Serbia: un grande potenziale agricolo ma occorre più meccanizzazione

Mercati 16/05/2019 -
Serbia: un grande potenziale agricolo ma occorre più meccanizzazione

«La Serbia non ha né petrolio né mari né miniere d’oro ma possiede  agricoltura e cibo e sono loro a dar forza alla nostra economia». Lo ha affermato Branislav Nedimović, ministro dell’Agricoltura della Repubblica di Serbia, dando il suo benvenuto ai partecipanti alla Fiera internazionale dell’agricoltura di Novi Sad (nella foto di apertura) che, apertasi lo scorso 12 maggio, chiuderà i battenti il 17.

 

L’AGRICOLTURA VOLANO DELL’ECONOMIA

In effetti la Serbia, grazie soprattutto al clima favorevole, alle buone caratteristiche dei suoli (circa il 64% del territorio è costituito da terreni agricoli, solo parzialmente utilizzati) e al facile accesso a molte sorgenti di approvvigionamento idrico, possiede un importante potenziale agricolo che giustifica la scelta del Governo e delle amministrazioni locali di identificare il settore primario come uno dei principali indirizzi strategici dello sviluppo economico del Paese.

Stando alle stime fornite dalla Farm Structure Survey (FSS) 2018, le aziende agricole registrate sono 569.310 (in calo del 9,9% rispetto al censimento del 2012), per una superficie complessiva di 3.476.788 ettari (in aumento dell’1,1 % rispetto alla precedente indagine) che corrisponde ad un ettaraggio medio per azienda di 4,50  ettari, in crescita del 13,5 per cento rispetto al 2012, tenendo però presente che ben 217.682 aziende rientrano nella fascia di dimensioni fino a 2 ettari.

Da segnalare anche l’elevata senilizzazione che si registra in agricoltura (61 anni l’età media, in crescita di due anni in confronto al dato 2012) e la grandissima diffusione della zootecnia, presente in 8 aziende su 10.

Dati  alla mano, l’agricoltura rappresenta in Serbia  il 10 per cento del PIL, dà lavoro a circa mezzo milione di persone (il 20% dell’occupazione totale) e genera significativi surplus del commercio estero, ma il settore è appesantito dalla frammentazione dei terreni, dalle dimensioni economiche ridotte e dallo scarso utilizzo di terreni agricoli per azienda rispetto alla media dell’UE nonché dal basso livello di produttività dovuto a tecnologie obsolete.

 

UN PARCO MACCHINE OBSOLETO

In altri termini, il potenziale agricolo della Serbia è grande ma non viene sufficientemente sfruttato ed uno dei motivi per i quali  le risorse naturali del Paese non sono pienamente utilizzate va individuato proprio nella obsolescenza del macchinario agricolo.

Sempre facendo riferimento alla FSS 2018 –  i cui risultati definitivi saranno disponibili entro la fine di giugno sul sito www.stat.gov.rs – in 8 aziende agricole su 10 è presente un trattore di proprietà ma l’83 per cento del parco trattori, che ammonta complessivamente a 451.985 unità (circa il 10% in più rispetto al dato del 2012), ha più di 20 anni.

È evidente dunque che l’implementazione della meccanizzazione agricola riveste un ruolo determinante ai fini della crescita e di un aumento della competitività dell’agricoltura serba che possa allinearla agli standard richiesti dall’esigente mercato europeo.

 

I FONDI EUROPEI IPARD A SUPPORTO DELLO SVILUPPO AGRICOLO

Obiettivo al quale puntano i fondi di assistenza di preadesione IPARD che l’Unione Europea destina allo sviluppo rurale e al sostegno dell’agricoltura, operativi in Serbia dal 25 dicembre 2017.

Quest’anno sono previsti sette bandi di finanziamento dai fondi IPARD per l’acquisto di trattori e macchinari, nonché per la massimizzazione delle capacità degli impianti di lavorazione e stoccaggio. Sempre nel corso di quest’anno gli agricoltori serbi inizieranno a ricevere le prime sovvenzioni dirette nell’ambito del programma IPARD attraverso il quale sono stati stanziati in Serbia complessivamente 175 milioni di euro per il periodo 2014-2020, in rate annuali sotto forma di sovvenzioni.

Si stima che 175 milioni di euro in sovvenzioni IPARD possano portare ad un investimento totale nell’agricoltura di circa 400 milioni di euro.

Ed è proprio la necessità di transizione dell’agricoltura serba a sistemi di coltura intensiva attraverso il potenziamento della meccanizzazione agricola ad aprire alle imprese estere interessanti opportunità di esportazione e cooperazione industriale.

