aziende come in quelle più piccole».

«La trasformazione digitale e tecnologica – ha concluso ­non coinvolge semplicemente la categoria degli agricoltori, ma l’intera filiera del settore, fornitori inclusi».

 

© Emanuela Stìfano