Martina: gli agromeccanici fanno parte della filiera

Eventi 10/03/2014 -
Martina: gli agromeccanici fanno parte della filiera

«Mi prendo l’impegno di esaminare il vostro dossier ma sono convinto che il comparto agromeccanico debba fare parte della filiera che dall’agricoltura approda all’agroalimentare». Una dichiarazione molto rassicurante quella fatta dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, durante il suo intervento all’assemblea annuale di Abia Bergamo (l’Associazione bergamasca delle imprese agromeccaniche) svoltasi lo scorso 9 marzo a Cologno al Serio. «Il ministero è aperto a nuove idee e proposte – ha aggiunto il titolare del dicastero di via XX Settembre – e sono convinto che il futuro del Paese si debba costruire partendo proprio dal primario».

Il ministro Martina, bergamasco, si è anche complimentato con la corporate university Confai Academy, che in questi giorni ha compiuto un anno di vita. «È uno strumento assolutamente innovativo, che offre spunti e analisi importanti per comprendere le evoluzioni del comparto».

 

DA ABIA A CONFAI BERGAMO

 

Tra i principali punti all’ordine del giorno dell’assemblea di Abia il cambio del nome dell’associazione in Confai Bergamo, per sottolineare la piena sintonia politica, anche come denominazione, con la Confederazione delle imprese di meccanizzazione agricola. In proposito il numero uno di Confai Bergamo, Leonardo Bolis, che è anche presidente nazionale, ha sottolineato il fatto che il cambio del nome comunica «la ferma adesione ad un progetto che prevede l’estensione della rappresentanza dell’associazione a tutti gli operatori del mondo agricolo. In questo modo sarà ulteriormente potenziata la sinergia tra imprenditori agromeccanici e imprenditori agricoli all’interno dell’organizzazione».

Tra le criticità messe in luce da Bolis, gli alti costi di produzione del latte, applicazione della direttiva nitrati e dimensione aziendale media ancora limitata. «Se da un lato aumenta il numero dei giovani impegnati in agricoltura – ha fatto notare Bolis – dall’altro crescono però l’imprevedibilità e il rischio legati agli scenari internazionali: questo potrebbe determinare, nella nostra provincia, la fuoriuscita dal mercato di molte aziende non attrezzate per competere».

 

RECUPERO DI EFFICIENZA CON IL CONTOTERZISMO

 

Tra le tipologie aziendali alle prese con il problema delle economie di scala rientrano quelle cerealicole ‘pure’. «Per le aziende basate esclusivamente sui seminativi, senza diversificazione produttiva in ambito zootecnico o nel comparto dell’agricoltura multifunzionale – ha spiegato Bolis – le prospettive di una gestione efficiente sono legate essenzialmente alle dimensioni. Se nella nostra provincia, fino a qualche anno fa, un’azienda a seminativi di 40-50 ettari consentiva ad una famiglia rurale di ricavare un reddito soddisfacente, ora la soglia della sostenibilità economica per un’impresa di questo tipo si colloca intorno ai 90-100 ettari». In questi casi, sottolinea l’associazione, la possibilità di realizzare un recupero di efficienza è spesso legata all’intervento di un’impresa contoterzista, alla quale venga affidata la gestione delle superfici aziendali e dei piani colturali.

«Oggigiorno le imprese agromeccaniche sono uno dei principali fattori di dinamizzazione della struttura aziendale agricola italiana – ha osservato Enzo Cattaneo, direttore di Confai Bergamo –. In una regione come la nostra, dove la dimensione media aziendale è di 18,3 ettari, ogni impresa agromeccanica lavora complessivamente per conto delle imprese-clienti superfici che vanno da 250 ad oltre 1.000 ettari. Tali estensioni sono coltivate come se fossero parte di un’unica realtà aziendale: da qui derivano risparmi ed economie per il mondo agricolo. In caso contrario i margini di profitto per le aziende si riducono drasticamente».

 

ASSESORE FAVA: BENE MARTINA CHE SEGUE L’ESEMPIO LOMBARDO

 

«Finalmente il ministro Martina ha dato un segnale che le imprese di meccanizzazione agricole attendevano da anni, sostenendo di prendere in considerazione il dossier con le proposte di Confai per l’integrazione nel comparto primario, luogo naturale nel quale peraltro svolgono l’attività». È stato il commento dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, alle dichiarazioni rese dal ministro delle Politiche agricole all’assemblea dell’Abia.
«Da quando i vertici di Confai mi hanno esposto l’esigenza di vedere riconosciuto il proprio ruolo di motore dell’agricoltura e come fautori dell’innovazione nei campi – ha ricordato Fava – in un mese la Regione Lombardia ha deliberato per la creazione dell’Albo degli Agromeccanici, uno strumento destinato a fare chiarezza nel settore».

L’assessore all’Agricoltura della Lombardia ha inoltre ribadito che nel prossimo Programma di sviluppo rurale anche la modernizzazione della meccanizzazione troverà un adeguato sostegno. «È la strada privilegiata per dare ossigeno alla filiera della meccanica agricola, che vale 7,5 miliardi di euro e ha difficoltà di ripresa sul mercato interno – ha specificato Fava –. Servono strumenti urgenti per rispondere alle esigenze dei costruttori, degli imprenditori agricoli e dei contoterzisti e riteniamo finalmente positivo che anche il ministro Martina abbia preso in considerazione l’ipotesi di restituire competitività alla meccanizzazione agricola. Prosegua con la medesima determinazione della Lombardia».

 

Fonti: Confai Bergamo e Ufficio stampa Assessore all’Agricoltura Regione Lombardia