PianetaTerra, nuove frontiere per la meccanizzazione agricola

News 24/06/2013 -
PianetaTerra, nuove frontiere per la meccanizzazione agricola

Un piano di internazionalizzazione delle imprese associate che guarda ad aree di nuova meccanizzazione, collocate nel Far East, in Sudamerica e in Africa. È la sfida «impegnativa ma esaltante», per usare le sue parole, lanciata dal presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni in occasione dell’Assemblea 2013 della Federazione. Con questo nuovo progetto, denominato PianetaTerra,  l’industria italiana  della meccanizzazione punta a rafforzare il ruolo di primo piano che attualmente riveste in campo internazionale.  L’attenzione viene rivolta non soltanto ai mercati dei Paesi tradizionali  e a quelli emergenti ma anche, e soprattutto, ad altre regioni del Pianeta che registrano una forte crescita dell’economia primaria ed esprimono una domanda crescente di tecnologie meccaniche.

NUOVI PROTAGONISTI NELLO SCENARIO MONDIALE

Le aree di produzione agricola tradizionali come l’Europa e gli Stati Uniti – si legge nei documenti del Progetto – perdono quote rispetto alle economie di Cina, India, Brasile e Russia, e alla ribalta mondiale si affacciano nuovi protagonisti come l’Indonesia, il Sudafrica, l’Argentina, l’Australia, la Turchia, le Filippine, e Paesi dell’Africa sub-sahariana. Gli stessi rapporti di forza tra le economie delle diverse regioni – si legge nel progetto PianetaTerra – sono destinati a cambiare con l’introduzione di tecnologie che consentono di sfruttare sempre meglio il patrimonio di terre coltivabili. L’Europa detiene infatti appena il 4% dei territori arabili presenti nel mondo, e l’America del Nord il 10%, mentre quote molto maggiori sono localizzate altrove: il 35% in Asia, il 24% in Africa, il 18% in America Latina e il 9% nel continente australiano.

INDIA PRIMO ACQUIRENTE DI TRATTRICI

Nel volgere di pochi anni anche il mercato della meccanizzazione ha rivoluzionato le sue gerarchie, e l’India si è imposta come il primo acquirente al mondo di trattrici, con un assorbimento di 600 mila unità annue, un quantitativo pari a cinque volte il totale immatricolato nell’intera Europa, e ad oltre sei volte quello degli Stati Uniti. La stessa Cina ha superato di gran lunga i livelli dei Paesi occidentali, con circa 450 mila macchine acquisite, ed altri Paesi registrano crescite di mercato consistenti. Fra il 2011 e il 2012 le importazioni di trattrici sono aumentate, in valore, del 37% in Australia, del 24% in Sud Africa, del 35% in Tailandia, del 10% in Polonia. Una quota crescente della domanda di macchinario agricolo sui nuovi mercati – è spiegato nel progetto – è oggi coperta da prodotti realizzati in Paesi come la Cina, l’India, la Corea o il Brasile (in un Paese come l’Australia, ad esempio, che tradizionalmente importa la gran parte delle sue macchine agricole dagli Stati Uniti, il secondo maggior fornitore è divenuto proprio la Cina, con una quota superiore al 12% dell’import locale). Tutto questo rende necessario, per l’industria italiana, un rinnovato impegno per la difesa delle quote già coperte sui mercati tradizionali e per la conquista di spazi nelle aree di nuova meccanizzazione. «Il nostro progetto – ha spiegato Goldoni – mette in campo una metodologia nuova di approccio ai mercati, che collega in modo organico differenti fonti d’informazione, studi e indagini conoscitive, reti di operatori locali specializzati ed eventi fieristici di particolare valore strategico».

 

Fonte: FederUnacoma
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