Regno Unito: vendite di trattori in netto recupero (+15,8%) ma lo sprint è dell’usato

Mercati 20/01/2022 -
Regno Unito: vendite di trattori in netto recupero (+15,8%) ma lo sprint è dell’usato

Dopo la forte flessione (-14%) subita nel 2020 – che faceva seguito a tre annate consecutive col segno più –  il mercato trattoristico del Regno Unito ha recuperato un andamento positivo arrivando a chiudere il 2021 con 12.017 unità immatricolate, che rappresentano un incremento del 15,8 per cento rispetto alle 10.380 dell’anno precedente.

Un buon risultato, senza dubbio, ma comunque meno brillante di quelli messi a segno in altri Paesi europei, a cominciare proprio dall’Italia.

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A detta di AEA (The Agricultural Engineers Association), l’associazione nazionale che rappresenta i produttori e gli importatori di macchine agricole, una ripresa delle immatricolazioni di trattori, che termini di valore, insieme a ricambi e accessori, rappresentano quasi la metà della spesa totale degli agricoltori per i macchinari, era decisamente prevedibile dopo le sfide del 2020, anno in cui alle ripercussioni del Covid-19 si erano sommati gli effetti sulle attività agricole delle condizioni meteorologiche avverse.

 

BILANCIO FINALE INFERIORE ALLE PREVISIONI DI METÀ ANNO

Regno UnitoSta di fatto però che le previsioni di metà 2021 lasciavano presupporre un bilancio di fine anno senza dubbio più entusiasmante: con un incremento di oltre il 25 per cento nel periodo gennaio-giugno 2021 (6845 unità immatricolate contro le 5461 del 2020) le immatricolazioni di trattori si erano portate infatti nettamente al di sopra della media degli ultimi anni.

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La crescita ha subito invece un rallentamento nella seconda metà del 2021, anche se, dopo aver registrato un segno negativo nei mesi di settembre e novembre, nell’ultimo mese dell’anno il numero di trattori agricoli immatricolati è tornato al di sopra del livello dell’anno precedente, con 883 macchine che equivalgono al 14 per cento in più rispetto a dicembre 2020 e al 16 per cento in più rispetto alla media del 2015-19.

 

PARTE DELLE CONSEGNE PRESUMIBILMENTE SLITTATE AL 2022 A CAUSA DELLE INTERRUZIONI DELLA “SUPPLY CHAIN”

È probabile però, evidenzia AEA, che le immatricolazioni sarebbero state ancora più elevate se non fosse stato per le interruzioni delle catene di approvvigionamento globali, che hanno portato a un aumento dei tempi di consegna per un’ampia gamma di prodotti fabbricati, compresi i trattori. Il che significa che le consegne (e le immatricolazioni) di alcune macchine che normalmente sarebbero avvenute nel 2021 avrebbero subito uno slittamento al 2022.

L’incremento del numero di macchine immatricolate ha fatto sì che anche la potenza totale delle macchine vendute durante l’anno sia risultata in crescita, sebbene, per effetto della forte crescita nelle fasce di potenza più basse, la potenza media risulti invece inferiore rispetto al 2020 (166,3 cavalli contro 171).

Le immatricolazioni dei trattori nel segmento 51-100 CV sono aumentate  di quasi un terzo e quelle nel segmento 101-120 CV del 7,0 per cento. La crescita maggiore è stata registrata nel segmento 121-140 CV, in aumento di circa il 38,0 per cento.

Per quanto riguarda, poi, l’andamento del mercato su scala regionale, sono stati registrati aumenti compresi tra il 10 e il 25 per cento rispetto al 2020 in ogni parte del Regno Unito, ad eccezione dello Yorkshire, dove le immatricolazioni di trattori agricoli nel 2021 hanno subito un leggero calo rispetto al 2020. Teatro della crescita più forte l’East Midlands insieme all’Irlanda del Nord, entrambe con oltre un terzo di macchine in più.

 

IL CERVO MANTIENE LA LEADERSHIP MA NON BRILLA

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La classifica per brand, che viene divulgata da AEA con un anno di ritardo ed è pertanto relativa al 2020 (sono inclusi anche i trattori compatti, con potenza inferiore o uguale a 50 cavalli), conferma la leadership di John Deere, che però subisce un ulteriore calo, scendendo da 3.800 unità a 3.157, mentre la quota di mercato si è ridotta dal 28,1 al 26,5 per cento.

Al secondo posto figura New Holland, con 2.129 unità (erano 2.314 nel 2019) e il 17,8 del mercato (contro il 17,1), e al terzo Massey Ferguson, anch’essa in discesa in termini di unità vendute (da 1665 a 1581) mentre  la quota di mercata è salita dal 12,3 al 13,2 per cento.

Da tener presente però che se sommiamo i risultati  di New Holland a quelli di Case IH si ottiene un totale di 3.229 unità  e una quota di mercato del 27,1 per cento che colloca il gruppo CNH ai vertici del mercato del Regno Unito.

Tornando a ragionare per brand, la quarta e quinta posizione sono appannaggio rispettivamente di Case IH con 1.100 unità (9,2%) e di Fendt con 898 unità (7,5%).  A seguire Kubota, Valtra, Claas, Same Deutz-Fahr e JCB.

 

L’EXPLOIT DEL MERCATO DELL’USATO

Se la crescita delle immatricolazioni nel 2021 può essere definita buona ma non buonissima, ritmi decisamente più sostenuti hanno contraddistinto il mercato dell’usato. Una conferma in tal senso arriva da Cheffins, una delle principali case d’asta britanniche, che ha dichiarato di aver venduto complessivamente nel corso del 2021 macchine e attrezzature usate per un valore di oltre 52,6 milioni di sterline (4,6 milioni di sterline in più rispetto al 2020) stabilendo un autentico record.

«Il 2021 ha visto un aumento della domanda di macchinari di seconda mano poiché gli agricoltori continuano a dover fare i conti con l’aumento dei costi delle macchine nuove e con i  tempi di consegna ritardati», ha dichiarato Oliver Godfrey, Head of Machinery Sales di Cheffins.

 

RITORNO IN MASSA DEI DEALER ALLE ASTE

A detta di Godfrey, la combinazione di Brexit e pandemia di coronavirus ha innescato un boom del commercio di macchinari, che ha riguardato non solo le aste in loco  ma anche quelle online con una crescente partecipazione di acquirenti  provenienti sia dal Regno Unito sia dall’estero. I concessionari, dal canto loro,  sono tornati in massa alle aste quest’anno poiché la mancanza di nuove immatricolazioni di trattori e un calo delle permute ha continuato a influenzare i livelli dell’offerta.

 

IN CRESCITA ANCHE L’INTERESSE PER LE MACCHINE D’EPOCA

«Il lockdown conseguenza del coronavirus  – ha concluso Godfrey – ha avuto inoltre un impatto tangibile sulle vendite di articoli vintage e d’epoca, che hanno visto un aumento dei valori raggiunti poiché le persone hanno potuto trascorrere più tempo a casa e dedicarsi ai passatempi».

 

© Barbara Mengozzi

 
Fonte tabelle: AEA
Fonte immagini: Tuchwells (foto di apertura), Cheffins.
 

 

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