BKT: una crescita inarrestabile, verso il traguardo dei 2 miliardi di dollari di fatturato

BKT Sito produttivo di Bhuj (India)

BKT “entra nel futuro” e lo fa annunciando un piano industriale che la renderà entro il 2026 una compagnia da 2 miliardi di dollari di fatturato, con una produzione totale annua di 600 mila tonnellate metriche di pneumatici. Obiettivi decisamente ambiziosi ma pienamente in linea con il giusto della sfida, la forte determinazione e l’altrettanto incondizionato impegno che hanno caratterizzato fin qui il percorso della multinazionale indiana, protagonista di un’escalation scandita dalla ferma volontà di “rendere possibile l’impossibile”.

 

UN “RITORNO AL FUTURO”

Ed è proprio per dare la misura del cammino compiuto fin qui che per il suo ingresso nel futuro BKT ha scelto di tornare al passato, alle sue radici, nel sito produttivo di Bhuj, ai margini del deserto di sale del Gujarat, inaugurato nel 2015 ma in produzione dal 2012, dove è iniziata quella incredibile storia in cui hanno trovato concretezza le infinite potenzialità del pianeta India, ormai pronto ad affermarsi, seppur con le sue mille contraddizioni, nel ristretto vertice dell’economia mondiale.

«L’ispirazione per il titolo di questo evento “Enter the future” mi è venuta guardando la strada che abbiamo percorso finora. Esattamente così: il passato, con i suoi successi e le sue difficoltà, mi ha ispirato a condividere con voi il futuro che abbiamo tracciato per BKT», ha spiegato Arvind Poddar, Chairman e Managing Director di BKT, alla stampa internazionale di settore convenuta a Mumbai lo scorso febbraio per una full immersion nell’universo di Balkrishna Industries Limited.

Un viaggio entusiasmante che ancor prima di approdare a Bhuj aveva conosciuto altre tappe, quali, nel 1987, l’avvio della prima fabbrica a Aurangabad, nell’ovest dell’India, destinata alla produzione di pneumatici convenzionali per veicoli a motore a due e tre ruote, affiancata nel 2002 dall’impianto di Bhiwadi e nel 2006 da quello di Chopanki, entrambi nel nord del Paese, per rispondere sia alle esigenze crescenti del mercato indiano, sia e soprattutto alla forte domanda dei mercati esteri di pneumatici radiali e convenzionali per l’agricoltura, per il movimento terra e per il settore industriale.

 

BHUJ SI CONFERMA “THE GAME CHANGER”

Da sinistra: Lucia Salmaso, Rajiv Poddar, Arvind Poddar e Dilip Vaidya.

Ma è attraverso il sito di Bhuj – autentico “the Game Changer” non solo per l’elevato contenuto tecnologico delle sue linee di produzione, ma anche per le infrastrutture dedicate ai dipendenti e alla loro sicurezza – che la multinazionale indiana ha potuto disegnare i suoi prossimi anni, forte di una solidità economica e infrastrutturale unica nel comparto mondiale degli pneumatici per applicazioni off-highway.

BKT Sito produttivo di Bhuj (India)

Cifre alla mano, il colosso indiano è arrivato a detenere il 6 per cento del mercato globale degli pneumatici per applicazioni non stradali, mentre, come ha precisato Lucia Salmaso, amministratore delegato di BKT Europe –  il market share relativo al segmento agricolo rappresenta il 10-11 per cento su scala mondiale e il 20 per cento circa in Europa (relativamente al mercato di sostituzione), con picchi che sfiorano o addirittura superano il 25 per cento nei tre mercati chiave tedesco, francese e italiano, in ordine di importanza. Sempre in Europa BKT realizza il 50 per cento del proprio fatturato proveniente dagli pneumatici agricoli.


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UNA FELICE SINTESI DI CONTINUE TRASFORMAZIONI, AI MARGINI DEL DESERTO

BKT Sito produttivo di Bhuj (India)

Tornando al sito produttivo di Bhuj, dove vengono prodotti tutti i tipi di pneumatici presenti nell’offerta di BKT anche se la fetta più grossa della torta – un buon 60 per cento – è rappresentato dai radiali per l’agricoltura, «è un impianto che ha letteralmente rivoluzionato il nostro business e posto le basi per porci obiettivi sempre più sfidanti», ha dichiarato Poddar. Quando il primo pneumatico è uscito dalla linea di produzione di Bhuj nel 2012, lo stabilimento si estendeva su un’area di 123 ettari. Si trattava allora di un investimento da 500 milioni di dollari.

