Bosnia-Erzegovina: dall’Unione Europea un sostegno alla meccanizzazione agricola

Mercati 09/10/2019 -
Bosnia-Erzegovina: dall’Unione Europea un sostegno alla meccanizzazione agricola

In vista di Agrilevante, rassegna che rappresenta una piattaforma fondamentale nelle strategie di sviluppo agricolo non solo per i Paesi dell’intera bacino del Mediterraneo, ma anche per quelli dei Balcani – penalizzati da un forte gap di meccanizzazione rispetto agli standard comunitari, ma che possono però beneficiare dei fondi europei e della cooperazione italiana – Meccagri ha scelto di dedicare un focus a quest’area chiamata ad incrementare la produttività e raggiungere gli standard qualitativi per una piena integrazione nell’Unione Europea.

Dopo l’Albania, della quale ci siamo occupati la scorsa settimana, è la volta della Bosnia-Erzegovina.

 

L’Italia è stata nel 2018 il primo partner della Bosnia-Erzegovina (BiH la denominazione comune) nell’interscambio globale di macchine per l’agricoltura, il giardinaggio e l’orticoltura, con un valore di circa 4 milioni di euro che le ha permesso di lasciarsi alla spalle temibili concorrenti quali la Germania e la Cina e la stessa Serbia, favorita dalla vicinanza geografica.

 

VASTO APPREZZAMENTO PER I MACCHINARI “MADE IN ITALY”

Pur trattandosi di cifre ancora contenute, danno comunque la misura, come evidenzia anche il report “Bosnia-Erzegovina – Nota settore Macchine per l’Agricoltura” a cura di ICE-Agenzia di Sarajevo”, risalente allo scorso aprile, , di quanto il “made in Italy” nel settore delle macchine agricole italiane sia molto apprezzato dagli agricoltori della Bosnia-Erzegovina.

Altrettanto apprezzate risultano la capacità dei produttori italiani di soddisfare qualsiasi tipo di esigenza, con una gamma molto ampia e flessibile e con una tecnologia all’avanguardia, nonché la loro disponibilità ad offrire una garanzia ed un’assistenza con propri tecnici specializzati durante l’utilizzo dei macchinari.

È evidente dunque che la BiH può offrire interessanti opportunità ai nostri costruttori di macchine agricole ma prima ancora di esaminare i fabbisogni locali in termini di meccanizzazione agricola ci sembra opportuna una disamina delle caratteristiche del settore primario in un Paese che è, bene ricordarlo, è stato teatro negli anni Novanta di una guerra fratricida, la più sanguinosa combattuta sul suolo europeo dalla fine del secondo conflitto mondiale.

 

UN’AGRICOLTURA ESTREMAMENTE FRAMMENTATA

Nonostante l’agricoltura sia una delle attività economiche più importanti in Bosnia-Erzegovina dando occupazione a circa un quinto dell’intera popolazione, il Paese presenta scarse risorse agricole.

Su una superficie totale di 5,113 milioni di ettari si contavano nel 2016 circa 2,2 milioni di ettari di terreni agricoli, di cui 1,6 milioni di seminativi e 600 000 ettari di pascoli.

Fonte: European Commission, Bosnia and Herzegovina Progress Report 2019.

 

Occorre però tener presente che, stando ai dati forniti dalla Commissione europea nelle schede dedicate ai Paesi candidati all’allargamento dell’UE (la Bosnia-Erzegovina ha attualmente lo status di “Paese candidato potenziale”), gran parte del Paese è montagnoso (il 66% del territorio è costituito da monti e colline) e soltanto il 20 per cento (grossomodo 1 milione di ettari) è adatto all’agricoltura intensiva.

L’elevata disponibilità di praterie e pascoli montani conferisce un vantaggio potenziale per l’allevamento e la produzione lattiero-casearia (meno di un terzo della produzione totale) mentre frutteti e i vigneti coprono circa 100.000 ettari.

 

MODERNE REALTÀ COMMERCIALI E PICCOLE ATTIVITÀ DI SUSSISTENZA

Lo sviluppo del settore agricolo è frenato dall’alto numero di piccole aziende agricole, di 2-3 ettari, gravate da elevati costi di produzione e da una bassa competitività sul mercato internazionale, che convivono con moderne realtà commerciali “market oriented” dando vita ad una struttura marcatamente dualistica.

Secondo l’ultimo “censimento quadro” delle aziende agricole in Bosnia-Erzegovina la superficie media del terreno utilizzata per unità ammontava infatti a 1,97 ettari.