 

L’86ESIMA EDIZIONE DELLA FIERA INTERNAZIONALE DELL’AGRICOLTURA DI NOVI SAD

Più che giustificato, dunque, l’interesse rivolto dalle aziende straniere alla Fiera internazionale dell’agricoltura di Novi Sad, uno dei principali eventi promozionali per tutta l’area dei Balcani,  a copertura dell’intera filiera agricola.

Ed anche il sistema produttivo italiano, imperniato sulle PMI, si dimostra particolarmente reattivo a tali opportunità avendo raddoppiato la propria presenza alla rassegna negli ultimi tre anni.

 

LIVELLO RECORD DELL’INTERSCAMBIO ITALIA-SERBIA

Quest’anno l’Italia era presente per la seconda volta  in veste di Paese partner e per la settima volta in generale. «È significativo che l’Italia sia Paese partner della Fiera dell’agricoltura di Novi Sad proprio nell’anno del 140esimo anniversario delle relazioni diplomatiche e del decimo di partenariato strategico tra Italia e Serbia», ha sottolineato l’ambasciatore d’Italia in Serbia Carlo Lo Cascio (nella foto sopra) durante la conferenza stampa organizzata per presentare la manifestazione.

L’Italia è il secondo partner commerciale della Serbia (primo Paese acquirente, seguita da Germania e Bosnia-Erzegovina, e secondo Paese fornitore, preceduta dalla Germania e seguita dalla Cina) con un interscambio che nel 2018 ha fatto registrate il livello record di 4,04 miliardi di euro, con 2,05 miliardi di export italiano (9.3% dell’import totale della Serbia) e 1,99 miliardi di import italiano.

Nel 2018 le esportazioni italiane in Serbia hanno registrato un +4,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre l’import italiano è rimasto sostanzialmente invariato.

Per quanto attiene alla meccanizzazione agricola, nel 2017 l’Italia ha esportato in Serbia 486 trattrici, per un valore di 12 milioni di euro, e 2,5 milioni di chilogrammi di macchine agricole  per un valore di 10,3 milioni di euro.

Secondo i dati dell’Agenzia per lo sviluppo della Serbia (RAS), l`Italia rappresenta anche il primo investitore estero in Serbia con una presenza di circa 600 aziende, una quota di capitale investito stimata in circa 3 miliardi di euro ed un volume d’affari di oltre 2,5 miliardi di euro.

L’agribusiness, come anticipato, è considerato uno dei principali settori strategici per lo sviluppo dell’economia serba, per il cui sostegno l’Italia ha partecipato, negli ultimi sei anni, a numerosi programmi di gemellaggio amministrativo finanziati dall’Ue e sotto la guida del ministero italiano delle Politiche agricole.

 

COLLETTIVA ITALIANA ORGANIZZATA DA AGENZIA ICE

Com’è ormai tradizione, Agenzia Ice attraverso il suo ufficio di Belgrado ha organizzato anche per questa edizione la partecipazione collettiva italiana alla Fiera di Novi Sad (presenti,  presso il “Padiglione Italia”, nella foto sopra, i rappresentanti di una trentina di aziende italiane, della Regione Veneto e della Fiera di Verona) che è andata ad affiancare ed integrare l’offerta tecnologica dei grandi leader italiani di attrezzature agricole italiane (New Holland Agriculture, Argo Tractors, SDF, Gruppo Arbos, solo per citarne alcuni) già presenti in fiera autonomamente, o tramite rappresentanti locali.

 

SCONTI PER L’OCCASIONE E LINEE SPECIALI DI CREDITO

L’edizione di quest’anno della Fiera internazionale dell’agricoltura di Novi Sad (la 86esima) ha visto la partecipazione di 1.518 aziende, istituzioni ed organizzazioni provenienti da 32 Paesi ma con prodotti e servizi di 61 Paesi, su una superficie espositiva di circa 47mila metri quadrati all’aperto e 11mila metri quadrati all’interno dei padiglioni.

Una preziosa occasione, come al solito, per gli agricoltori che sono in procinto di acquistare macchinari agricoli in quanto nel corso della manifestazione le aziende aderenti alla Business Association of  Agricultural Machinery  Importers and Exporters sono solite concedere sconti tra il 2 e il 10 per cento, senza trascurare gli ulteriori incentivi sotto forma di linee di credito speciali che vengono offerte in occasione della fiera dai principali  istituti finanziari.