Prima di iniziare i lavori, il paesaggio desertico era completamente arido, non c’erano né acqua né elettricità. Ma dopo la posa di molti chilometri di tubi d’acqua potabile e di linee elettriche, il sito è cresciuto in modo esponenziale: 126 ettari nel 2016, 131 nel 2019, 137 nel 2021, 258 nel 2022. Entro la fine del 2023 la previsione è di raggiungere una superficie totale di 323 ettari, di cui 283 già acquisiti.

 

ESPANDERSI E RAFFORZARSI, LE PAROLE D’ORDINE

E non si tratta certo di un punto d’arrivo per quello che è stato opportunamente definito “la sintesi di continue trasformazioni”. Nel corso del recente “Press Trip to India” BKT ha annunciato l’acquisizione di 288 acri, corrispondenti all’incirca a 116 ettari, di terreno (attualmente in fase di negoziazione e sui quali dovrebbe sorgere, nell’arco di un paio di anni, un nuovo impianto di carbon black), proprio a fianco dell’attuale stabilimento di Bhuj che con questa espansione, grazie a un nuovo investimento di 500 milioni di dollari, vedrà  ulteriormente incrementata la propria capacità produttiva giornaliera attualmente intorno ai 450 MT di pneumatici. Per l’esattezza, dai lontani 92 MT di produzione al giorno del 2015, Bhuj ha chiuso il 2022 con il miglior risultato di sempre, 436 MT quotidiani.

Più spazio significa più possibilità di installare nuovi macchinari, di moltiplicare le aree di test, di aumentare i volumi e tutto ciò che ne consegue. Una proiezione di crescita che non si ferma e che, anzi, è la base per affrontare l’incremento della domanda. Basti dire il business di BKT è cresciuto del 49 per cento rispetto al periodo pre-pandemia.

 

UNA VISIONE TANTO GRANDE QUANTO CONCRETA

«Mi hanno chiesto se tutto questo era davvero necessario. Ossia così tanto in così poco tempo – ha raccontato ai giornalisti Rajiv Poddar, Joint Managing Director di BKT –. Gli obiettivi che ci siamo posti quando abbiamo deciso di aprire il sito di Bhuj erano proporzionali alla solidità finanziaria di allora. Ma soprattutto relativi ad una visione tanto grande quanto concreta.

Abbiamo analizzato il mercato per anticiparlo con passione e lungimiranza. Si tratta di un processo che abbiamo fatto in tutti questi anni. La crescita è stata sempre al passo della domanda. Ci abbiamo messo coraggio e creatività ma mai senza che obiettivi e investimenti che non avessero basi solide».

Rajiv Poddar

E oggi ci sono ancora tutte le premesse per alzare l’asticella e puntare a nuovi stimolanti traguardi. «La domanda globale di pneumatici è in crescita – ha fatto presente Rajiiv Poddar – e non vediamo segni di rallentamento nei prossimi 5 anni. Si tratta di una richiesta la cui ascesa è iniziata durante la pandemia del 2020. Ancora oggi è al di sopra dei livelli pre-Covid. Sarà difficile? Sarà una sfida? La nostra visione è serena e, per questo, anche molto concreta. Il viaggio che abbiamo intrapreso a Bhuj nel 2012 non è mai stato per tornare indietro ma sempre per scoprire il futuro».

 

MACCHINARI PIÙ EFFICIENTI PER MAGGIORI QUANTITÀ E MIGLIORE QUALITÀ

BKT Sito produttivo di Bhuj (India)

Bhuj oggi vede installati macchinari più efficienti, di ultima generazione con caratteristiche che consentono di lavorare più velocemente e con maggiore precisione, aumentando la quantità di produzione e la qualità del prodotto finito («Siamo ossessionati dalla qualità dei prodotti e dei processi produttivi», ha ribadito più volte Rajiv Poddar).

BKT Sito produttivo di Bhuj (India)

Di pari passo si è cercato anche di ridurre la quantità di prodotto scartato, aumentando la sostenibilità del processo produttivo e riducendo di conseguenza i costi di produzione; i processi sono inoltre sempre più affidabili, e, cosa molto importante per BKT, sono ridotti drasticamente i rischi sul lavoro e migliorato il comfort dei lavoratori.

 

LA DIVISIONE RICERCA E SVILUPPO: INNOVARE E TESTARE

La divisione Ricerca e Sviluppo di BKT è stata la culla che ha fatto crescere il sito di Bhuj così come lo si vede oggi e che ne ha guidato l’innovazione e la crescita. Istituito nel 2017, questo hub sviluppa sia prodotti sia processi, per garantire all’azienda di poter mantenere il presidio internazionale. Guidato da un team specializzato di ricercatori e analisti, rimane uno dei centri di ricerca tra i più importanti ed aggiornati al mondo, nel comparto degli pneumatici.

