Export macchine agricole: in Sud America ed Est Europa i mercati che tirano

Mercati 19/10/2023 -
Export macchine agricole: in Sud America ed Est Europa i mercati che tirano

America Latina ed Est Europa sono le nuove mete dei macchinari agricoli. Lo afferma un articolo recentemente apparso a questo link sul sito di Sace,  direttamente controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale attraverso un’ampia gamma di strumenti e soluzioni a supporto della competitività in Italia e nel mondo.

Come viene evidenziato nella parte introduttiva del pezzo, che è firmato da Francesca Corti e Cecilia Guagnini, l’Italia vanta una produzione di macchinari agricoli diversificata distinguendosi tra i principali esportatori mondiali in molti segmenti di mercato. In particolare, il comparto italiano vede attive oltre 1.300 imprese, quasi il 7% di tutte quelle appartenenti al settore di riferimento della meccanica strumentale, con un’incidenza di microimprese, in termini di dimensione aziendale, relativamente contenuta (61% sul totale) se confrontata con quella del tessuto produttivo italiano nel suo complesso (81%).

 

STABILE L’EXPORT DI TRATTORI “MADE IN ITALY”, IN CRESCITA LE ALTRE MACCHINE AGRICOLE

Negli ultimi dieci anni il valore dell’export di macchinari per l’agricoltura è cresciuto a un tasso medio annuo composto del 3,6%, a fronte del +2,9% della meccanica nel suo complesso: un positivo risultato da ascrivere agli incrementi registrati dalle altre macchine agricole, per la silvicoltura e la zootecnia (+5,5%), mentre il segmento dei trattori ha manifestato una sostanziale stabilità (+0,4%).

 

BUONE PERFORMANCE CONFERMATE NEL PRIMO SEMESTRE DI QUEST’ANNO

Fonte: Elaborazioni SACE su dati Istat.

Quanto alla dinamica, se fino al 2018 il valore dell’export dei macchinari per l’agricoltura si è mantenuto al di sotto di quello dell’intera meccanica strumentale negli anni a seguire il comparto ha segnato vivaci ritmi di crescita fino a  raggiungere i 5,5 miliardi di euro lo scorso anno. La buona performance si è confermata anche nel primo semestre del 2023 con un aumento tendenziale del 13,6%, superiore ancora una volta a quello della meccanica strumentale nel suo complesso (+12,3%).

 

DA VENETO, EMILIA-ROMAGNA E LOMBARDIA INSIEME OLTRE IL 70 PER CENTO DELLE ESPORTAZIONI

Fonte: Elaborazioni SACE su dati Istat.

Per quanto attiene alla provenienza, oltre il 70% delle vendite oltreconfine di macchinari agricoli è originato da sole tre regioni: Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia ma, benché si attestino su livelli di export significativamente più contenuti, altre regioni stanno registrando dinamiche brillanti, come il Friuli Venezia-Giulia nel Nord-Est, Toscana e Lazio nel Centro Italia  e Calabria e Molise nel Sud.

Passando alle destinazioni, che è la parte sulla quale vogliamo soffermarci, Stati Uniti, Francia e Germania si collocano  ai vertici della classifica dei Paesi importatori essendo  arrivati ad accogliere complessivamente macchinari agricoli “made in Italy”per un valore di 2,2 miliardi di euro nel 2022.

 

MESSICO: POSITIVE PREVISIONI PER L’EXPORT ITALIANO, GUIDATO DALLA MECCANICA STRUMENTALE E SOPRATTUTTO DAI MACCHINARI AGRICOLI

Stanno però manifestando favorevoli prospettive di domanda anche altri Paesi, soprattutto in America Latina ed Est Europa. Relativamente al Sud America, sostiene Sace, hanno registrato ultimanente notevoli incrementi le vendite di macchinari agricoli dirette in Messico, provenienti soprattutto dall’Emilia-Romagna.

Stando a quanto si legge nel Rapporto Export 2023 di Sace,  il Messico si trova oggi in una posizione molto più centrale nello scenario regionale e globale grazie anche al ricollocamento di sempre più imprese sul suolo messicano che depone a favore di un aumento strutturale della domanda, in particolare di input produttivi. Le previsioni per l’export italiano di beni, arrivato già al livello record di 5,6 miliardi di euro nel 2022, rimangono positive: le nostre vendite in Messico sono previste in aumento dell’8,4% nel 2023 e del 5,5% nel 2024, con un contributo rilevante della meccanica strumentale (+7,4% seguito da +6,2%), relativamente soprattutto ai macchinari agricoli.

