Unima e Confai: prove di dialogo, ma c’è chi rema contro

News 30/10/2013 -
Unima e Confai: prove di dialogo, ma c’è chi rema contro

Il condizionale è d’obbligo perché manca una comunicazione ufficiale ma, secondo quanto riportato dall’agenzia Agricolae.eu, in seno ad Unima si sarebbe registrata un’ulteriore scissione (dopo quella che ha dato vita a Confai, nel 2005) con la nascita di una nuova associazione, a quanto sembra già costituita con tanto di atto notarile, l’Unione nazionale contoterzisti agromeccanici presieduta da Aproniano Tassinari, presidente uscente di Unima, e “governata” da un consiglio direttivo formato da Clevio Demicheli, Roberto Tamburini, Giuliano Chioeto, Claudio Rota e Giovanni Merlin.

Una iniziativa che, qualora venga confermata, certo non gioverebbe ai tentativi in atto di riavvicinamento tra Unima e Confai in vista di una migliore ed efficace difesa della categoria degli agromeccanici.

“IL SALTO NEL BUIO”: LA RISPOSTA DI UNIMA

Ramadori

Silvano Ramadori, presidente di Unima

«Con un’azione discutibile e che danneggia ulteriormente la categoria – si legge nel comunicato stampa sulla vicenda diffuso da Unima ed intitolato “Il salto nel buio”–, pare che un gruppo di esponenti del contoterzismo italiano abbia dato vita ad una terza organizzazione, forse saltando qualche passaggio, considerato il ruolo che alcuni di loro ancora rivestono in seno ad Unima. Sarebbe interessante conoscere il progetto politico, se c’è, che ha ispirato l’iniziativa, atteso che le medesime persone hanno avuto un peso significativo nell’organizzazione fino a pochi mesi or sono: se ci fossero state proposte diverse  sulla linea politica da seguire, viene da chiedersi come mai non siano state attuate fin dalla loro definizione. La formula dubitativa è d’obbligo, giacché ci sarà sempre qualcuno pronto a sospettare che tutto quanto possa essere scaturito da un desiderio di rivincita, suscitato dalla mancata rielezione ai vertici di Unima di alcune personalità di spicco, poi confluite nella nuova compagine».

«La vera vittima di queste scelte, ormai irrevocabili –  prosegue il comunicato  – è la categoria: per questo appare di cattivo gusto richiamarsi a quelle stesse imprese agromeccaniche che verranno nuovamente indebolite nel proprio peso politico. Contrariamente a ciò che accade in ambito commerciale, in campo politico e sindacale tre sigle contano meno di due, e diventa assai difficile pensare che l’iniziativa possa trovare il favore della base associativa, al di là delle scelte di vertice. Una base che già da tempo aveva stimolato le proprie rappresentanze ad avviare un’azione ampia e condivisa per sviluppare una convergenza efficace, almeno negli obiettivi e nel progetto politico e sindacale».

Unima non intende però interrompere l’azione di unificazione intrapresa. «Unima e Confai – conclude il comunicato –  rinsaldando la propria collaborazione col cemento delle radici comuni e dei comuni interessi, continueranno a lavorare per dare vita ad una rappresentanza unitaria, forte ed efficace nella propria capacità di agire, in un momento difficile quale è quello che sta coinvolgendo tutto il mondo agricolo».

CONFAI: ANCORA DISPONIBILE AL DIALOGO

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Leonardo Bolis, presidente di Confai

Sulle vicenda è intervenuto anche Confai. «Prendiamo atto che in una fase in cui il contoterzismo italiano – da diversi anni accomunato dagli stessi problemi e dalle stesse sfide per competere su un mercato sempre più complesso – ha avviato un dialogo fruttuoso al proprio interno, c’è chi sceglie la strada dell’autonomia, frammentando ulteriormente il comparto del terziario agricolo – afferma il presidente di Confai, Leonardo Bolis –. Ora, mentre Confai sta lavorando per riunire il mondo agromeccanico e ricompattarlo nella rappresentanza, la nascita di questa nuova associazione non contribuirà certamente a far affrontare con serenità le problematiche del comparto» .

«Ad oggi, quel che è certo – aggiunge Bolis – è che Confai ha centrato i propri obiettivi, mentre altri hanno dovuto fare i conti con una frammentazione ulteriore della rappresentanza di categoria, con la conseguenza che la capacità di incidere sulle scelte economiche e di sviluppo del comparto risulterà indebolita. Pertanto, con umiltà e con intelligenza alcuni dovrebbero farsi carico di superare gli ostacoli e le divisioni. Ribadiamo, con umiltà ed intelligenza, riconoscendosi in chi ha portato avanti concretamente i veri interessi delle imprese agromeccaniche e oltretutto riconoscendo, dopo quasi dieci anni, che la strada intrapresa da Confai era quella giusta».

«Tuttavia – conclude Bolis – Confai rimane disponibile al dialogo sui temi che accomunano la categoria, senza alcuna preclusione, tenendo fede ai propri principi di lealtà, correttezza e trasparenza».

 
 Fonte: Unima e Confai

 

 

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