Uncai: che fine ha fatto il gasolio dei contoterzisti?

News 21/06/2022 -
Uncai: che fine ha fatto il gasolio dei contoterzisti?

Che fine ha fatto il gasolio dei contoterzisti? A porre la provocatoria  domanda è l’Unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali (Uncai) che in una nota stampa fa presente come, a fronte dei continui rincari  del carburante l’aumento del 20 per cento del costo delle lavorazioni agromeccaniche non sia comunque sufficiente a garantire un utile e come le istituzioni non abbiamo mai risposto all’interrogativo posto a suo tempo dall’organizzazione se il credito di imposta per il carburante usato nelle attività agricole sia a disposizione anche dei contoterzisti (codice Ateco 01.61).

«Sempre più in balia degli eventi internazionali – ha dichiarato il presidente di Uncai Aproniano Tassinari ­ – l’Italia è costretta a raschiare il barile, e le categorie che lavorano a stretto contatto tra loro rischiano di essere messe l’una contro l’altra se manca un progetto chiaro e condiviso per salvarci tutti».

 

NECESSARIO UN AUMENTO DELLE TARIFFE DI ALMENO IL 25 PER CENTO RISPETTO A UN ANNO FA PER NON ANDARE IN PERDITA

Tra maggio e giugno – si legge nel comunicato stampa redatto da Uncai – i contoterzisti hanno fatto fieno per le stalle, mantenendo dei prezzi che nel giro di un paio di settimane si sono rivelati insostenibili economicamente per i continui rincari del carburante agricolo, arrivato a 1,37 euro/litro + iva (più del doppio rispetto a 12 mesi fa), ma anche degli pneumatici (oltre il 60% in un anno) e dei ricambi (oltre il 20%).

«In base alle analisi di Uncai, che tengono conto del diverso consumo di gasolio in caso di lavorazioni leggere, medie e pesanti, gli agromeccanici rischiano di essere in perdita nella trebbiatura del grano se non aumentano le tariffe mediamente almeno del 25 per cento rispetto a un anno fa. Ciò si traduce in aumenti da 35 a 50 euro ad ettaro, a seconda delle caratteristiche del terreno.

URGE CHIARIRE SUBITO SE GLI AGROMECCANICI HANNO DIRITTO AL CREDITO D’IMPOSTA PER IL GASOLIO

Sollecitiamo quindi con urgenza una risposta a chi ha elaborato il credito di imposta per il carburante usato in agricoltura, vale a dire i Senatori Maria Virginia Tiraboschi ed Emiliano Fenu. Anche gli agromeccanici ne hanno diritto? Attendiamo una risposta anche da tutti i ministri che hanno approvato e sottoscritto l’articolo senza apportare i chiarimenti e le modifiche richiesti da Uncai», ha precisato il presidente di Uncai.

Si aggiunge un aspetto tragico alla vicenda, ed è la totale assenza di progetti e programmi che tirino fuori l’Italia da una situazione che ha assunto l’aspetto di un ricatto energetico. «I rincari sono scaricati direttamente sulle spalle degli italiani, in attesa che un evento fortunato risolva la partita.

IL RUOLO STRATEGICO DEI CONTOTERZISTI

Ma in gioco c’è qualcosa di molto più significativo delle qualificazioni ai Mondiali di calcio ­– ha rimarcato Tassinari –. Si vuole più cibo e mettere in sicurezza filiere agroalimentari indispensabili a nutrire il Pianeta, come quelle dei cereali e dei foraggi. Quasi la totalità delle trebbie e delle trince in circolazione sono acquistate e utilizzate nei campi proprio dai contoterzisti. È così da sempre, per una convenienza economica ed ecologica. Eppure gli agromeccanici non ricevono agevolazioni e aiuti. Non sono ritenuti strategici all’agricoltura. Perché? Forse non è chiaro che tale conventio ad excludendum rende aleatoria e improbabile ogni intervento e ogni soluzione avanzata dalla politica?», ha concluso Tassinari.

 

 
Fonte: Uncai
Fonte immagine di apertura: Argo Tractors.
 

 

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