Repubblica Ceca: dai campi sulle strade, il trattore guida la rivolta

Primo piano 25/04/2024 -
Repubblica Ceca: dai campi sulle strade, il trattore guida la rivolta

Il ritorno, dopo un forzato stop di sei anni, di Techagro (nella foto sotto), l’affermata rassegna internazionale di macchine e tecnologie per la produzione agricola e forestale che si è tenuta dal 7 all’11 aprile 2024 a Brno, ci offre l’occasione per una disamina del mercato trattori della Repubblica Ceca, tutt’altro che immune dalla crisi di settore di cui ha risentito lo scorso anno larga parte del Vecchio Continente.

 

IMMATRICOLAZIONI DI TRATTORI IN CALO DEL 16,47% NEL 2023

Repubblica Ceca - Techagro 2024

Dopo il boom delle immatricolazioni registrato nel 2021, con il balzo da 2.243 a 3.362 unità (+37,6%), e il mantenimento delle posizioni l’anno successivo con 3.375 unità (+0,4%), nel 2023 il mercato trattori ceco ha dovuto fare i conti con una flessione a due cifre, per l’esattezza del 16,47%, fermandosi a quota 2.819 unità.

Va tuttavia precisato che i dati fin qui riportati (fonte: Macchine Trattori) si riferiscono esclusivamente ai trattori agricoli  veri e propri mentre le cifre fornite dal portale ufficiale SDA-CIA (portal.sda-cia.cz) sono decisamente più elevate, dal momento che nel conteggio finale vengono incluse, come accade anche per altri Paesi europei, altre categorie di mezzi, a cominciare dai veicoli fuoristrada.

Attenendoci a quest’ultima fonte, che riporta anche le immatricolazioni per brand, nel 2023 sono stati immatricolati 5.954 trattori in senso lato, in calo del 5,1% rispetto al 2022 ma allo stesso tempo il miglior risultato dal 2008 (3.400 unità) dopo l’anno record 2022.

 

JOHN DEERE RICONQUISTA LA LEADERSHIP NEL SEGMENTO AGRICOLO A SPESE DI ZETOR, IN DIFFICOLTÀ

Repubblica Ceca - Techagro 2024

Il marchio più venduto nella Repubblica Ceca è stato CFMoto, azienda cinese produttrice, oltre che di motociclette e scooter, di quadricicli leggeri e quad con 1.297 unità, seguita da John Deere che con 545 unità riconquista tra i marchi agricoli la leadership sottrattale nel 2022 dal brand “di casa” Zetor.

Alle spalle del Cervo altri due marchi che ci riportano nel segmento degli ATV, Linhai, con 511 unità immatricolate, e Segway, con 278 unità. Il quinto posto – corrispondente al secondo posto laddove si considerino esclusivamente  trattori puramente agricoli  – è appannaggio di Solis con 273 unità che ci danno la misura dell’appeal esercitato dal brand indiano, protagonista negli ultimi anni di un vero e proprio boom di vendite nel Nord e Sud Europa, anche sulla clientela dei Paesi dell’Est.

Restringendo la classifica per brand ai trattori veri e propri, il terzo posto del podio è occupato da Case IH con 233 unità. Alle sue spalle New Holland (224 unità), Kubota (177 unità) e Fendt (143 unità). Al settimo posto è “scivolato” Zetor che, rispetto al 2022 ha perso l’81% scendendo a 131 macchine. Chiudono la Top Ten Deutz-Fahr (118 unità) e Kioti (116 unità).

E, per inciso, a proposito di Zetor, portabandiera della produzione di trattori “made in Repubblica Ceca” va segnalato come l’industria nazionale del settore, oltre ad annoverare importanti aziende produttrici di macchine agricole, risulti fortemente specializzata nella produzione di componenti, anche attraverso una molteplicità di aziende di piccole dimensioni.

 

PREVISTO DAGLI ANALISTI UN CAGR DEL 2,4% DA QUI AL 2008

Nonostante la battuta d’arresto subita dalle vendite nel 2023 gli outlook degli analisti continuano a rimanere positivi, come conferma il report di Arizton Advisory & Intelligence che prevede per il mercato trattori ceco un CAGR del 2,4% da qui al 2028 fino a superare 3.800 unità, con dei picchi della domanda localizzati nel Centro e Sud della Boemia che sono le due regioni dove negli ultimi anni il tasso di meccanizzazione agricola ha fatto registrare i più forti aumenti.

D’altra parte, solo grazie a un incremento della meccanizzazione gli agricoltori cechi, oltre a compensare la carenza di manodopera e ridurre le spese del lavoro, possono incrementare le rese colturali con una riduzione dei tempi operativi ottenendo una maggiore efficienza. Marcia in questa direzione anche l’integrazione delle tecnologie agricole di precisione che si vanno sempre più diffondendo nel Paese.

 

GLI AGRICOLTORI SCENDONO IN PIAZZA, IN CRISI PER I  MARGINI DI REDDITIVITÀ CHE  SI RESTRINGONO SEMPRE PIÙ

Repubblica Ceca - Proteste agricoltori

La propensione agli acquisti  resta però strettamente legata ai margini di redditività degli agricoltori che, almeno in questa fase, risultano tutt’altro che elevati, come dimostrano le numerose proteste della categoria che dall’inizio dell’anno a più riprese è scesa in piazza bloccando con i trattori le strade di Praga e scaricando letame davanti alla sede del Governo, esattamente come è avvenuto in altre capitali europee.

