Albania: da Paese più povero d’Europa a Paese delle grandi opportunità

Mercati 05/05/2021 -
Albania: da Paese più povero d’Europa a Paese delle grandi opportunità

Dopo lo slown down subito dall’economia nazionale nel 2020 a causa della pandemia e delle misure restrittive per arginare il virus, l’Albania sembra marciare nuovamente sulla via dello sviluppo.

 

PREVISTA UNA CRESCITA ECONOMICA DI OLTRE IL 5 PER CENTO NELL’ANNO IN CORSO

Lo confermano le più recenti proiezioni della Banca Mondiale, che prevedono per il Paese una crescita economica di poco superiore al 5 per cento nell’anno in corso. L’Albania risulta essere così il secondo Paese della regione dei Balcani con la maggiore crescita economica, dopo il Montenegro.

Un trend confermato dall’ultimo World economic outlook pubblicato dal Fondo monetario internazionale secondo il quale i Paesi dei Balcani caratterizzati da un’economia “emergente e in via di sviluppo” (Albania, Kosovo, Moldova, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Macedonia del Nord) vedranno nel 2021 una crescita economica del 4,4 per cento.

 

SEMPRE PIÙ VICINA ALL’INGRESSO NELL’UE

Seppure rallentata dal Covid-19, è decisamente tanta la strada percorsa dall’Albania che a trent’anni esatti dalla grande emigrazione in Italia con gli arrivi a Bari e Brindisi di decine e decine di navi, da paese più povero dell’Europa è riuscita a dimezzare il tasso di povertà acquisendo nel 2008 lo stato di Paese a reddito medio e a marzo 2020 ha finalmente  ricevuto un semaforo verde all’avvio dei negoziati di adesione all’UE, con mandato del Consiglio europeo alla Commissione dell’elaborazione del quadro negoziale per la prima conferenza intergovernativa che si auspica possa svolgersi nel corso di quest’anno.

 

L’ECCESSIVA FRAMMENTAZIONE FRENA LE POTENZIALITÀ DEL COMPARTO AGRICOLO

In questo scenario macroeconomico l’agricoltura si conferma uno dei pilastri dell’economia albanese generando il 20 per cento del PIL del Paese e assorbendo oltre il 35 per cento dell’occupazione totale.

Si tratta di un settore che negli ultimi anni ha compiuto dei progressi sebbene larga parte del suo potenziale resti tuttora inespresso a causa soprattutto della alta frammentazione degli appezzamenti, come emerge dal dettagliato Country Study Report “Smallholders and family farms in Albania” 2019, a cura della FAO.

Una barriera chiave per lo sviluppo di fattorie più grandi e l’accesso a sussidi locali e comunitari che potrebbero rendere i prodotti dell’Albania molto più competitivi va individuata nella mancanza di titoli di proprietà chiari per circa la metà delle terre agricole del Paese. In altre parole, quasi il 50 per cento dei titoli di proprietà non sono registrati presso gli appositi uffici.

Alla base di questa situazione la famosa legge fondiaria “7.501” adottata nel 1991, dopo il crollo del regime comunista che a partire dal 1976 aveva nazionalizzato tutti i terreni agricoli ed abolito la proprietà privata. A quel punto infatti, dando il via ad una rapida riforma agraria, si è proceduto alla  distribuzione su base paritaria e pro capite dei terreni agricoli delle fattorie collettive e demaniali  alle persone che vi lavoravano generando l’attuale sovra-frammentazione.

Con l’ulteriore aggravante che in molte aree dell’Albania, in particolare del Nord, la legge “7.501” è stata ampiamente ignorata e la maggior parte delle famiglie è tornata in possesso della terra  che era dei loro predecessori prima dell’esproprio del 1946; mancano però i titoli di proprietà e questa situazione molto spesso genera conflitti.

 

UN FORTE RITARDO NELLA DOTAZIONE DI MEZZI MECCANICI

Al problema dei titoli di proprietà si somma quello del basso potere di acquisto degli agricoltori, gravati oltretutto da un elevato carico fiscale. Anche l’accesso al credito della categoria risulta assai limitato e rappresenta solo il 2 per cento del credito totale alle imprese, secondo i dati della Banca Centrale d’Albania.