Cercare la soluzione giusta significa anche testarla. Per questo, sempre nel 2017, è stato inaugurato un apposito “Test Track”. Con 6 piste diverse, questo circuito include le piste per i test di prestazione degli pneumatici in condizioni di asciutto e bagnato, una pista in asfalto e una pista in cemento inclinata.

Grazie a un’ampia varietà di prove, qui è possibile misurare molte caratteristiche importanti come trazione, maneggevolezza, comfort, compattazione del suolo e molto altro ancora, grazie a dispositivi e strumenti di alta precisione.

 

CARBON BLACK: L’AUTONOMIA PRODUTTIVA

Una scelta strategica che ha dato risultati ancora più appaganti di quanto si potesse prevedere è stata quella di investire in un proprio impianto per la produzione di Carbon Black entrato in funzione nel 2017. Alla produzione di “Hard grade carbon black”, il tipo di nerofumo utilizzato specificamente nel battistrada degli pneumatici, si è aggiunta l’anno successivo quella di “Soft grade carbon black”, utilizzato nella mescola della carcassa per migliorarne la resistenza e la durata, generando meno calore.

Nel 2021, la produzione totale dei due tipi di nerofumo ha raggiunto 138.000 MT all’anno, l’anno scorso è salita a 165.600 MT all’anno e l’obiettivo per il 2023 è di 198.600 MT. Per quanto riguarda la destinazione, «attualmente il 65-70% del carbon black prodotto viene utilizzato internamente, la differenza viene esportata in tutto il mondo ma il target è quello di raggiungere una produzione di 500.000 MT e di collocarne la metà all’esterno, presso altre aziende», ha illustrato Arvind Poddar.

Il dipartimento di Ricerca e Sviluppo, che si avvale anche di un laboratorio espressamente dedicato all’esecuzione di test sul Carbon Black, prevede inoltre di aggiungere un terzo tipo di nerofumo, lo “Specialty carbon black”, che presenta proprietà uniche rispetto a quello utilizzato nelle mescole di gomma, come l’elevata resistenza alla colorazione, l’elevata purezza, il basso livello di ceneri e il bassissimo livello di IPA, che lo rendono adatto all’uso in applicazioni specifiche come vernici, plastica e inchiostri.

 

PRESENTE E FUTURO NEL NOME DELLA SOSTENIBILITÀ

Ma non è tutto. BKT ha anche introdotto un nuovo approccio alla produzione di carbon black, rendendo l’intero processo più sostenibile.

Per prima cosa l’impianto di produzione di pneumatici ora riceve il carbon black tramite dei silos mobili trasportati pneumaticamente allo stoccaggio, che hanno sostituito le grandi bulk bag consentendo un forte risparmio sugli imballaggi (circa 100.000 bulk bag in meno nei prossimi anni). Inoltre il gas combustibile generato dalla produzione di carbon black viene recuperato e utilizzato in un impianto di cogenerazione per la produzione di energia elettrica: si tratta di 75.000 metri cubi di gas all’anno che garantiscono un risparmio annuale di 215.000 tonnellate di carbone.

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Nel suo percorso virtuoso verso la sostenibilità tra il 2020 e il 2021 BKT ha ridotto di quasi il 17 per cento il proprio consumo di energie non rinnovabili, questo grazie anche all’installazione nel sito di Bhuj di un impianto fotovoltaico la cui capacità è oggi di 1,1 mW ma che nell’arco di 2-3 anni dovrebbe raggiungere i 5,5 mW.

Già nel 2013 era stata creata una centrale elettrica interna per avere una fonte di elettricità affidabile e controllata; nel 2022 è stata ampliata la centrale di cogenerazione, da 20 a 40 mW e ancora sono in corso progetti per ampliare la potenza delle risorse rinnovabili autoprodotte.

 

ZERO LIQUID DISCHARGE, IL RIUTILIZZO DELLE RISORSE IDRICHE

Le risorse idriche, a loro volta, dal 2019 sono oggetto del principio “Zero Liquid Discharge” (ZLD), che prevede che nessun rifiuto liquido venga rilasciato all’esterno dello stabilimento. Tutta l’acqua utilizzata viene trattata, purificata e riutilizzata. L’obiettivo del principio ZLD è conservare le risorse idriche, ridurre l’impatto ambientale dello scarico delle acque reflue migliorando l’efficienza complessiva e la sostenibilità dell’impianto.