Le motivazioni sono in parte simili a quelle delle altre nazioni del Vecchio Continente ma, come evidenzia Varistar, società locale leader nella fornitura di software per l’agricoltura, nell’esprimere preoccupazione per la situazione critica degli agricoltori cechi, a mettere l’agricoltura ceca a rischio di sopravvivenza, soprattutto per quanto riguarda un buon numero di piccoli e medi agricoltori gravati dalla minaccia di un fallimento immediato, è la concorrenza delle produzioni agricole ucraine che spiazza quelle nazionali.

 

LA CONCORRENZA “SLEALE” DELLE DERRATE PROVENIENTI DALL’UCRAINA

Repubblica Ceca - Proteste agricoltori

La situazione, di fatto è precipitata con lo scoppio della guerra in Ucraina, quando l’Unione Europea, nel tentativo di offrire aiuto al Paese colpito dal conflitto, ha cancellato i dazi doganali sull’importazione di merci ucraine nell’area europea.

Ciò per quanto riguarda le derrate agricole ha causato una forte pressione sui prezzi d’acquisto delle materie prime, che hanno cominciato a scendere bruscamente e gli agricoltori si sono trovati rapidamente in una situazione in cui i prezzi di acquisto risultano inferiori ai costi di produzione. Valga per tutti l’esempio del grano da foraggio che sul mercato regolare è sceso di circa il 60% arrivando a 2.500 corone ceche la tonnellata, a fronte di costi di produzione che sono circa il doppio.

Evidenti storture ai quali dovrebbero porre rimedio le nuove misure recentemente approvate dagli Stati membri dell’Ue e dal Parlamento europeo nei confronti dell’Ucraina che prevedono alcuni “meccanismi di salvaguardia” che si attiveranno nel caso di perturbazioni di mercato, vale a dire laddove le importazioni dall’Ucraina dovessero i volumi medi degli ultimi due anni e mezzo (il periodo di riferimento è quello dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2023). Da tenere presente però che grano, di cui l’Ucraina è tra i più grandi produttori al mondo, non sono interessati.

 

LA RICHIESTA DI STOP ALL’INGRESSO DEL GRANO RUSSO E BIELORUSSO

Repubblica Ceca - Proteste agricoltori

Una boccata d’ossigeno per gli agricoltori cechi potrebbe arrivare invece qualora andasse in porto la proposta formulata dalla Commissione Ue di aumentare le tariffe sul grano russo e bielorusso che, a detta di Varistar, entra in quantitativi ingenti nel Paese esercitando una concorrenza sleale che finisce col portare  la coltivazione ampiamente sotto i costi di produzione, rendendola di fatto antieconomica ed esponendo appunto le aziende agricole al rischio crack.

Dinamica dei prezzi pagati ai  produttori agricoli della Repubblica Ceca e dell’inflazione.

Stando ai dati forniti da ČSÚ (Český statistický úřad), l’Istituto nazionale di statistica, i prezzi pagati ai  produttori agricoli della Repubblica Ceca risultano in calo costante a fronte di costi continuano a salire. Nel primo trimestre di quest’anno i prezzi hanno fatto registrare una flessione  di oltre il 17% rispetto al primo trimestre 20923, mentre l’inflazione è aumentata di oltre il 2% e la forbice continua ad allargarsi.

I sindacati fanno presente come dal 1989 i prezzi pagati agli agricoltori siano aumentati di circa 1,9 volte, mentre l’inflazione è aumentata di 8 volte.

 

LA BILANCIA DEL COMMERCIO AGRICOLO SI VA DETERIORANDO

L’anno scorso l’esportazione di prodotti agricoli dalla Repubblica Ceca è aumentata dell’11,3% (di 31,1 miliardi ) a 305,8 miliardi di corone rispetto all’anno precedente  e il valore delle importazioni del 6,9% (di 22,1 miliardi ) a 343,8 miliardi di corone .

Zemědělský svaz ČR (The Agricultural Association of the Czech Republic) da però una chiave di lettura poco confortante a queste cifre facendo presente come la bilancia del commercio agricolo con l’estero si stia deteriorando da tempo dal momento che al miglioramento del saldo (- 38 miliardi di corone) hanno contribuito in maniera determinante le esportazioni di sigarette senza le quali il bilancio agricolo sarebbe stato il peggiore nella storia della Repubblica ceca con un deficit di oltre 50 miliardi di corone.

 

FORTI RITARDI NELL’EROGAZIONE DEI SUSSIDI

Se, come viene evidenziato da più parti, alla base delle crisi in cui versano gli agricoltori cechi non ci sono i sussidi, è anche vero però, sempre prendendo come fonte  Zemědělský svaz ČR, al momento gli agricoltori hanno ricevuto solo 18 miliardi di corone, esattamente 10 miliardi in meno di quelli che il Ministero dell’agricoltura dichiarava di aver distribuito alla fine di marzo 2023.

Il tutto  a causa del forte ritardo nell’emanazione della legislazione di attuazione, della cancellazione dei pagamenti anticipati, dei sistemi amministrativi di nuova introduzione e delle revisioni eccessive dei processi di controllo. «Anziché contribuire a risolvere gli attuali problemi economici degli agricoltori causati dalla mancanza di fondi, lo Stato li acuisce», ha commentato Martin Pýcha, presidente di Zemědělský svaz ČR.

Di recente, infine, il ministro dell’Agricoltura Marek Výborný ha annunciato di essere riuscito a negoziare un aumento dei sussidi nazionali di 550 milioni di corone, rientrante in un più ampio pacchetto di misure proposte dal governo ceco in risposta alle richieste degli agricoltori. Misure che

questi ultimi ritengono però  insufficienti, vista la grave situazione finanziari in cui versano e l’impossibilità di ottenere crediti dalle banche.

 

© Barbara Mengozzi

 
Fonte immagini: Aritzon, Techagro, Zemědělský svaz ČR Facebook.
 

 

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