In mostra alla rassegna anche macchine particolarmente costose come il Fendt 1050 Vario (nella foto sopra), che possono sembrare completamente fuori dalla portata degli agricoltori serbi ma, come fa presente anche un comunicato stampa divulgato dall’ente fieristico, stando all’esperienza delle precedenti edizioni della fiera, le macchine più costose sono le più veloci da vendere.

 

MACCHINE AGRICOLE “MADE IN SERBIA”

L’industria di macchine agricole serba ha conosciuto un periodo particolarmente florido a metà del secolo scorso quando l’azienda locale di punta IMT (acronimo di Industrija Masina i Traktora/Industry of Machinery and Tractors), con sede a Belgrado, che vantava in piena attività una produzione di oltre 40mila trattori all’anno – affiancati da aratri, coltivatori, seminatrici universali e di precisione, rimorchi e carrelli elevatori – ed una forza lavoro, insieme a IMR (Industrija Motora Rakovica), di 18.000 dipendenti e disponeva di un proprio Centro di ricerca e sviluppo, oltre a dominare il mercato locale, venivano esportati in diversi mercati dell’area dei Balcani, dell’Europa orientale e del Nord Africa dove il brand IMT gode tuttora di una certa popolarità.

Nel 2015 IMT, risultata insolvente verso i creditori per l’ammontare di 186 milioni di euro, per effetto soprattutto della guerra civile dei Balcani e della dissoluzione della Jugoslavia, si era vista costretta a dichiarare bancarotta e a cessare la produzione.

Dopo l’uscita di scena, si è arrivati all’acquisizione, risalente a maggio dello scorso anno, dell’illustre casa costruttrice serba da parte di  Tafe (vedi link) – il terzo produttore al mondo di trattori e dal 1969 al 1992 partner di IMT – che, stando a quanto riferito dai media serbi, sarebbe stata l’unica azienda a partecipare all’asta di acquisto delle strutture di produzione, dei macchinari e del marchio di IMT aggiudicandosi il tutto per 66,8 milioni di dinari, pari a poco meno di 600mila euro.

In base alle dichiarazioni di Kamal Ahudja, vicedirettore di Tafe per il mercato europeo, l’intenzione del colosso indiano è quella di produrre il maggior numero possibile di trattori in Serbia – non nel vecchio impianto di Belgrado ma in un nuovo stabilimento – per poterli poi esportare senza dazi doganali in tutti i Paesi con i quali la Serbia ha un accordo di libero scambio.

A dire il vero però ai nuovi modelli IMT by Tafe (nella foto sopra) esposti all’edizione di quest’anno della rassegna di Novi Sad è stata riservata un’accoglienza non proprio benevola da parte della clientela serba in quanto, stando ai commenti presenti sui social media, sarebbero qualitativamente inferiori alla vecchia produzione IMT.

 

LINEE DI MONTAGGIO IN PARTNERSHIP

Da segnalare anche la presenza in Serbia della cinese YTO che nel 2010 ha dato avvio ad una collaborazione con il concessionario serbo Agrovojvodina Mehanizacija d.o.o. per realizzare insieme una linea di assemblaggio per trattori fino a 50 cavalli (nella foto sopra), realizzati in parte con componenti di fabbricazione locale e in parte con componentistica di partner stranieri.

Si tratta di modelli che hanno ottenuto la certificazione Ue e che, oltre ad essere assorbiti dal mercato locale grazie anche alla piena rispondenza agli standard richiesti per l’accesso ai fondi IPARD,  vengono esportati in Romania, Bulgaria, Ungheria, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Croazia ed altri Paesi.

Lo scorso aprile da questa linea di montaggio è uscito il trattore numero 1.000 (nella foto sopra).

Molto simile alla partnership tra YTO e Agrovojvodina Mehanizacija d.o.o quella tra Minsk Traktor Works, rinomata azienda di Minsk, in Bielorussia, detentrice del brand Belarus, e la serba Agropanonka, che insieme nel 2011 hanno aperto una fabbrica per l’assemblaggio di trattori a Novi Sad (nella foto sotto).

La linea di assemblaggio ha una capacità produttiva di circa 3.000 unità all’anno, collocate in parte su mercato serbo e in parte destinate all’export.

 

© Barbara Mengozzi

 
Fonti immagini: Agropanonka Facebook, Agrovojvodina-Mehanizacija d.o.o Facebook, Falcon Littlework Youtube, Novosadski sajam Facebook, Fotolia.
 
 

 

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