E ancora, l’intero sistema di trasporto in quel di Bhuj è progettato per ridurre l’uso e il consumo di energia e per garantire la massima qualità. Per ogni trasferimento di materiale vengono infatti controllati il peso e l’energia utilizzata. E l’obiettivo per il futuro è davvero sfidante, ovvero ridurre il consumo energetico fino al 70 per cento. Ciò si tradurrebbe in un risparmio di oltre due milioni di chilogrammi di emissioni di CO2 all’anno, paragonabili a 5.000 appartamenti di 100 metri quadrati ciascuno.

 

UNA GRANDE FAMIGLIA

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Strettamente collegato al benessere dell’ambiente quello delle persone, una mission che è nel Dna stesso della multinazionale indiana, abituata fin dalle origini a mettere le persone al centro di tutto ciò che fa e determinata a fare del sito di Bhuj un vero e proprio paradigma di “fabbrica sociale” a tutto tondo, con una serie di strutture al proprio interno per gli occupati e le loro famiglie.

Al benessere della sua comunità (a fine 2022 le persone impiegate nel sito produttivo erano 4.776) all’insegna del motto ‘Growing Together’ (Crescere Insieme), BKT dedica ogni anno molti investimenti, attraverso, per esempio, l’ampliamento degli spazi che ospitano le famiglie dei lavoratori dipendenti (ora vi risiedono quasi 1.000 persone), nella cura della loro salute, nell’istruzione dei bambini.

Accanto a un progetto portato a termine qualche anno fa, il Training Center, una struttura che può ospitare 80 persone dove si organizzano corsi di formazione tecnica e professionale nonché eventi motivazionali, uno ancora in fieri, la costruzione della BKT International School che dal prossimo anno  offrirà un’istruzione di alto livello in varie discipline, comprese le lingue straniere  come inglese, spagnolo e tedesco, con programmi di studio all’estero, facendo da volano alla crescita dell’economia locale.

 

NUOVI PRODOTTI IN RAMPA DI LANCIO

La capacità di saper soddisfare una domanda globale di pneumatici in costante crescita si misura anche attraverso l’offerta di una gamma sempre più diversificata e da questo punto di vista BKT non teme rivali grazie a soluzioni progettate per le esigenze di qualsiasi tipologia di utilizzatore comprendenti più di 3.200 differenti prodotti venduti in oltre 160 Paesi in tutto il mondo.

Dilip Vaidya

Per quanto riguarda il segmento agricoltura, come ha illustrato Dilip Vaidya, Senior President & Director Technology di BKT, è in fase di implementazione la new entry annunciata  lo scorso anno al Sima e, immediatamente dopo, all’Eima: la nuova linea di cingoli che prevede al momento due linee produttive e caratteristiche specifiche in funzione della destinazione finale  (per skidder e macchine da raccolta da un lato  e per trattori dall’altro), con un criterio condiviso e peculiare che è quello della fusione del battistrada insieme alla carcassa. La produzione attuale di cingoli gommati ammonta a circa 7 tonnellate al giorno – le prime dimensioni disponibili per i test relativi ai cingoli per mietitrebbie usciranno dalla fabbrica a maggio 2023 – ma l’obiettivo è di arrivare a quota 50.

Nel settore forestale è stato presentata la novità ForestMax con carcassa a 8 strati e 3 cinture in acciaio, mentre in quello minerario sono state introdotte tre nuove dimensioni per gli EarthMax SR 468 – la 40.00 R 57 per i “Large Mining Trucks-LMT, la 37.00 R 57 e la 46/90 R 57 – e l’EarthMax SR 53 L5 nella misura 60/80 R 57.

Anche nel segmento degli pneumatici industriali solidi è atteso l’arrivo di modelli inediti. Ma soprattutto è stato annunciato l’ingresso nel segmento dei camion off-road, con 11 misure tra le più richieste sul mercato disponibili dai primi mesi del 2025.

 

L’APPRODO NEL METAVERSO, UNA INNOVATIVA STRATEGIA DI MARKETING

Per finire, non poteva mancare a conclusione della giornata una grande sorpresa, annunciata a più riprese, o, meglio ancora, una nuova destinazione pressoché obbligata per un’azienda che già gode di una “brand reputation” forte e distintiva ma che va alla ricerca di sempre nuove opportunità: il metaverso, un nuovo universo senza confini, dove il reale si mescola ed evolve nel virtuale.

 

© Barbara Mengozzi

 

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