Un ulteriore vincolo è costituito dalle incertezze riguardo la proprietà terriera. Infatti, come osserva il report di ICE-Agenzia di Sarajevo, i diritti sulla proprietà sono mal definiti e le istituzioni sono deboli: circostanze che incoraggiano transazioni informali.

Aggiungendo a questi fattori la presenza di mine e le migrazioni forzate dei proprietari terrieri a seguito della guerra, che, soprattutto nelle zone più marginali, hanno portato a occupazioni illegali e mancati ritorni, si spiega come un’elevata percentuale della terra arabile rimanga inutilizzata.

 

MECCANIZZAZIONE SCARSA ED ARRETRATA

Ne consegue che, anche se negli ultimi anni si sono registrati alcuni progressi nell’ammodernamento della componente tecnologica delle aziende agricole di maggiori dimensioni, il settore agricolo in Bosnia-Erzegovina continua ad essere caratterizzato dall’arretratezza tecnologica e da una scarsa meccanizzazione.

Secondo la Strategia per lo Sviluppo rurale della Bosnia-Erzegovina 2018-2021, approvata all’inizio del 2018, le aziende agricole sono generalmente dotate di macchine motrici agricole di base, in gran parte obsolete.

Le cifre disponibili relative però alla sola Republika Srpska (territorialmente e amministrativamente la Bosnia-Erzegovina è suddivisa in due entità: la Federazione della Bosnia-Erzegovina e la Republika Srpska, vale a dire la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, da non confondersi con la Repubblica di Serbia, ossia la Serbia in senso stretto) indicano che quasi il 90 per cento dei trattori è più vecchio di 10 anni e che nessuna azienda agricola possiede una mietitrebbia con meno di 10 anni e, sebbene non vi siano dati specifici per la Federazione della BosniaErzegovina, si può concludere che la situazione riguardante l’equipaggiamento e la meccanizzazione delle aziende agricole non differisca di molto.

 

IL FALLIMENTO DELLA CONDIVISIONE DEI MACCHINARI

Tuttavia, nonostante la bassa redditività economica e il basso utilizzo di alcune macchine operatrici specializzate, i singoli produttori agricoli della Bosnia-Erzegovina evitano l’approvvigionamento congiunto e la condivisione della proprietà dei macchinari agricoli, anche di quelli più articolati, e preferiscono l’acquisto diretto di macchinari di base.

Tale atteggiamento, sottolinea il Report di ICE-Agenzia di Sarajevo, ha determinato il fallimento dei numerosi tentativi da parte degli enti pubblici di formare i cosiddetti “anelli di macchine” in varie parti della BiH, ovvero l’utilizzo in condivisione di alcuni macchinari tra un numero definito di imprese.

Rappresenta un ostacolo in questa direzione anche il basso standard delle infrastrutture agricole che necessitano di un notevole miglioramento al fine di poter collegare in modo efficiente i produttori tra loro come pure i trasformatori ai mercati locali e stranieri. Risulta pertanto indispensabile uno sviluppo delle strade ma anche dei sistemi di irrigazione e drenaggio.

 

TOTALE DIPENDENZA DALLE IMPORTAZIONI

Date le caratteristiche delle aziende agricole, i macchinari maggiormente richiesti sono di dimensioni medio-piccole, quali aratri, motocoltivatori e macchinari per il taglio dell’erba, piccoli sollevatori ed elevatori per uso agricolo ma anche, vista la morfologia del territorio, spazzaneve e macchinari per il taglio degli alberi e il successivo trattamento dei tronchi.

La produzione locale di macchine e attrezzature agricole è molto limitata. Solo di recente, all’inizio del 2018, la società svizzera Baertschi-Fobro ha trasferito parte delle sue strutture produttive dalla Germania e dalla Svizzera nella città di Maglaj (nella Bosnia Centrale) dove ha avviato la produzione del trattore Fobro Mobile, interamente prodotto (tranne il motore Kubota) in Bosnia-Erzegovina.

Viene inoltre segnalata la produzione di cabine per trattori ad opera di imprese italiane, nelle vicinanze di Bihac.

In generale, dunque, per quanto riguarda la meccanizzazione agricola la Bosnia-Erzegovina dipende completamente dalle importazioni estere.

 

FONDAMENTALE LA COLLABORAZIONE CON IMPORTATORI LOCALI

L’importazione e distribuzione di macchine agricole nel Paese avvengono generalmente attraverso due canali principali: l’acquisto tramite delle società di importazione o dei rappresentanti diretti; l’acquisto da parte del cliente locale direttamente dal produttore estero.