Si giustifica così il forte ritardo nella dotazione di mezzi meccanici. Da fonte INSTAT nel 2019 il parco macchine agricole albanese constava di 9.771 trattori gommati e 182 trattori cingolati , 4.187  seminatrici, 2.890 falciatrici, 704 mietitrebbie, 5.727 minitrattori e 7.624 frese.

Dal citato Country Study Report della FAO apprendiamo che poiché la maggior parte degli agricoltori non possiede trattori propri, le loro esigenze di meccanizzazione sono spesso soddisfatte da fornitori di servizi (si tratta per lo più di altri agricoltori), che vengono pagati ad ettaro.

Analoghe carenze sono avvertite anche per quel che riguarda le attrezzature di base, come ad esempio pompe da impiegare nei trattamenti fitosanitari che siano provviste degli standard tecnici idonei garantire una corretta irrorazione dei pesticidi, o reti per la raccolta delle olive, a dispetto del grande potenziale di sviluppo dell’intera filiera olivicolo-olearia, considerate considerata le caratteristiche territoriali del Paese.

Consapevole di questa situazione, il legislatore albanese ha introdotto nel tempo rilevanti misure di sostegno per gli imprenditori agricoli di minori dimensioni. Tra queste il regime speciale ai fini IVA e il carburante a tasso agevolato (provvedimento in vigore da febbraio 2021).

Inoltre, alla fine dello scorso anno è stato  lanciato il terzo bando del programma finanziato dall’UE a sostegno di agricoltori e industrie agroalimentari IPARD II,  con un budget di quasi 30 milioni di euro.

 

L’ALIQUOTA ZERO PER LE IMPORTAZIONI E LE VENDITE DI MACCHINE AGRICOLE

Ma c’è di più. Grazie ad un provvedimento legislativo che risale al 2014 nel Paese balcanico, è possibile acquistare macchine agricole con l’esenzione dall’IVA.

Un’agevolazione introdotta per non penalizzare gli investimenti in macchine agricole da parte dei piccoli agricoltori albanesi, che per effetto del regime speciale non hanno la possibilità di detrarre analiticamente l’IVA sui loro acquisti, ma che comporta vantaggi anche per i costruttori stranieri intenzionati ad esportare o a distribuire le proprie macchine sul territorio albanese.

 

L’ITALIA PRIMO PARTNER COMMERCIALE DELL’ALBANIA

Per finire, sul fronte dell’interscambio con l’Italia, come fa presente la Nota congiunturale a cura di Italian Trade Agency-Ufficio di Tirana aggiornata a Marzo 2021, il nostro Paese, favorito dalla posizione geografica e dalle vicende storico-politiche, si conferma primo partner commerciale dell’Albania e primo investitore per numero di imprese.

Apertura culturale verso l’Italia (diffusione della lingua e modelli di consumo) e compatibilità della struttura economica (PMI) sono tutti elementi di attrazione del flusso di investimenti dall’Italia, senza trascurare la disponibilità di manodopera, anche qualificata e con buon livello di conoscenza della lingua italiana, a costi competitivi.

Nel 2020, com’era prevedibile a causa della pandemia in corso, il valore dell’interscambio complessivo tra Italia e Albania è risultato in contrazione (-11%) attestandosi a quota  2,2 miliardi di euro (dati Eurostat), con esportazioni italiane del valore di 1,2 miliardi di euro.

Per quanto riguarda in particolare le macchine agricole, nel 2019, prendendo come fonte la scheda Market Barometer di Export Planning riferita all’Albania (vedi sopra), le importazioni complessive si sono attestate a quota 12,6 milioni di euro. L’Italia figurava al secondo posto nella classifica dei principali Paesi di provenienza, largamente dominata dalla Cina.

 

© Barbara Mengozzi

 
Fonte immagini: Mabalbania FB (apertura), Agroweb News, Ash agroshqip FB, DEDJA SHPK FB, European Parliament, Landini Tractors Albania FB, Makineri bujqesore traktora pjese kembimi FB.
 
 

 

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