Il Messico, del resto, fa notare Sace, è già oggi l’11esimo produttore agricolo a livello mondiale ed è cresciuto nell’ultimo decennio abbinando riduzione della superficie coltivata a maggiore produzione; la polverizzazione dei produttori lascia ancora ampi spazi per il consolidamento del settore, insieme all’adozione di migliori tecnologie e di colture a maggiore resa con l’obiettivo di utilizzare sempre meno risorse idriche, scarse in particolare nel Nord del Paese.

 

OTTIME OPPORTUNITÀ IN BRASILE, QUARTO PRODUTTORE AGRICOLO A LIVELLO MONDIALE

Restando in America Latina, Sace rileva un marcato rialzo del nostro export di macchinari agricoli diretto in Brasile, quarto produttore agricolo a livello mondiale, sostenuto in particolare dai macchinari piemontesi, emiliano-romagnoli e veneti.

Sempre prendendo come fonte il Rapporto Export 2023 di Sace, in linea con il recupero progressivo dell’attività economica, che solo a fine 2022 ha raggiunto i livelli di output del 2014, il nostro export verso il Brasile ha finalmente raggiunto i valori record del 2013, pari a 5,1 miliardi di euro, recuperando pienamente il divario imputabile quasi interamente ai beni strumentali.

E le prospettive di crescita non mancano, tenendo presente che il  governo del presidente Lula, in carica da gennaio 2023, ha l’ambizione di aumentare il peso del comparto manifatturiero sul totale del valore aggiunto brasiliano, quota che è calata nettamente negli ultimi decenni: un  obiettivo che necessita del trasferimento di tecnologia e di input produttivi dall’estero.

 

ANCHE NELL’EUROPA DELL’EST LA CENTRALITÀ DELL’AGRICOLTURA E I PROGETTI AD ESSA COLLEGATI APRONO BRILLANTI PROSPETTIVE ALLE ESPORTAZIONI NAZIONALI

Un’immagine dell’edizione 2023 della fiera Bjelovarski sajam, in Croazia.

Trasferendoci nell’Europa dell’Est, ottimi segnali in merito al trend del nostro export di macchinari agricoli stanno provenendo da diversi Paesi – tra cui Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia e Serbia – e dove, dopo un difficile 2022 sotto l’aspetto sia politico sia economico, si assisterà,  detta di Sace, a un 2023 migliore, grazie ai piani Ue e alle relazioni con essa consolidate, nonché alle politiche di sostegno dei redditi.

Da tener presente anche il ruolo rilevante ricoperto dal settore primario in molte di queste geografie che  spinge al varo di progetti e investimenti per assicurare la qualità delle produzioni e il mantenimento di quella dei terreni, nonché all’impegno per contrastare il cambiamento climatico.

 

LA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA DRIVER PER LO SVILUPPO DELLA NIGERIA

Si attesta, infine, su livelli più contenuti ma è in forte crescita l’export del comparto verso la Nigeria, impegnata nello sviluppo dell’agricoltura nazionale, nonostante, afferma il Report Export 2023 di Sace, le persistenti criticità strutturali che il timido riformismo del neo-presidente Tinubu stenta a risolvere.

Dopo la forte flessione dello scorso anno che ha visto le esportazioni italiane, ferme a 753 milioni di euro,  accusare una flessione del 27,1%, potenzialità ancora non del tutto espresse possono presentarsi per l’export italiano proprio nei settore della meccanica strumentale (+1,7% nel 2023), che continuerà a essere strategico per la politica di industrializzazione del nuovo esecutivo. Uno scenario di fondo nel quale il  settore agricolo, sebbene messo duramente alla prova dal cambiamento climatico, resta fondamentale per soddisfare il fabbisogno alimentare di un Paese che l’ONU prevede diventerà il quarto al mondo per popolazione entro il 2043.

 

CAMBIAMENTO CLIMATICO E INNOVAZIONE DIGITALE RIVOLUZIONANO IL SETTORE

Una problematica quella del cambiamento climatico che ci porta direttamente alla conclusione dell’articolo analizzato dove le due autrici sottolineano come a livello strutturale, l’agricoltura e i macchinari a essa collegati stiano attraversando rilevanti trasformazioni dettate dal cambiamento climatico e dall’innovazione digitale.

Il settore  vedendo infatti una maggiore applicazione di nuove tecnologie, tra cui robot e droni per monitorare, ad esempio, i processi di coltivazione e raccolta analizzando lo stato dei terreni, così da adeguare la quantità di acqua necessaria e l’uso di fertilizzanti. Tutte innovazioni che, oltre a permettere una maggiore efficienza produttiva – e quindi una riduzione dei costi – consentono di ridurre l’impatto ambientale salvaguardando le risorse naturali.

 

 
Fonte: Sace