Stando così le cose, per un produttore italiano di macchine agricole che voglia beneficiare delle possibilità presenti in Bosnia-Erzegovina ovvero espandersi sul mercato locale, suggerisce il Report di ICE-Agenzia di Sarajevo, è consigliabile avvalersi della collaborazione di un importatore ben inserito, che sia in grado di fornire pezzi di ricambio e un’assistenza personalizzata secondo le necessità degli utilizzatori finali.

Inoltre, si dovrebbero proporre soluzioni tecnologiche e di rapporto qualità/prezzo adeguate alla tipologia e al potere d’acquisto dell’agricoltore locale specifico, essendo presenti nel Paese, accanto a ad un numero limitato di imprese agricole con un significativo potere d’acquisto, numerosi agricoltori con una ridotta capacità finanziaria.

 

VIA LIBERA AI FONDI IPA II, UNA PREZIOSA RISORSA PER L’ACQUISTO DI NUOVE MACCHINE

Un’opportunità significativa offerta al Paese per l’avvio di nuovi investimenti nell’acquisto di macchinari e attrezzature specifici, presupposto basilare per l’ammodernamento della produzione agricola nazionale e l’aumento della sua competitività nel contesto globale, è data dall’adozione agli inizi del 2018 della sopra menzionata Strategia per lo Sviluppo rurale della Bosnia-Erzegovina 2018-2021 che ha permesso l’accesso ai fondi IPA II 2018-2020 dell’UE per il supporto al settore agricolo.

In una prima fase saranno disponibili 30 milioni di euro di mezzi grant e 90 milioni di euro complessivamente. Va tenuto presente in proposito che nel 2014 la Bosnia-Erzegovina non aveva ottenuto i fondi IPA in quanto non aveva presentato il proprio Piano strategico per lo sviluppo rurale.

I fondi IPA, di cui per la maggior parte beneficeranno direttamente ai produttori agricoli, rimarranno a disposizione per i prossimi tre anni, e saranno destinati prevalentemente all’acquisto di nuove macchine.

 

LE BUONE PERFORMANCE DELL’IMPORT DI TRATTORI DALL’ITALIA

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Abbiamo già accennato in apertura alla leadership detenuta dall’Italia nella fornitura di macchine agricole alla Bosnia-Erzegovina.

Cifre alla mano, per quanto riguarda i trattori nel 2018 la Bosnia-Erzegovina ha importato dall’Italia macchine nel segmento di potenza inferiore o uguale a 18 kW (24,48 CV) per un valore di 34.171,75 euro – corrispondente al 10,30 per cento del totale delle importazioni di questa tipologia di prodotto – in diminuzione rispetto ai 46.692,91 euro del 2017.

Relativamente invece al segmento di potenza superiore a 18 kW e inferiore o uguale a 37 kW (da 24,48 a 50,31 cavalli), le importazioni dall’Italia hanno totalizzato il valore di 241.957,17 euro (15,79% della cifra totale), più che raddoppiato rispetto ai 113.340,32 euro del 2017.

In aumento, al confronto con i risultati del 2017, anche le importazioni dall’Italia di trattori nella fascia di potenza da 37 a 75 kW (50,31-102 cavalli), con un valore di 1.027.760,41 euro (840.539,19 euro nel 2017).

Meno brillanti i risultati ottenuti lo scorso anno per il segmento da 75 a 130 kW (102-176,75 cavalli), in ribasso del 16,71 in valore per cento rispetto al 2017, e per quello sopra i 130 kW, fermo a 15.086,20 euro, contro i 36.262,04 euro del 2017.

Ottime performance anche per quel che riguarda alcune tipologie di attrezzature di cui, come evidenziato sopra, gli agricoltori locali apprezzano la versatilità e la durata.

 

© Barbara Mengozzi

 

Fonti testo: ICE-Agenzia di Sarajevo,”Bosnia-Erzegovina – Nota settore Macchine per l’Agricoltura”, Aprile 2019; European Commission, Bosnia and Herzegovina Progress Report, Commission Staff Working Document, Brussels 2019.
Fonti immagini: Baertschi FOBRO BiH; Brian Eager Flickr; europeanwesternbalkans.com; EU in BiH Twitter; Oranje Kučići Kakanj BiH; Ozartvslon.ba; sajra.subasic; Traktori BIH Facebook.

 

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