Fendt Katana 65 raggiunge quota cento macchine

Eventi 30/05/2013 -
Fendt Katana 65 raggiunge quota cento macchine

Grande festa allo stabilimento Agco/Fendt di Hohenmölsen, in Sassonia, per la produzione della trincia Katana 65 numero 100. Il centesimo esemplare della macchina che ha segnato  l’ingresso del brand tedesco nel mercato delle falciatrinciacaricatrici è uscita da un portale fatto di carta stampata, accompagnata da rulli di tamburi ed applausi. Esattamente a due anni di distanza dalla produzione delle prime due trince Katana (maggio 2011) è stato raggiunto il traguardo delle 100 macchine prodotte.

«La trincia Fendt Katana 65 è una macchina che è riuscita a posizionarsi benissimo sul combattuto mercato delle trince – ha spiegato Peter-Josef Paffen, presidente del consiglio di amministrazione Agco/Fendt ai componenti del consiglio di amministrazione, ai collaboratori della fabbrica di Hohenmölsen e agli ospiti invitati –. Con un mercato mondiale di circa 2.500 macchine annuali si può veramente parlare di successo, visto che siamo riusciti a posizionare 100 trince Katana, considerando soprattutto che fino ad oggi ci siamo limitati a proporre un unico modello. Però garantiamo ai nostri clienti la qualità e l’efficienza Fendt di sempre anche su questo prodotto».

Tre anni fa il gruppo americano Agco ha cercato uno stabilimento per la componentistica e ha trovato la fabbrica ideale a Hohenmölsen, soprattutto per quanto riguarda infrastrutture, ubicazione e supporto da parte della politica locale. «C’è stata una crescita continua –  ha affermato Sven Gempper, direttore dello stabilimento –. Inizialmente c’era un solo collaboratore, poi siamo diventati 59, poi ancora 91 e adesso abbiamo ben 124 collaboratori fissi». Dopo aver debuttato sul mercato tedesco la Katana 65 è stata introdotta in Francia e successivamente in Italia con la presentazione ufficiale durante il 500 Vario Tour dello scorso marzo. «Ci avviciniamo dunque all’obiettivo di completare il nostro programma full line anche a livello internazionale», ha concluso Peter- Josef Paffen.

Fonte: Fendt