Il dissesto idrogeologico si combatte con interventi sistematici di manutenzione del territorio, ma anche con mezzi meccanici adeguati. Senza pale meccaniche, terne, trattori forestali, cingolati e semicingolati, macchine scavafossi, mezzi per la cura degli argini e la canalizzazione delle acque, sistemi per la triturazione dei residui vegetali e attrezzature per la rimozione dei materiali pericolosi non è possibile effettuare interventi efficaci e fare prevenzione.
Una rassegna di queste tecnologie meccaniche sarà esposta ad Eima International – la rassegna mondiale della meccanizzazione agricola che si tiene a Bologna dal 12 al 16 novembre prossimo – nell’ambito del MiA, il Salone dell’agricoltura multifunzionale che costituisce una sezione specializzata della kermesse bolognese, centrata sulle attività para-agricole che si svolgono in ambiente rurale e che comprendono anche gli interventi di natura ambientale e di protezione civile.
“RISCHIO IDROGEOLOGICO: UN TEMA DI MECCANIZZAZIONE”
Nell’area del Quadriportico, al centro del quartiere fieristico, i visitatori troveranno esposte tutte le principali tipologie di macchine per gli interventi contro il dissesto idrogeologico, insieme con schede tecniche descrittive; mentre fra i convegni di approfondimento è previsto quello sul tema: “Rischio idrogeologico: un tema di meccanizzazione”, promosso da FederUnacoma, Promoverde e Landmaking, nel corso del quale verranno anche diffuse stime sul fabbisogno di meccanizzazione per le attività di manutenzione, e verranno date indicazioni sulle tipologie di macchine da impiegare in funzione delle necessità.
L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale Ispra valuta, infatti, che quasi 5.600 comuni italiani (pari a circa il 70% del totale) sono collocati in aree ad alto rischio idrogeologico, e descrive la complessità dello scenario e delle variabili da gestire, da quelle relative alla morfologia dei terreni a quelle relative alle tipologie di fenomeno (crolli, scivolamenti, colate, debris, mudflow). Ogni tipo di fenomeno richiede metodiche d’intervento e tecnologie meccaniche differenti, sia in fase di prevenzione che in fase di soccorso.
«Il crollo delle vendite di macchine per l’agricoltura e il movimento terra che si è verificato negli ultimi sette anni a causa della crisi economica – sostiene il presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – ha prodotto un deficit di quasi 11 mila trattrici e di oltre 20 mila macchine per il movimento terra, che in condizioni di mercato normali sarebbero state acquistate e messe all’opera in tutte le regioni del Paese, e che in parte sarebbero state destinate proprio alle attività di manutenzione sul territorio».
«Presentare una sezione dedicata al dissesto nell’ambito della rassegna della meccanizzazione agricola – conclude Goldoni – è un messaggio anche politico, perché ci ricorda come agricoltura e sistemazione del territorio non siano settori separati, ma attività da concepire e sostenere in modo integrato ed organico».
Fonte: FederUnacoma